Piove? Prova di tenuta all’acqua
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Piove? Prova di tenuta all’acqua

Davide Barbato
Responsabile Qualità Laboratorio
Tecnologico LegnoLegno

Per anni i serramentisti si sono dovuti “difendere” da presunte verifiche di tenuta all’acqua effettuate nel modo più fantasioso possibile sui prodotti installati in opera; con cannoni ad acqua, con pulitrici a vapore, nebulizzatori, innaffiatori da giardino e secchiate contro il serramento.

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Ognuno di questi “metodi” non può essere considerato attendibile per una serie di motivi, su tutti la mancanza di un documento tecnico (norma, rapporto tecnico, ecc) e l’impossibilità di rendere la prova di tenuta all’acqua ripetibile e riproducibile.

Cosa vuol dire che una prova di tenuta all’acqua in opera, fatta per confermare la tenuta del serramento installato o per identificare eventuali problemi, deve essere ripetibile e riproducibile?


La ripetibilità è la capacità di ottenere lo stesso risultato lasciando immutate tutte le condizioni in cui la prova di tenuta all’acqua è stata eseguita.


Esempio pratico; effettuo una prova di tenuta all’acqua sulla finestra che evidenzia una perdita dal montante centrale ad una pressione di 100 Pa.


Procedo con asciugare la finestra e rieseguire il test con le medesime condizioni quindi:

• Medesima quantità di acqua;

• Medesima posizione degli ugelli che spruzzano l’acqua;

• Medesima pressione dell’acqua;

• Medesimo tempo di esposizione;

• Medesima pressione del vento;

• Medesimo tecnico che gestisce la prova di tenuta all’acqua, ecc.


ed il risultato deve confermare o meno (o confermarlo entro certi limiti) quanto visto con la prima prova di tenuta all’acqua.

Cantiere nel quale è stata eseguita la verifica di tenuta all’acqua in opera secondo UNI 11673-4 a seguito dell’installazione della prima finestra al piano terra.

La riproducibilità invece è la capacità di ottenere lo stesso risultato quando la prova di tenuta all’acqua viene effettuata cambiando una o più condizioni.


Esempio pratico; effettuo una prova di tenuta all’acqua sulla finestra che evidenzia una perdita dal montante centrale ad una pressione di 100 Pa.

Procedo con asciugare la finestra e rieseguire il test con alcune condizioni invariate ed altre modificate:

• Medesima quantità di acqua;

• Medesima posizione degli ugelli che spruzzano l’acqua;

• Medesima pressione dell’acqua;

• Medesimo tempo di esposizione;

• Cambio del tecnico che gestisce la prova di tenuta all’acqua, ecc.


I parametri oggetto di modifica quando si valuta la riproducibilità della prova di tenuta all’acqua possono essere diversi, ognuno dei quali in grado di incidere in modo più rilevante sul risultato del test.

La ripetibilità e la riproducibilità consentono cosi di capire se il metodo utilizzato può essere ritenuto idoneo, affidabile e se ci sono fonti di errori che non sono controllate. Attraverso tale valutazione viene ricercata una congruenza dei risultati che non renda la misura “Non significativa”.


Adesso immaginiamo una prova di tenuta all’acqua eseguita con un metodo “artigianale” descritto all’inizio… secchiate di acqua contro il serramento;

• Quanta acqua c’era nel secchio?

• Con che “forza” è stata lanciata?

• In che parte del serramento?

• Che parte del serramento è stata bagnata?

• Per quanto tempo?


E potremmo continuare elencando tutte le componenti che non sono controllate e rendono il test NON riproducile e NON ripetibile.

È qui che ci viene in aiutato la norma UNI 11673-4 – Posa in opera di serramenti: Requisiti e criteri di verifica dell’esecuzione.


L’evoluzione normativa e tecnica ha aperto nuovi scenari rispetto alla “sola” prova di tenuta all’acqua eseguita in Laboratorio (che permane il primo punto granitico nella caratterizzazione prestazionale dei serramenti) cosi come nuove possibilità.

Attenzione, anche la prova di tenuta all’acqua in opera viene eseguita nel rispetto di tutte le indicazioni contenute nella norma UNI 11673-4; quello che cambia è il contesto di applicazione che nel caso delle prove iniziali di tipo è “solo” il prodotto installato su una apparecchiatura di prova appositamente predisposta mentre per le verifiche di cantiere riguarda (o meglio, può riguardare) il prodotto e la posa nel contesto finale di destinazione.

Tutti i parametri sono controllati e gestiti in opera; la prova di tenuta all’acqua ha in questo modo la capacità di risultare ripetibile e riproducibile.
Controllo della quantità e della pressione dell’acqua
Prova di tenuta all’acqua eseguita in cantiere

Esempio concreto sono le prove di tenuta all’acqua richieste al Laboratorio Prove LegnoLegno ed eseguite in opera con la finalità di analizzare prima della chiusura dei lavori la prestazione di tenuta all’acqua del serramento comprensivo dei giunti di installazione; cogliere questa opportunità è una opzione che più di una azienda ha già colto a pieno.

La verifica di un prodotto campione installato in cantiere, affiancato alle prove di laboratorio sul serramento permette, ad esempio nei cantieri di maggiore rilevanza, di identificare gli eventuali punti critici legati alle infiltrazioni di acqua dovuti alle regolazioni del serramento o al sistema di posa e a porvi rimedio prima dell’installazione dei restanti serramenti, ponendo gli accorgimenti del caso ove necessario.

Con questa operazione di verifica in loco ogni soggetto che interviene nel processo di acquisto, installazione e vendita dei serramenti viene rassicurato circa la conformità del prodotto installato.

Controllo della posizione degli ugelli
Controllo della pressione applicata alla superficie del serramento (in questo caso circa 146 Pa)

Spesso la verifica in opera sui serramenti, che sia la tenuta all’acqua, la permeabilità all’aria, le indagini termografiche o le verifiche acustiche, sono vissute come una “messa in discussione” del lavoro e delle competenze del serramentista e del posatore.


Altrettanto spesso, cambiando alcuni punti di vista, ci è possibile affrontare le sfide professionali con motivazioni diverse; la verifica in opera è elemento di:

• Differenziazione dalla concorrenza anche in fase di offerta;

• Distinzione nelle proposte alla committenza;

• Tutela per il serramentista e per il posatore

• Garanzia per il Progettista e l’impresario

• Sicurezza per l’acquirente

• Indagine preliminare atta a risolvere eventuali problematiche in tempi rapidi

• Qualifica del lavoro svolto


Un elemento oggetto di studio nei percorsi formativi di comunicazione è la valorizzazione dell’indice di importanza di acquisto del cliente, macroscopicamente definito in:

• Tempo (ho bisogno del prodotto in tempi rapidi)

• Costo (ho una maggiore o minore disponibilità economica)

• Qualità (necessito di un prodotto che ha prestazioni distintivo rispetto allo standard).

• La necessità di avere un prodotto in tempi rapidi e di costo ridotto comporta in genere un prodotto di “qualità ridotta”.

• Avere bisogno di un prodotto velocemente e con qualità distintive comporta in genere un prodotto molto costoso.

• Infine, richiedere un prodotto con qualità distintive costo ridotto prevede che il prodotto avrà tempi di fornitura molto lunghi.


E se la committenza cerca un prodotto da avere velocemente, che costi poco e che abbia qualità elevata e distintiva, in che condizione ricadiamo? A voi la risposta…



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