Nuove opportunità di mercato: attenzione ai (CAM) Criteri Ambientali Minimi – Webinar 19 aprile 2024
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Nuove opportunità di mercato: attenzione ai (CAM) Criteri Ambientali Minimi – Webinar 19 aprile 2024

Webinar informativo gratuito – 19 aprile 2024 – dalle ore 16.00 alle 17.00 con spazio domande a seguire

Sono in forte crescita le richieste di supporto che ci arrivano dai serramentisti che ricevono richieste di fornitura di prodotti conformi ai requisiti CAM da parte di imprese di costruzione e studi di progettazione.

Venerdì 19 aprile ti aspettiamo per un breve Webinar operativo, gratuito, per chiarire:

  • Le richieste di mercato legate ai CAM
  • Dove sono specificati i requisiti CAM
  • Chi li richiede
  • Cosa significa effettuare un’analisi dei CAM su di un prodotto/fornitura
  • Cosa accade se non si soddisfano i requisiti richiesti
  • Perché i CAM sono collegati con l’erogazione di finanziamenti connessi al PNRR
  • Il caso dei serramenti in legno: la certificazione della Catena di Custodia FSC/PEFC

Con queste informazioni sarà possibile capire cosa fare e come mettersi nella condizione di cavalcare queste nuove opportunità di mercato.

ATTENZIONE: E’ pensiero comune associare la fornitura per la Pubblica Amministrazione a richieste di prodotto basico mentre in realtà, non si considera che, spesse volte, è il prodotto più performante che, già in partenza, soddisfa un maggior numero di richieste dei CAM.

Relatore:

Stefano Mora, Direttore del Consorzio LegnoLegno

APPROFONDIMENTO:

  • Cosa sono i CAM?

I Criteri Ambientali Minimi sono requisiti definiti nel Decreto “CAM edilizia” del 23 Giugno 2022 che si applicano agli interventi della Pubblica Amministrazione e non solo

  • Dove sono specificati i requisiti CAM di cui chiedono i serramentisti?

Nei contratti e nei capitolati e sono un prerequisito di accesso ai lavori, in particolare se vi sono finanziamenti connessi al PNRR

  • Cosa prevedono questo tipo di lavori?

Controlli specifici rispetto ai requisiti che, se non soddisfatti, possono bloccare, a posteriori, l’erogazione dei fondi

  • Cosa significa effettuare un’analisi dei CAM su di un prodotto/fornitura?

Significa documentare formalmente le caratteristiche specifiche dei materiali impiegati e dei prodotti forniti

  • Come farlo?

Attraverso modalità formali, grazie all’uso di servizi da enti di terza parte, previste dalle vigenti normative

Le dimensioni contano

Estendibilità dei risultati di prova e Marcatura CE

GIOVANNI CIAMPA

Responsabile Dipartimento Energetico Laboratorio Tecnologico LegnoLegno

È ormai noto come i test eseguiti da LegnoLegno in Laboratorio o di­rettamente in cantiere, sollecitino il prodotto in modo da evidenziarne le prestazioni legate alle modalità di posa o al prodotto stesso.

Sempre più spesso ci troviamo di fronte a prodotti le cui presta­zioni misurate in loco, in particolare tenuta all’acqua e permea­bilità all’aria, non corrispondono a quelle dichiarate sulla D.O.P. del prodotto.

Perché succede?

THANKS TO

Meuco

Le cause di questa discrepanza prestazionale possono essere le seguenti:
1. la progettazione della posa in opera non assolve ai requisiti della UNI 11673-1,
2. la progettazione della posa è corretta e assolve a tutte le esigenze prestazionali definite dalla UNI 11673-1 ma l’esecuzione della posa non è stata eseguita correttamente,
3. il prodotto installato presenta delle prestazioni diverse da quelle dichiarate in D.O.P.

In quest’ultimo caso è evidente una divergenza tra il prodotto testato in laboratorio e quello installato dovuta spesso all’estendibilità delle prestazioni.
Facciamo chiarezza sul perché possa verificarsi la situazione al punto 3.

I prodotti che testiamo in cantiere molte volte hanno dimensioni che non vengono coperte dai “test inziali” eseguiti in laboratorio.

Per fare un esempio pratico: in laboratorio si esegue il test su una portafinestra 2 ante di 3 m2, ma in cantiere viene installata una portafinestra che nonostante abbia stesso profilo ha 3 ante e una superficie di 5 m2, ovviamente tale prodotto non può essere associato alle prove iniziali di tipo della portafinestra 2 ante.
Sappiamo che la norma armonizzata per la marcatura CE delle finestre e delle porte esterne pedonali UNI EN 14351-1, prevede che a seguito della effettuazione delle prove iniziali di tipo (ITT) il produttore possa estendere il risultato dei test ai serramenti da immettere nel mercato.


L’estendibilità dei valori prestazionali rilevati nel corso delle verifiche di conformità avviene nella maggior parte dei casi attraverso limiti dimensionali che la norma stessa riporta nell’appendice “E”.
Tale estendibilità però è ritenuta valida solo in caso di presenza di un efficace piano di controllo della produzione e per tipologie di prodotto che presentano le medesime caratteristiche funzionali-costruttive del serramento testato.


Per essere quanto più sintetici possibile riportiamo una tabella riassuntiva delle principali prestazioni con i relativi limiti di estendibilità.

Dalla tabella è chiaro come sia fondamentale scegliere le dimensioni del campione da testare cercando di fare una valutazione spesso più di natura commerciale che di natura tecnica.

La domanda da porsi è: “È più conveniente massimizzare le prestazioni e quindi testare campioni di dimensioni contenute, o massi­mizzare l’estendibilità cercando di testare un campione quanto più grande possibile nella consapevolezza di perdere in termini di qualità del prodotto?

NON c’è una risposta giusta. La scelta va pon­derata in base ad ogni singola realtà e soprat­tutto alla tipologia di clienti che rappresenta il target aziendale. È una scelta tecnica ma sicuramente ha un impatto fortemente com­merciale in quanto la classe prestazionale che si ottiene durante i test rappresenta una forte leva all’acquisto sul cliente.

Come si comportano le aziende che si ri­volgono a LegnoLegno per eseguire i test?

Nella maggioranza dei casi in prima battuta l’azienda “media” testa prodotti “standard”, sia come tipologia sia come dimensioni: ad esempio una portafinestra di circa 3 m2 e una finestra di circa 2 m2, ovviamente due ante.

In questo modo si cerca di ottenere prestazioni alte durante i test, in modo da avere una grande leva commerciale, e di individuare eventuali difetti non dovuti alla dimensione ma a caratte­ristiche del prodotto. Tali difetti potranno essere corretti in un secondo momento in produzione per poi programmare nuovamente i test.

In seconda battuta:

  1. si testano prodotti di dimensioni “fuori standard” magari legati ad una specifica commessa, ad esempio finestre e porte­finestre 4 ante;
  2. si testano dei prodotti di dimensioni “fuori standard” per avere una copertura prestazio­nale abbinata solo a specifiche prestazioni ad esempio la resistenza ai carichi del vento: quest’ultima prova infatti, come evidente dalla tabella, non è estendibile a prodotti con una superfice maggiore del campione iniziale, ed è la scelta più diffusa tra i clienti del laboratorio di prove

In fase preliminare i tecnici di laboratorio cerca­no di supportare quanto più possibile le aziende nella scelta delle dimensioni dei campioni da testare in quanto si tratta di valutazione delica­ta e rappresenta un passaggio fondamentale nel processo di MARCATURA CE dei propri prodotti.



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Prove in opera OLTRE I CONFINI

Una nuova stagione di prove in opera sui serramenti

AMITOJ SINGH
Dipartimento Energia
Consorzio LegnoLegno

THANKS TO

Siamo oramai prossimi alla fine della campagna invernale di prove che il nostro Laboratorio da 4 anni a questa parte esegue per adempiere alle richieste delle aziende che hanno aderito al Marchio Posa Qualità; ad oggi possiamo contare un archivio superiore ai 200 test in opera eseguiti specificatamente sui serramenti.


Le prove effettuate non si limitano solamente ad aziende che hanno deciso di acquisire il Marchio Posa Qualità; infatti, sono stati numerosi i progetti ai quali abbiamo partecipato, al fianco di professionisti e privati che richiedono l’esecuzione di test per i serramenti.


Abbiamo così ampliato i nostri confini e le nostre esperienze raggiungendo molte realtà importanti su tutto il territorio nazionale.


Le prove in cantiere, pur se eseguite durante tutto l’arco dell’anno, si concentrano soprattutto nel periodo invernale al fine di poter eseguire con maggior accuratezza e semplicità le prove di caratterizzazione termografica.
Tutte le verifiche, oltre ad essere molto richieste, giovano notevolmente alla tutela dei lavori quando il test viene eseguito prima che le installazioni dei serramenti siano state ultimate, in modo tale che si possano sistemare eventuali complicanze individuate dagli strumenti e dall’esperienza degli operatori sul campo.


La pubblicazione della UNI 11673-4 ha infatti permesso di avere regole chiare ed univoche per l’esecuzione delle prove di cantiere, fornendo la possibilità ai fruitori dei risultati delle prove
(serramentisti, progettisti, referenti di aziende pubbliche, posatori, privati, ecc.) di avere un riferimento che dia univocità di lettura dei dati ottenuti.

L’esecuzione delle prove non può, in ogni caso, prescindere da un programma accurato che permetta alle aziende di soddisfare le richieste relative alle tempistiche, legata indissolubilmente alle esigenze del cliente.
Analizzando i dati delle aziende che si apprestano a eseguire le prove nel prossimo periodo, abbiamo registrato un elevato numero di richieste avanzate da aziende che hanno già eseguito i test e hanno evidenziato la volontà di rinnovare le verifiche per mettersi “alla prova”, soddisfare le richieste del Marchio Posa Qualità e mantenere un profilo distintivo dai propri competitor.
Non mancano però anche le aziende che hanno aderito al progetto delle prove di cantiere per la prima volta, a dimostrazione di una costante maggiore sensibilizzazione dei serramentisti verso questo nuovo orizzonte che vede gradualmente migrare i test in laboratorio verso le prove di cantiere.

ESEMPIO


Come descritto, pur eseguendo i test con maggiore intensità nel periodo invernale, grazie alla maggior facilità di realizzare le termografie per le quali è necessità una differenza di temperatura significativa tra interno ed esterno, rimangono numerose le prove di permeabilità all’aria e tenuta all’acqua per le quali non vi è l’esigenza di una differenza di temperatura, con possibilità di eseguire il test in qualsiasi periodo dell’anno prendendo parte anche a notevoli progetti in grandi infrastrutture come il noto quartiere di “City Life” a Milano.
La mappa riportata a fianco illustra in percentuale le regioni ove il nostro laboratorio si è recato per le prove in cantiere.

Per ulteriori informazioni riguardanti le prove in opera e le opportunità che queste generano, l’ufficio tecnico di Legnolegno è sempre pronto ad assumere le vostre richieste.



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Nuova era per i controtelai monoblocchi

Davide Barbato
Responsabile Qualità Laboratorio
Tecnologico LegnoLegno

Quanti soggetti gravitano “intorno” al prodotto monoblocco! Abbiamo:

  1. il produttore del monoblocco (che sia un serramentista che produce monoblocchi per sé stesso oppure un’azienda specializzata nella realizzazione di monoblocchi);
  2. il professionista, che acquista il monoblocco (serramentista, impresa edile, ecc.);
  3. il posatore, che potrebbe essere contrat­tualmente una figura diversa dalle due pre­cedenti;
  4. il cliente, che deve valutarne l’acquisto (pro­gettista, cliente finale, ecc.);

Altre figure che possono interagire con la produzione e la commercializzazione di questo prodotto che acquisisce sempre maggiore rilevanza nel comparto dei serramenti.

THANKS TO

La domanda che spesso ci pongono molti tra i soggetti che abbiamo citato è: Il cliente mi ha chiesto il monoblocco a norma; il mio lo è?

Ad oggi, a questa domanda non c’è risposta, semplice perché non esiste (ancora…) una norma che specifichi come regolamentare e gestire la definizione delle prestazioni del prodotto monoblocco.

Proviamo a fare un po’ di ordine.

Il monoblocco può essere considerato come uno dei componenti edilizi che, negli ultimi anni, più di tutti ha avuto sviluppo tecnico e tecnologico; al fine di adattarsi alle situa­zioni più diverse, sia le forme sia i materiali ed i componenti sono stati oggetto di grande innovazione.

Monoblocchi per serramenti con avvolgibile, zanzariera, frangisole, per persiana, ecc. pre­vedono strutture e componentistica differenti; la necessità di avere un supporto per una per­siana da inserire nel monoblocco prevede una progettazione e realizzazione diversa da un prodotto che invece ha cassonetto e avvolgibile per il quale bisogna porre attenzione a come mitigare il ponte termico legato alla presenza delle guide e delle cave.

Esistono direttive tecniche e norme che con­sentono di verificare il monoblocco (ed ogni altro componente edilizio) in una condizione specifica di utilizzo.

Ad esempio verificare il comportamento termico:

  • di uno specifico monoblocco;
  • con uno specifico infisso;
  • con uno specifico vetro;
  • con uno specifico distanziatore del vetrocamera;
  • inserito in uno specifico contesto murario.

Un’analisi come quella sopra riportata fonda­mentale, ad esempio, in casi ove è necessario valutare preliminarmente il comportamento energetico della lavorazione, fornisce dati unici, relativi proprio ad una situazione molto particolareggiata.

Il caso che però vogliamo trattare è diverso; al pari di quello che avviene con la quasi totalità dei prodotti da costruzione, acquisisce sempre maggiore rilevanza la necessità di conoscere le caratteristiche prestazionali DEL SOLO MONOBLOCCO.

Io, operatore del settore che produco/com­mercializzo i miei serramenti che sono ben caratterizzati ed accompagnati da tutte le prestazioni del caso, ho spesso la necessità di indagare invece sulle prestazio­ni del monoblocco per capirne la possibilità di utilizzo e per valutare l’integrazione e la complementa­rità al lavoro che mi appresto a svolgere.

Sono quindi interessato a cono­scere:

  • La permeabilità all’aria DEL SOLO MONOBLOCCO
  • La tenuta all’acqua DEL SOLO MONOBLOCCO
  • La prestazione acustica DEL SOLO MONOBLOCCO
  • Le prestazioni termiche DEL SOLO MONOBLOCCO

Ecc.

Per fare quanto sopra riportato, spesso (forse meglio dire sempre), posso avere la necessità di dover confrontare due prodotti e valu­tarne le caratteristiche, per fare la scelta più idonea alla richiesta della committenza.

Facciamo un passo indietro (o meglio di fianco) per poter fare un esempio con i serramenti.

Nelle immagini di seguito (fig. 1 e 2) vediamo due prodotti comple­tamente differenti che sono as­soggettati alla verifica di tenuta all’acqua di Laboratorio.

fig. 1
fig. 2

I prodotti, un bilico di forma ovale in ottone ed una classica finestra in legno rettangolare, presenteran­no certamente prestazioni tra loro differenti ma la valutazione avvie­ne nel medesimo identico modo.

Grazie all’esistenza della norma che regola questa prova è pos­sibile poter “paragonare” due risultati perché la verifica è stata eseguita con medesima pressio­ne dell’aria, medesima quantità di acqua, medesima tipologia degli ugelli, medesima distanza degli ugelli dal campione, medesimo interasse, e chi più ne ha più ne metta.

E se la prova di tenuta all’acqua fosse stata eseguita con una pompa da giardino?

fig. 3
fig. 4 Verifica di isolamento acustico con tamponamento in piombo
fig. 5 Verifica di isolamento acustico con tamponamento composto da pannello di legno e isolante

Come avremmo potuto confrontare il risultato di questa “prova” con un qualsiasi altro risultato?

Che portata di acqua, in che zona, con che pressione è stata eseguita questa verifica?

Eppure, in mancanza di una regola che de­scriva “come fare”, ci troveremmo in un limbo di indecisione.

L’importanza che ricopre il monoblocco ha quindi comportato la necessità di lavorare sulla realizzazione di una norma specifica che ne regolamenti le prestazioni e ne identifichi nel dettaglio modalità di verifica.

Un caso da prendere ad esempio è un re­quisito oggi molto richiesto al prodotto mo­noblocco; la verifica dell’isolamento acustico.

Il monoblocco, portato in Laboratorio per una prova di isolamento acustico, dovrà gioco for­za presentare un “tamponamento” nella sede preparata per il serramento.

Il valore acustico potrà, con molta probabilità, essere influenzato (in modo positivo o negativo) dal prodotto “tamponamento” che si deciderà di utilizzare:

  • Utilizzo una finestra con isolamento acustico da 40 dB?
  • Utilizzo una finestra con isolamento acustico da 44 dB?
  • Utilizzo un pannello in piombo da 50 dB?

Il serramentista produttore di infissi che do­vrà acquisire il monoblocco si troverà nella maggior parte dei casi a dire “Il serramento di mia produzione l’ho testato io e sono ben consapevole del valore acustico che offre… ma il tuo monoblocco che valore di isolamento acustico possiede?”

Grazie ad una norma, in fase di realizzazio­ne, sarà possibile avere certezza che il va­lore acustico dei due monoblocchi verificati sia stato eseguito mediante riferimento allo stesso documento e sia quindi pienamente utilizzabile dal serramentista in una scelta più consapevole sul monoblocco da acquisire in combinazione al suo serramento.

Discorso analogo per la verifica termica; un monoblocco verificato considerando un ser­ramento scorrevole in alluminio ed un mo­noblocco con analisi termiche eseguite con serramento in legno.

È indubbio che il risultato dei valori dei ponti termici saranno differenti; e tornando al serra­mentista che ha verificato il suo serramento e che conosce a memoria i valori della trasmit­tanza termica dei prodotti, risulta necessario poter valutare con chiarezza e trasparenza quale monoblocco sia effettivamente più ido­neo nel suo caso.

Può capitare, parlando con alcuni serramentisti e fornitori, di percepire una certa indolenza nei confronti di modifiche e innovazioni normative; tutto dipende dall’utilizzo e dalle possibilità che pensiamo poterne nascere.

Riuscire a chiarire un ambito come quello prestazionale legato ai monoblocchi, ove può capitare che i metodi stessi di verifica utilizzati possano essere differenti da un prodotto ad un altro e quindi non permettere di fare valu­tazioni corrette, combinato con la necessità di conoscere le prestazioni dei monoblocchi al fine di poterle correlare ai serramenti che dovranno alloggiare, rende questa prossima norma uno strumento di sicuro arricchimento per il nostro settore.



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Verifiche in opera: il “check up” completo di un plesso scolastico

Nel mese di maggio 2023, quando sembrava ormai approssimarsi la fine della primavera, il laboratorio tecnologico LegnoLegno ha rice­vuto un prestigioso incarico: condurre delle analisi in opera sui serramenti installati in tre edifici scolastici facenti parti di un me­desimo plesso.

Tali fabbricati infatti sono stati oggetto di un recente ed importante intervento di ristruttu­razione che prevedeva, fra le altre cose, la sostituzione degli infissi originari risalenti agli anni 70/80. Il livello di complessità degli interventi previsti, insieme alla lungimiranza e competenza dei professionisti a cui la Pubbli­ca Amministrazione ha affidato la Direzione Lavori, ha fatto sì che a collaudo dell’opera fossero previsti alcuni test da effettuarsi post installazione.

THANKS TO

E vogliamo cogliere l’occasione per sottoli­neare che è stato un piacere collaborare con progettisti così preparati e con i quali, anche laddove vi possano essere visioni divergenti su alcuni dettagli, esse convogliano sempre e comunque in un confronto costruttivo.

Non abbiamo voluto sottolineare a caso il pe­riodo dell’anno in incipit. Parte dei test, infatti, si basa sull’analisi agli infrarossi, tecnologia che necessita di un sensibile “gap termico” tra ambiente esterno ed interno, ed il periodo di maggio inoltrato non è certo quello ideale perché siano garantite tali condizioni. Per di più, il luogo ove sono ubicati gli edifici (San Vincenzo, provincia di Livorno) risente di un clima prettamente costiero in cui non vi sono significativi scostamenti tra le temperature diurne e quelle notturne.

Tuttavia, ed in tal caso la possiamo conside­rare una fortuna, la seconda metà di maggio dell’anno in corso è stata caratterizzata da temperature molto più basse delle medie del periodo anche a quelle latitudini, dando luogo a quello che generalmente i meteorologi chia­mano “colpo di coda” dell’inverno, con buona pace dei non pochi turisti già presenti in quel periodo in quella località.

Tale anomalia termica, unitamente all’utilizzo di appositi generatori di calore posti all’interno dei locali, ha consentito di realizzare quel gap termico interno/esterno che le norme richie­dono affinché si instauri un regime di scambio termico che pone in evidenza eventuali ponti termici conduttivi. È stato comunque necessa­rio condurre le analisi termografiche non oltre le ore 6.00 del mattino, ponendo i generatori di calore all’interno dei locali interessati dal tardo pomeriggio del giorno precedente.

Le analisi, su indicazione della DL, sono state condotte in maniera analoga per i tre edifici (una scuola materna, una scuola elementare e una scuola media) seguendo il seguente schema: in ogni fabbricato è sta­ta dapprima individuata un’aula campione, all’interno della quale vi fossero almeno due serramenti gemelli o, per lo meno, analoghi.

Il laboratorio ha quindi eseguito su un primo serramento campione un test termografico a pressione ambientale, subito seguito da un test termografico in condizioni di depressione indotta, per concludere con una misura della permeabilità all’aria.

Su un secondo campione della stessa aula, come si diceva analogo anche per consentire valutazioni di confrontabilità, è stata effettuata la misura della permeabilità all’aria.

Infine, è stato condotto un test acustico sulla facciata su cui i due serramenti campione insistono. Naturalmente, tutte le prove sono state realizzate da personale certificato, come richiesto dalle norme tecniche di riferimento e dai disposti legislativi in materia di acustica.

Con grande soddisfazione di tut­te le parti coinvolte, in primis del serramentista che ha curato anche la posa in opera, i risultati sono stati molto positivi, evidenziando come una corretta installazione abbia garantito il mantenimento in opera delle prestazioni di prodotto dichiarate.

Ad un secondo livello di appro­fondimento, è stato anche rilevato come serramenti analoghi resti­tuiscano risultanze del medesimo ordine di grandezza, altro scopo dell’indagine e per nulla scontato quando si parla di posa in opera.

Non ultimo, i risultati delle prove di permeabilità all’aria hanno mes­so in evidenza, confrontando i tre fabbricati, una chiara correlazione con il test acustico di facciata, e questo tipo di analisi incrociata indubbiamente avvalora l’atten­dibilità dei risultati.

Sulla base di queste considerazio­ni, e della corretta campionatura dei locali prima, e dei serramenti dopo, è possibile ridurre al minimo i margini di errore nell’estendere tali esiti agli interi edifici che sono stati oggetto di ristrutturazione.

Come sempre avviene, ed a mag­gior ragione per un lavoro di tale importanza e complessità, prima di qualsiasi test o sopralluogo preliminare, è stata cura del la­boratorio analizzare gli elaborati di progetto unitamente alle DoP dei prodotti testati.

Lo studio delle soluzioni proget­tuali relative alla posa in opera è per il nostro laboratorio parte integrante della prova stessa, in linea con quanto previsto dalla “famiglia” normativa sulla posa in opera dei serramenti (UNI 11673) che non a caso si compone, fra le altre, di una parte progettuale (parte 1) e di una esecutiva (parte 4).

Attraverso queste valutazioni preli­minari, è stato possibile ad esem­pio constatare che l’intervento di ristrutturazione non prevedeva l’in­terruzione dei davanzali, svinco­lando di conseguenza l’analisi da evidenze attribuibili al preesistente contesto non oggetto di ammo­dernamento, ed in alcun modo riconducibili all’installazione dei serramenti.

Allo stesso modo, è indubbio che occorra un test di verifica dell’ese­cuzione per accertare che il “siste­ma” non funziona solo sulla carta, ma anche nella realtà, laddove la corretta posa può essere influen­zata da una moltitudine di fattori e di dettagli di natura squisitamente esecutiva.

In conclusione: soddisfatto l’ente pubblico committente, soddisfatta la DL, soddisfatto il serramentista e soddisfatti anche noi del labo­ratorio.

Chissà cosa avrà pensato il piccolo Leonardo, un bimbo della scuola materna che, incuriosito da quegli uomini in abiti da lavoro che trasportavano strane attrezzature tra una prova e l’altra, si è avvicinato e un po’ spavaldamente ha chiesto:

“Ma voi cosa fate qui?”

“Control­liamo che quando vieni a scuola tu possa stare bene, senza sentire caldo, senza sentire freddo, e senza rumori fastidiosi”.

Il piccolo Leonardo senza fiatare si è allontanato con sguardo interro­gativo… Ma ci piace pensare che fosse soddisfatto anche lui.

ANGELO POLENTA

Laboratorio Tecnologico LegnoLegno



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Apertura portale telematico ENEA 2024

Gentili Soci e Clienti,

vi comunichiamo che è online il nuovo Portale di Enea 2024 per l’inserimento di tutte le pratiche riguardanti interventi di Ecobonus e Bonus Casa che sono terminati e che termineranno nel 2024.

Vi ricordiamo che, come sempre, la trasmissione dei dati ad Enea, riguardanti gli interventi di Ecobonus e Bonus Casa, deve avvenire entro e non oltre i 90 giorni dalla data di ultimazione dei lavori in quanto la mancata o tardiva comunicazione può comportare la perdita del Bonus Fiscale.            

Inoltre, come specificato da Enea, vi informiamo che il termine dei 90 giorni per la trasmissione dei dati riguardanti gli interventi con data fine lavori compresa tra il 1° gennaio 2024 e il 26 Gennaio 2024, decorrerà da quest’ultima data.

Attenzione: l’inserimento delle pratiche riguardanti gli interventi del 2023 rimarrà comunque possibile fino al 30 Marzo 2024, ovviamente entro il limite previsto dei 90 giorni dalla data di fine lavori.

Legnolegno, con un servizio strutturato, supporta i serramentisti nella compilazione delle pratiche ENEA, nell’Asseverazione e nella Verifica dei Costi relative ad ECOBONUS e BONUS CASA.

Informazioni aggiornate le trovate in questa pagina

Tenuta all’acqua: a volte un problema a volte un incubo

In un settore come quello del serramento, in cui i progressi proseguono in maniera continua e rapida, al punto tale che spesso ci si chiede se sia ancora possibile migliorare ulte­riormente, a volte è bene soffermarsi su quelle note stonate che invece vanno un po’ in controtendenza e che, se non adeguatamente affrontate, rischiano di rappresentare un problema di sempre più difficile soluzione.

Uno di questi è sicuramente la tenuta all’acqua: garanti­re prestazioni talvolta anche minime sta diventando per tanti produttori, piccoli, medi o grandi che siano, una vera montagna da scalare e questo, ripetiamo, in un contesto nel quale tutte le altre performance di prodotto crescono significativamente.

THANKS TO

Una prima riflessione probabilmente potrebbe partire proprio da qui: che sia in parte colpa del fatto che l’attenzione, per tanti motivi, si è concentrata su altri requisiti?

Non vi è dubbio che la prestazione energetica, vuoi per i decreti sempre più stringenti, vuoi per i requisiti richiesti ai fini delle detrazioni fiscali, vuoi per la crescente presenza di protocolli severi in cantieri importanti, ha sicuramente avuto l’effetto indiretto di porre un po’ in ombra le caratteristiche “funzionali” che sono richieste ad un serramento.

Non solo: l’ascesa dell’importanza dell’acustica, che molto spesso comporta la necessità di trovare dei compromessi per non impattare sulla termica, ha ulteriormente distolto lo sguardo da quelle performance che consideriamo basilari e tra queste, appunto, la tenuta all’acqua.

Ma perché tali effetti negativi riguardano proprio la tenuta all’acqua?

Rispondere a questa domanda non è facile, ma proviamo a farlo.

L’acqua è un elemento naturale che, fisicamente e chimica­mente, risponde a regole proprie che spesso nulla hanno a che vedere con altri elementi naturali quali, ad esempio, l’aria.

Ne sono una prova le mille e uno problematiche di cui l’acqua è protagonista nel mondo dell’edilizia e delle co­struzioni in genere.

Volendo un po’ semplificare: l’acqua non perdona, non fa sconti, ed è in grado di portare alla luce anche il difetto più minimo e nascosto.

E, soprattutto, la tenuta all’acqua non si può correlare in maniera diretta con nessuna delle altre performance, cosa che invece, con le dovute cautele, è possibile per altre trattazioni (permeabilità all’aria ed acustica, ad esempio).

Pertanto, anche quando un difetto di realiz­zazione del prodotto sia evidente ed impatti sulle altre prestazioni, nella maggior parte dei casi questo, comunque, non ne pregiudica la classificazione; discorso diverso invece per la tenuta all’acqua in quanto, una volta verificatasi un’infiltrazione critica, il test è da ritenersi concluso.

Queste considerazioni che ci teniamo a con­dividere derivano da precise statistiche del nostro laboratorio, dove la tenuta all’acqua è l’unica caratteristica per la quale non è in­dividuabile un trend di crescita. Nota molto importante: non si pensi che la problematica riguardi solo prodotti complessi e particolari.

Le criticità coinvolgono anche i più semplici e canonici sistemi a battente che giungono in laboratorio al solo fine di eseguire le cosiddette “prove iniziali di tipo”, senza che vi sia alcun obiettivo prestazionale da raggiungere se non quello dell’immissione sul mercato.
A tal proposito quindi, si profila all’orizzonte un problema doppio: da un lato la prestazione di tenuta all’acqua che non migliora e, in alcuni casi, addirittura decresce; dall’altro, capitolati sempre più restrittivi, con requisiti di tenuta all’acqua sempre più elevati, talvolta diremmo quasi estremi. Ecco che l’espressione “montagna da scalare” non pare per nulla esagerata.
E non è tutto. Come sappiamo, dal 2021 nel nostro paese è stata pubblicata una norma (UNI 11673-4) che disciplina le verifiche in opera dei serramenti, anche in merito alla tenuta all’acqua.
In precedenza, e quindi fino a poco fa, le attività di questo tipo normate riguardavano solo le facciate continue (UNI EN 13051). Ebbene, se ci spostiamo dal laboratorio al cantiere le cose si complicano ulteriormente, poiché entrano in gioco altri fattori e che fattori: la corretta progettazione della posa in opera e l’effettiva corretta esecuzione della stessa. Insomma, le statistiche peggiorano ulteriormente.

Va anche sottolineato un altro aspetto: obiettivo della norma UNI 11673-4 è il “mantenimen­to in opera delle prestazioni”, ma di quali prestazioni?

Di quelle dichiarate a seguito dei test di labo­ratorio, evidentemente.

Ovvero: laddove anche in laboratorio si siano raggiunti risultati significativi, in caso di test in opera quei risultati vanno mantenuti, dice la norma.

Questo significa che tanto più il risultato in laboratorio è stato buono, tanto più la posa in opera deve essere realizzata in maniera perfetta per non incidere negativamente. E con un “avversario” come l’acqua, sappiamo quanto è dura la partita.

Come si esce da questa situazione? Come si può invertire la tendenza? Quali possono essere le soluzioni?

Innanzitutto, a nostro avviso, serve maggiore attenzione.

Può sembrare banale, ma verso una problema­tica che non perdona la minima disattenzione ogni dettaglio costruttivo prima, e di installazione poi, deve essere valutato con estrema precisione e senza lasciare nulla al caso.

Di certo la costante evoluzione dei compo­nenti di un sistema serramento, e le sempre migliori tecnologie dei materiali per la posa ci vengono in soccorso. Ma al tempo stesso, le problematiche relative alla tenuta all’acqua dimostrano come questi fattori, se considerati singolarmente, non sono sufficienti: il successo deve più che mai venire da un “gioco di squadra”.

Quando tutti i fattori vengono invece trattati come parti di un organismo d’insieme, vuol dire che l’approccio è sicuramente diventato quello giusto.

Ma per arrivare a questo occorre sperimen­tare, sperimentare e ancora sperimentare.

Per capire se un dettaglio, una giunzione, uno scarico, una guarnizione, l’elemento di una so­glia, etc., funzionano o no, e provare a trarre delle conclusioni, l’unica strada da seguire è quella dell’esperienza.

Si vuole sottolineare questo aspetto in quan­to, anche realtà importanti e strutturate, fanno ancora abbastanza fatica ad investire in termini di sperimentazione.

Ma i risultati spesso scadenti sulla tenuta all’acqua ci insegnano che ciò che si ri­sparmia prima spesso si paga, con elevati interessi, in un secondo momento.

Una volta che le esperienze faranno crescere le competenze allora questo, insieme ai prodotti, alle tecnologie, e alle idee che già ci sono, saranno solo da “assemblare” per incanalarsi nella strada del miglioramento continuo.

Solo allora, anche se continuerà a piovere, potremo finalmente ripararci sotto l’om­brello.

ANGELO POLENTA

Laboratorio Tecnologico LegnoLegno



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Vetri a basse emissioni di carbonio

Vantaggi ambientali senza compromettere le prestazioni e l’estetica

Antonio Radaelli
Marketing Director Construction Materials SAINT-GOBAIN ITALIA

L’innovazione è fondamentale nel vetro per finestre.

Un’innovazione che deve essere intesa sia in termini di prestazioni tecniche, imprescindibili per il processo di efficientamento energetico degli edifici in un contesto di vetustà nel parco edilizio italiano, in termini di sostenibilità e di produzione dei vetri; sia nella progettazione di edifici a ridotta impronta di carbonio.

THANKS TO

Gli obiettivi sfidanti imposti dall’Europa entro il 2050 imporranno la realizzazione di edifici sempre più performanti attraverso l’utilizzo di materiali sostenibili in fase di produzione, di utilizzo e fine vita. Nei prossimi anni non solo il mercato recepirà le novità immesse, ma chiederà standard di sostenibilità sempre più elevati.

I prodotti Saint-Gobain sono pensati per migliorare gli spazi in cui viviamo in termini di efficienza energetica e di sicurezza, e sono progettati nel più ampio rispetto degli standard di sostenibilità in tutte le fasi di vita: dall’approvvigionamento delle materie prime, attraverso un utilizzo intelligente delle risorse nel rispetto dell’ambiente e della natura, durante la vita dell’edificio, fino alla fase di fine vita, durante la quale bisogna tenere in considerazione la gestione dei prodotti come scarti e rifiuti e, infine, la loro re-immissione nel ciclo produttivo come contenuto di riciclato.

Nonostante il vetro possa essere riciclato infinite volte, sappiamo che il vetro destinato all’edilizia ha esigenze specifiche e una chimica speciale, per questo, per aumentare il contenuto di materiale riciclato, possono essere riutilizzati soltanto gli scarti di vetro provenienti dalle lavorazioni dello stesso vetro piano, che sono chiamati cullet.

Uno dei nostri obiettivi è aumentare sempre più la quantità di cullet proveniente da fonti esterne con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2, attraverso la diminuzione del fabbisogno energetico necessario a fondere le materie prime, riuscendo allo stesso tempo a preservarle.

L’attenzione alla sostenibilità e all’impatto ambientale ha spinto Saint-Gobain a realizzare un vetro piano dedicato al mondo dell’edilizia utilizzando il 64% di vetro riciclato (rottame) e il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili.

La scelta di materiali sostenibili è fondamentale per affrontare la sfida della riduzione dell’impatto. Il settore edile rappresenta il 40% delle emissioni annue di CO2 a livello mondiale.

ORAÉ®, il primo vetro a bassa impronta di carbonio sul mercato è stato presentato da un anno e offre un impatto sull’ambiente più basso del 42% (solo 6,64 Kg CO2eq/m2 su spessore 4mm per la sua produzione) rispetto al prodotto standard PLANICLEAR® e si posiziona come uno tra i vetri più sostenibili per gli edifici di nuova generazione, quelli che richiedono notevoli quantità di energia per il condizionamento ed il riscaldamento.

Il nuovo vetro a basse emissioni di carbonio ORAÉ® è integrato alla gamma di soluzioni esistenti Saint-Gobain, in particolare alla linea di vetri selettivi COOL-LITE® XTREME in modo da combinare i benefici di entrambi i prodotti e ottenere un impatto positivo sull’ambiente senza compromettere prestazioni ed estetica delle facciate.

È stato recentemente lanciato PLANITHERM® INFINITY ORAÉ®, il primo vetro a bassa impronta di carbonio combinato con il prodotto top di gamma per il mercato della finestra; questo prodotto rappresenta la risposta alle esigenze per il mercato residenziale e terziario, dove le vetrate e le finestre diventano sempre più di grandi dimensioni e richiedono caratteristiche tecniche sempre più performanti.

Sia il COOL-LITE® XTREME ORAÉ® che il PLANITHERM® INFINITY ORAÉ® sono in grado, infatti, di ridurre le emissioni di CO2 anche nella quotidianità, riducendo gli apporti solari (fattore solare g), le dispersioni termiche (trasmittanza termica Ug), e permettendo infine un maggior apporto di luce naturale all’interno degli edifici. A seconda delle prestazioni che si vogliono raggiungere i vetri devono essere inseriti in vetrate isolanti doppie o triple, opportunamente composte da vetro stratificato che, realizzato con speciali plastici, permettono di aggiungere prestazioni di sicurezza e di fono-isolamento.

Ciò conferma il ruolo essenziale che ORAÉ® svolgerà nella promozione di un’industria sostenibile e nell’accelerazione dello sviluppo di un’economia circolare a basse emissioni di carbonio.

FINESTRA +


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Verso edifici Net Zero Carbon: come possono contribuire l’involucro e i serramenti?

Paola Colombo
Area Tecnica Green Building Council Italia
Laureata in ingegneria edile, dopo un’esperienza nella ricerca universitaria presso il Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, da giugno 2022 è parte dello staff tecnico di GBC Italia e si occupa di progetti di innovazione e di certificazioni energetico-ambientali.

A marzo 2023, il rapporto di sintesi del Sesto Assessment Report dell’IPCC ha messo in evidenza come le attività umane dell’ultimo secolo – con un consumo incontrollato e non sostenibile di combustibili fossili, energia, risorse e suolo – hanno causato un riscaldamento globale di 1,1°C rispetto ai livelli preindustriali, che si manifesta con sempre più frequenti e diffusi fenomeni metereologici estremi che mettono a rischio beni e persone in ogni regione del mondo.

THANKS TO

Per limitare il riscaldamento globale e garantire un futuro vivibile per tutti è dunque necessaria un’azione urgente per il clima che affronti una sfida senza precedenti: ridurre in maniera profonda e rapida le emissioni di gas serra in tutti i settori, fino al loro dimezzamento entro il 2030.

Gli edifici sono responsabili di circa il 40% delle emissioni a livello globale, di cui circa due terzi dovuti ai consumi energetici, mentre la restante parte è da attribuire alle emissioni legate a materiali e processi di costruzione. Il settore ha dunque la responsabilità di fissare e perseguire obiettivi che mirino nella direzione di edifici Net Zero Carbon. Ma cosa significa edifici Net Zero Carbon? Sono edifici che perseguono l’azzeramento delle emissioni nette di carbonio, prendendo in considerazione non solo le emissioni legate ai consumi di energia in fase operativa, ma anche l’impatto ambientale associato al carbonio incorporato durante l’intero ciclo di vita.

Andamento del carbonio biogenico e del carbonio fossile di un generico prodotto a base legno
Fonte: Strumenti per la decarbonizzazione: contabilizzazione dell’Embodied Carbon nel ciclo di vita di un manufatto edilizio
Pubblicazione a cura di Green Building Council Italia – ISBN 978-88-6627-378-3 – https://gbcitalia.org/area-download/roadmap/

Questo tipo di approccio è noto come Whole-Life Carbon Vision ed è uno dei pilastri che guidano l’azione di Advancing Net Zero (ANZ), il programma globale della rete del World GBC, di cui GBC Italia fa parte. Per perseguire la totale decarbonizzazione del settore, ANZ chiama aziende e pubbliche amministrazioni ad assumersi impegni concreti nel quadro del Net Zero Carbon Buildings Commitment che definisce le linee d’azione da perseguire:

  • ridurre e ottimizzare la domanda di energia degli edifici attraverso misure di efficientamento;
  • utilizzare fonti rinnovabili prodotte in loco o off-site;
  • pianificare una profonda decarbonizzazione eliminando l’utilizzo di combustibili fossili;
  • prevenire le emissioni di carbonio iniziali attuando scelte consapevoli dei materiali e delle tecnologie;
  • ridurre gli impatti e ottimizzare l’uso delle risorse nel ciclo di vita;
  • pianificare le misure per il fine vita degli edifici;
  • compensare le emissioni operative e incorporate residue.

L’involucro e i serramenti possono giocare un ruolo in diversi di questi aspetti. Da una parte, l’azzeramento e l’ottimizzazione dei consumi passa innanzitutto dalla contrazione del fabbisogno energetico tramite l’adozione di strategie di controllo delle dispersioni termiche e degli apporti solari attraverso la “pelle” dell’edificio. D’altro canto, non bisogna trascurare gli impatti generati dai processi di produzione, installazione e fine vita dai materiali e componenti dell’involucro, attuando scelte progettuali che considerino a tutto tondo le potenzialità dei diversi materiali in termini di prestazioni, vita utile e contabilizzazione del carbonio incorporato.

Ad esempio, nel caso di utilizzo di materiali e prodotti in legno, è possibile considerare il carbonio biogenico stoccato, vale a dire un credito derivante dall’assorbimento di CO2 durante la fase vegetativa di una pianta. In questo caso, sarà necessario valutare i possibili gli scenari di fine vita per garantire una corretta contabilizzazione.

Green Building Council Italia

Green Building Council Italia è un’associazione no-profit che promuove la trasformazione del settore edile italiano verso pratiche sostenibili per uno spazio abitato più salubre, sicuro, confortevole ed efficiente. L’associazione conta più di 350 soci dell’intera filiera, tra cui costruttori, pubbliche amministrazioni, università, società di progettazione e produttori. GBC Italia è membro stabile del World GBC, la rete di più di 70 GBC nazionali che costituiscono la più grande organizzazione internazionale al mondo attiva per il mercato delle costruzioni sostenibili.

FINESTRA +


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Obiettivo 45db: un lavoro di squadra!

L’importanza della collaborazione che deve innescarsi tra coloro che ruotano attorno al foro finestra.

DANIELE CAGNONI

Docente Corso di Alta Formazione sulle Patologie Edilizie- infissi. Docente Legno Legno per la qualifica EQF4 sulla posa in opera degli infissi. Professionista per la posa degli infissi di Qualità Casaclima
Consulente tecnico/energetico infissi, isolamenti e VMC localizzata. Membro del Comitato Tecnico UNI/CT 033/GL 12 “Finestre, porte, chiusure oscuranti e relativi accessori”

MASSIMILIANO AGUANNO

Titolare di Lema serramenti e del marchio Finestra Smart®Serramenti ad alte prestazioni acustiche. Operatore termografico II livello UNI 9712

THANKS TO

Meuco Rivista LLN 71

In questo articolo vogliamo esplorare insieme un’installazione che aveva degli obiettivi veramente importanti. Io (Daniele Cagnoni) e Massimiliano Aguanno siamo coautori del libro “Infissi e Serramenti: Danni e Difetti”, una guida ritenuta indispensabile da chiunque voglia comprendere a fondo le malizie di questo settore.

In qualità di serramentisti, abbiamo sempre riconosciuto l’importanza degli infissi e serramenti non solo come elementi funzionali di un edificio, ma come veri e propri strumenti per migliorare il design e il comfort abitativo.

La collaborazione tra figure professionali, al giorno d’oggi, è di fondamentale importanza per elevare gli standard qualitativi nel campo dell’edilizia. Quando parliamo di collaborazione, non parliamo solo della nostra (mia e di Massimiliano) ma di quella che deve innescarsi tra coloro che ruotano attorno al foro finestra.

Se da una parte ci sono io, sempre alle prese con lavori prevalentemente orientati verso la miglioria termica, dall’altra c’è Massimiliano che deve lottare ogni giorno con la miglioria acustica.

Ecco che in questo articolo ci concentreremo su un caso studio di Massimiliano dove la prestazione acustica dei serramenti in opera era una prerogativa determinante. Sempre senza trascurare le altre prestazioni: termica e tenuta acqua-aria-vento.

Ottenere massimo isolamento acustico con i serramenti, adatto anche ad aree molto rumorose, è possibile. Con la giusta progettazione e un’esecuzione accurata possiamo raggiungere ottimi risultati anche in una grande metropoli come Milano.

L’isolamento acustico dei serramenti è tra le prestazioni più complesse da ottenere. Dobbiamo lavorare bene dal lato prodotto, progettare il lavoro con attenzione ed eseguirlo in modo impeccabile. In acustica basta la minima fessura per lasciare passare il rumore.

Uno degli interventi più complessi e importanti ai quali abbiamo partecipato è quello di via Zurigo 3, area estremamente trafficata di Milano dove passano auto e bus per tutto il giorno. L’edificio è un ex complesso ad uso uffici, convertito in condominio con 40 appartamenti che dovevamo proteggere dal rumore esterno.

Grazie alla collaborazione con i diversi professionisti a lavoro siamo riusciti a raggiungere un isolamento acustico di 45 db, uno dei migliori risultati possibili.

In questo articolo partiamo proprio dall’intervento di via Zurigo 3. Ripercorrendo le fasi e le caratteristiche di questo lavoro, vedremo insieme come funziona l’isolamento acustico dei serramenti e le possibili soluzioni per gestire vincoli e criticità specifiche.

Isolamento acustico 45 db, gli obiettivi dell’intervento in via Zurigo 3

Il complesso di via Zurigo 3 in una fase preliminare del cantiere

Quello di via Zurigo 3 è un imponente edificio nato per ospitare degli uffici. Il committente dell’intervento voleva ristrutturarlo trasformandolo in un complesso con 40 appartamenti in grado di offrire un ottimo comfort termico e, soprattutto, acustico.

Il rumore è un problema enorme per questa zona, si sentono costantemente auto e mezzi pesanti che passano, assieme a clacson e sirene delle ambulanze.

Il progetto prevedeva un isolamento acustico di facciata pari a 40 db, ed è noto che i serramenti sono il punto debole, specie in facciate con molti fori come quella in esame. Noi volevamo andare oltre le richieste minime e spingerci fino a 45 db. Significa abbattere in modo praticamente completo il rumore esterno.

Esempio:

  • Isolamento acustico 40 db: chiudendo i serramenti il rumore si smorza, ma rimane un suono costante di sottofondo.
  • Isolamento acustico 45 db: chiudendo i serramenti l’ambiente è completamente isolato dall’esterno, senza praticamente rumori di fondo.

Quanto incidono i serramenti sull’isolamento acustico di un edificio

Foto della facciata dove si può notare quanta superficie complessiva è
coperta dal vetro

Quando lavoriamo sull’isolamento acustico dai rumori esterni i serramenti hanno un ruolo chiave. Sono il punto debole dell’involucro edilizio a causa del loro spessore ridotto rispetto alla parete e agli elementi mobili.

Per un lavoro come quello di via Zurigo 3 il ruolo dei serramenti era ancora più cruciale. Come puoi vedere nella foto sotto, profili e vetro coprono quasi l’intera facciata e sono direttamente esposti al rumore esterno che proviene dalla strada di fronte.

Come ottenere isolamento acustico con i serramenti

Foto della facciata dove si può notare quanta superficie complessiva è
coperta dal vetro. Test acustico eseguito durante una delle fasi di cantiere

L’acustica è una prestazione molto complessa da ottenere. Condivide alcune esigenze della termica (tenuta di serramento e giunti di posa), necessita però di attenzioni specifiche dovute alla natura dell’onda sonora e alle strategie per attenuarla.

Quando lavoriamo sull’isolamento acustico il nostro obiettivo è creare un percorso il più complesso possibile al rumore, in modo da smorzarlo e arrestarlo.

Per ottenere questo risultato servono ottimi prodotti con valori di tenuta importanti e un vetro acustico.

Al prodotto va affiancata una posa acustica, progettata ed eseguita con la massima attenzione. Ottenere un isolamento acustico coerente con i valori dei prodotti moderni necessita davvero tanto studio ed esperienza in questo campo.

A livello progettuale dobbiamo sempre considerare le caratteristiche specifiche dei materiali di posa:

  • per l’isolamento termico si usano materiali leggeri;
  • l’isolamento acustico ha bisogno di massa, materiali quindi più pesanti.

Compito nostro è equilibrare le prestazioni progettando dei giunti di posa in grado di rispecchiare tutte le caratteristiche certificate dal produttore del serramento che andiamo a installare. La norma UNI 11296 offre indicazioni di coerenza delle prestazioni del sigillante (Rs) rispetto alla prestazione del serramento.

Quando lavoriamo sul nuovo abbiamo la possibilità di progettare ogni elemento in modo minuzioso. Nella ristrutturazione/riqualificazione le cose si fanno più complicate, vediamo perché.

Le criticità della sostituzione, analisi del caso di Via Zurigo 3

Lavorare su un edificio del passato significa affrontare tutte le criticità che si porta dietro. Il vano murario di un edificio degli anni ‘60 difficilmente offrirà prestazioni adeguate e necessita una predisposizione specifica.

Nel caso di via Zurigo 3, oltre a gestire la struttura datata, dovevamo rispettare dei vincoli molto rigidi:

  • non potevamo usare controtelai monoblocco termoacustici
  • i cassonetti degli avvolgibili dovevano mantenere il sistema di ispezione con cielino scorrevole, un punto debole per acustica e termica

Come avviene in tanti cantieri non potevamo lavorare in una condizione ideale. Dovevamo prendere i principi teorici e applicarli a un contesto reale, con i suoi limiti e le sue complessità.

Per gestire una situazione di questo tipo entrano in gioco formazione e, soprattutto, esperienza. Serve realizzare soluzioni su misura, in grado di risolvere nel miglior modo possibile il problema che ci troviamo di fronte.

La collaborazione con i diversi professionisti a lavoro è fondamentale se vogliamo ottenere un risultato garantito. Questo è uno dei casi dove abbiamo fatto molta pressione per creare da subito la massima sinergia.

Nel libro “Infissi e serramenti: danni e difetti” – Ed. Maggioli Editore -, oltre a parlare delle possibili conseguenze che possono verificarsi a causa di prodotti non proprio conformi e installazioni non progettate con cura, ci concentriamo molto sulla collaborazione dei professionisti.

Fase preliminare di cantiere. Si possono notare i vecchi infissi, i cassonetti e la struttura dell’edificio

Dettagli dell’intervento e considerazioni

Il progetto esecutivo è stato realizzato con 12 tavole, approvate da Architetto, Responsabile di Progetto (il RUP) e condivise in cantiere.
Abbiamo progettato il foro finestra come componente essenziale del tamponamento esterno, lavorando con attenzione sui punti deboli del vano murario e sui cassonetti.
Abbiamo selezionato serramenti con prestazioni termoacustiche importantissime, installati con un sistema di posa in grado di garantire in opera i valori certificati dal produttore (norma UNI 11673-1 – norma UNI 11296).
Assieme al Tecnico Acustico, il dott. Adriano Manfron di Asaservizi, abbiamo ideato un controtelaio che connette serramento, parete e cappotto interno, senza creare discontinuità.
Nella parte alta c’è un cassonetto prefabbricato, isolato con lana di roccia all’interno e dotato di sistema di ispezione a cielino, come richiesto.
Abbiamo gestito la scarsa prestazione acustica del cielino scorrevole apportando dei miglioramenti:
• la cornice del celino è stata avvitata in modo da creare pressione
• le guide per lo scorrimento sono dotate di spazzolino
• nel punto di transizione con il controtelaio, abbiamo creato un alloggio dedicato al celino
Queste soluzioni ci hanno permesso di migliorare in modo importante l’isolamento acustico complessivo pur con un elemento sulla carta poco prestazionale.

Foto dei particolari controtelai realizzati per gestire vincoli e limitazioni del lavoro
Una delle misurazioni acustiche eseguite durante i lavori

L’impresa edile si è occupata di isolare le componenti dell’edificio più critiche con i seguenti interventi:
• Isolamento contropareti per l’alloggio degli impianti con lana di roccia
• Isolamento tubazioni con isolanti acustici specifici
• Isolamento degli scarichi dei vasi con speciali cassette acustiche
Il Tecnico Acustico ha realizzato diverse verifiche in corso d’opera e una verifica finale al termine dei lavori. Questi importanti test ci consentono di misurare l’andamento della prestazione acustica nelle fasi di cantiere e di intervenire dove necessario.

L’importanza del network e del lavoro di squadra

La collaborazione con l’Arch. Massimo Pedrazzini, con l’Ing. Ambrogio Malgora, il Dott. Adriano Manfron e con tutti gli operatori coinvolti è stata fondamentale per raggiungere l’obiettivo: consegnare al committente un lavoro perfettamente allineato al progetto e senza problemi.
Quando interveniamo su ristrutturazioni o nuove costruzioni dobbiamo poter contare su un network sinergico e ben coordinato.
Serve sedersi al tavolo e confrontarsi, ognuno con le proprie competenze uniche.
Il lavoro di via Zurigo 3 è un perfetto esempio di collaborazione tra professionisti dove ogni energia è stata diretta verso il risultato finale.

Un risultato oltre le aspettative

Il complesso di via Zurigo 3 oggi ospita 40 appartamenti in grado di offrire il massimo comfort. L’isolamento acustico ottenuto è tra i risultati più importanti possibili in edilizia.
Abbiamo raggiunto un valore di 45 db, capace di lasciare completamente all’esterno il rumore.
Fuori il traffico di Milano è sempre presente, tra clacson, motori e sirene.

Misurazione acustica con strumentazione specifica

Una volta chiusi i serramenti però, gli appartamenti diventano delle vere e proprie oasi di pace.
Oltre alla soddisfazione del risultato, questo intervento è diventato un valido caso studio per capire e migliorare la gestione del vano murario e le meccaniche di posa acustica dei serramenti.
Dimostra inoltre come, collaborando con i professionisti a lavoro e progettando soluzioni specifiche, possiamo ottenere risultati eccellenti anche con vincoli e forti limitazioni.
Ci teniamo a ribadire che la collaborazione tra professionisti e le prestazioni in opera dei nostri interventi sono estremamente connesse tra di loro.
Daniele e Massimiliano

Puoi acquistarlo qui: https://www.maggiolieditore.it/infissi-e-serramenti-danni-e-difetti.html

Io e Massimiliano vorremmo cogliere l’occasione di presentare il nostro libro a coloro che ancora non lo hanno acquistato.
 
Il libro “Infissi e serramenti: danni e difetti” è scritto da Massimiliano Aguanno e Daniele Cagnoni. Pubblicato da Maggioli Editore, il libro copre 238 pagine e ha il formato cartaceo con le dimensioni di 16×22 cm. La sua pubblicazione risale a novembre 2022. Il sottotitolo è “Diagnosi e correzione delle patologie edilizie dei serramenti” e fa parte della collana “Quaderni di Patologia Edilizia”.
 
Il libro tratta le patologie dei serramenti e degli infissi, esplorando  le  pratiche errate che le causano e le modalità di prevenzione e risoluzione, sia in fase di progettazione che durante la posa in opera. È una guida pratica destinata a progettisti, direttori dei lavori, imprese edili e operatori di cantiere, arricchita da 150 immagini commentate che illustrano le patologie edili legate ai serramenti.
 
Il manuale si concentra anche sulle normative e la gestione del foro finestra, con particolare attenzione alle modifiche nella posa in opera dei serramenti in conformità con la normativa UNI 11673.
 
Gli autori affrontano anche  gli “errori comuni”, fornendo checklist dedicate alla progettazione e installazione e sfatando alcuni miti comuni nel mondo dei serramenti. Il libro include inoltre un’analisi dettagliata del controtelaio, dei materiali e dei loro difetti, nonché delle tipologie e caratteristiche termo- acustiche del vetro, fornendo indicazioni per assicurare la qualità dei serramenti.
 
Puoi acquistarlo qui: https://www.maggiolieditore.it/infissi-e-serramenti-danni-e-difetti.html



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