Posa in opera di finestre, porte pedonali e chiusure oscuranti
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Posa in opera di finestre, porte pedonali e chiusure oscuranti

Aggiornamento della norma UNI 10818 Ruoli e responsabilità dei diversi operatori

Antonio D’Albo

Direttore Tecnico Laboratorio
Tecnologico LegnoLegno

La norma nazionale UNI 10818:2015 è stata sostituita, il 5 ottobre 2023, dalla norma UNI 10818:2023.
Si applica a finestre, porte esterne pedonali conformi alla norma UNI EN 14351-1:2016, alle chiusure oscuranti conformi alla norma
UNI EN 13659:2015, alle porte interne conformi alla UNI EN 14351-2, inclusi, per le tre categorie di prodotti citati, i prodotti con caratteristiche di resistenza all’effrazione.

THANKS TO

La norma vigente risulta più chiara rispetto alla precedente nel senso che la nuova noma tratta le fasi del “processo di fornitura della posa in opera” all’interno delle quali vede i ruoli e le responsabilità degli operatori, fornendo degli spunti ed indicazioni di natura contrattuale tenendo conto di tutte le norme ad oggi vigenti ed in particolare alle norme specifiche sulla posa in opera: dalla progettazione (UNI 11673-1, alla competenza qualifica/certificazione dei posatori (UNI 116373-2, alla verifica in cantiere (UNI 11673-4).
Ma chi sono gli operatori?
Non solo gli installatori/posatori che intervengono nella “fase di posa in opera” ma tutte le figure professionali che intervengono dalla “fase progettuale” (ad esempio il progettista – quando presente) al costruttore edile e direttore dei lavori (nella fase di predisposizione dei vani), ecc.
Gli operatori individuati dalla norma sono 13: committente, consumatore, costruttore edile, Direttore dei lavori, Distributore/rivenditore di serramenti, Fabbricante di serramenti, Fornitore/installatore dei materiali e prodotti complementari, Fornitore di serramenti, Importatore dei serramenti, Installatore, posatore di serramenti, Progettista architettonico, Utilizzatore/Consumatore ad ognuno dei quali la norma attribuisce un compito e una responsabilità all’interno della fasi del processo di posa.

E le fasi della posa in opera quali sono e quante sono?

La norma individua le fasi

a. del processo di posa in presenza di progettista architettonico e direttore dei lavori dove abbiamo 9 fasi;
b. del processo di posa in assenza di progettista architettonico e direttore dei lavori dove abbiamo 6 fasi.

Esempio
La fase progettuale, con presenza ed assenza di progettista, individua nel POSATORE CAPOSQUADRA (certificato o qualificato secondo UNI 11673-2:2019) il referente interlocutore per progettista, direttore dei lavori, costruttore edile, e committente (quando le figure prima citate non sono presenti), per la redazione della proposta del progetto esecutivo della posa.


È opportuno iniziare a familiarizzare con tali “fasi del processo di posa in opera” per avere ben chiaro il proprio ruolo e le propria responsabilità che andranno poi definite anche in ambito contrattuale.



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Prove in opera OLTRE I CONFINI

Una nuova stagione di prove in opera sui serramenti

AMITOJ SINGH
Dipartimento Energia
Consorzio LegnoLegno

THANKS TO

Siamo oramai prossimi alla fine della campagna invernale di prove che il nostro Laboratorio da 4 anni a questa parte esegue per adempiere alle richieste delle aziende che hanno aderito al Marchio Posa Qualità; ad oggi possiamo contare un archivio superiore ai 200 test in opera eseguiti specificatamente sui serramenti.


Le prove effettuate non si limitano solamente ad aziende che hanno deciso di acquisire il Marchio Posa Qualità; infatti, sono stati numerosi i progetti ai quali abbiamo partecipato, al fianco di professionisti e privati che richiedono l’esecuzione di test per i serramenti.


Abbiamo così ampliato i nostri confini e le nostre esperienze raggiungendo molte realtà importanti su tutto il territorio nazionale.


Le prove in cantiere, pur se eseguite durante tutto l’arco dell’anno, si concentrano soprattutto nel periodo invernale al fine di poter eseguire con maggior accuratezza e semplicità le prove di caratterizzazione termografica.
Tutte le verifiche, oltre ad essere molto richieste, giovano notevolmente alla tutela dei lavori quando il test viene eseguito prima che le installazioni dei serramenti siano state ultimate, in modo tale che si possano sistemare eventuali complicanze individuate dagli strumenti e dall’esperienza degli operatori sul campo.


La pubblicazione della UNI 11673-4 ha infatti permesso di avere regole chiare ed univoche per l’esecuzione delle prove di cantiere, fornendo la possibilità ai fruitori dei risultati delle prove
(serramentisti, progettisti, referenti di aziende pubbliche, posatori, privati, ecc.) di avere un riferimento che dia univocità di lettura dei dati ottenuti.

L’esecuzione delle prove non può, in ogni caso, prescindere da un programma accurato che permetta alle aziende di soddisfare le richieste relative alle tempistiche, legata indissolubilmente alle esigenze del cliente.
Analizzando i dati delle aziende che si apprestano a eseguire le prove nel prossimo periodo, abbiamo registrato un elevato numero di richieste avanzate da aziende che hanno già eseguito i test e hanno evidenziato la volontà di rinnovare le verifiche per mettersi “alla prova”, soddisfare le richieste del Marchio Posa Qualità e mantenere un profilo distintivo dai propri competitor.
Non mancano però anche le aziende che hanno aderito al progetto delle prove di cantiere per la prima volta, a dimostrazione di una costante maggiore sensibilizzazione dei serramentisti verso questo nuovo orizzonte che vede gradualmente migrare i test in laboratorio verso le prove di cantiere.

ESEMPIO


Come descritto, pur eseguendo i test con maggiore intensità nel periodo invernale, grazie alla maggior facilità di realizzare le termografie per le quali è necessità una differenza di temperatura significativa tra interno ed esterno, rimangono numerose le prove di permeabilità all’aria e tenuta all’acqua per le quali non vi è l’esigenza di una differenza di temperatura, con possibilità di eseguire il test in qualsiasi periodo dell’anno prendendo parte anche a notevoli progetti in grandi infrastrutture come il noto quartiere di “City Life” a Milano.
La mappa riportata a fianco illustra in percentuale le regioni ove il nostro laboratorio si è recato per le prove in cantiere.

Per ulteriori informazioni riguardanti le prove in opera e le opportunità che queste generano, l’ufficio tecnico di Legnolegno è sempre pronto ad assumere le vostre richieste.



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Master Class Posa: in aula il 19 e 20 Ottobre

In seguito al superamento dell’esame di Installatore Certificato e Attestato e quindi al riconoscimento delle competenze relative, la norma UNI 11673-2 prevede che il professionista continui a restare aggiornato nel tempo e definisce che ogni 24 mesi, l’installatore svolga attività di formazione, informale e/o non formale. Nel caso dell’installatore di livello 4, Caposquadra, la formazione deve essere di almeno 12 ore.

Questo al fine di mantenere alte e sempre aggiornate le competenze dell’operatore che sarà, in questo modo, pronto ad affrontare le richieste di mercato sia di oggi che di un prossimo futuro.

Le tematiche proposte spaziano dall’aggiornamento normativo fino alle soluzioni offerte dai prodotti per la posa di ultima generazione, passando attraverso le problematiche ed esperienze delle prove in cantiere che molto raccontano delle casistiche di errori di installazione più ricorrenti e fatali.

Le ultime quattro ore di corso saranno destinate all’analisi di casi di progettazione del giunto realmente eseguiti che, in modo concreto ed operativo, forniranno ai partecipanti spunti di riflessioni e possibilità di analisi delle conseguenze delle scelte progettuali e tecniche.

Le ore saranno così suddivise:

19/10 – dalle 9:00 alle 18:00

20/10 – dalle 9:00 alle 13:00

Per maggiori informazioni compila il form sottostante

Riqualificazione energetica abitativa ma anche industriale o commerciale

Daniele Cagnoni

Titolare di Diemme Infissi®
Collaboratore di LegnoLegno
Tecnico certificato EQF4

Come nella parabola del colibrì, se ognuno di noi pensasse al concetto di riciclo e riuso, si potrebbero ottenere tantissimi immobili riciclati e riqualificati, evitando molte cementificazioni.


Gli edifici industriali e commerciali possono essere riqualificati a livello energetico proprio come viene fatto con le civili abitazioni. Anche in questo contesto possono essere installati infissi che hanno importanti prestazioni termo-acustiche.

THANKS TO

Allo stesso tempo possono essere effettuati isolamenti a cappotto che performano le murature e impianti tecnologici che abbattono gran parte dei consumi. Tanto più che la maggior parte degli edifici industriali e commerciali, da riqualificare, sono veri e propri energivori.


In questo caso studio affronteremo la riqualificazione energetica di un fabbricato industriale e commerciale sito in Toscana, a Lucca. Noi di Diemme Infissi® ci siamo occupati dei 108 mq di infissi necessari alla chiusura del fabbricato. Sulla base del progetto energetico, abbiamo progettato tutti i serramenti nelle varie tipologie previste.

La committenza è ISOLA SPA, una trading company con oltre 30 anni di esperienza nella commercializzazione di carta da macero che ha scelto di appaltare tutti gli interventi a 23 aziende locali. Aziende coordinate da Officine 3076 nella persona di Amerigo Giannoni.

Una scelta che rende onore all’Azienda. Questo intervento è stato gestito nel periodo Covid 2020-2021, con tutte le difficoltà del caso.


I lavori sono iniziati a Maggio 2020, in piena pandemia Covid 19, e con le limitazioni imposte dallo stato. Ricordo ancora il primo sopralluogo, quando ci tenevamo a distanza e stavamo con guanti e mascherina. I lavori sono terminati a Maggio 2021 con l’insediamento dell’Azienda in pianta stabile e il collaudo di tutti gli infissi.


Sono intervenuti 100 Tecnici, provenienti da 23 imprese locali, che hanno impiegato 45 settimane a riqualificare una superficie coperta di 1080 mq di fabbricato e di 2850 mq di area a verde. Compresi i parcheggi e le aree esterne, la proprietà misura 5600 mq.

Il progetto energetico dell’involucro.

Senza entrare nel merito della parte impiantistica, e rimanendo concentrati sull’involucro, vediamo insieme quali sono stati gli interventi delicati che abbiamo dovuto affrontare. Le esigenze del Progettista erano molto chiare, come il risultato da ottenere.

Un progetto come questo, composto da 108 mq di infissi, richiede una serie di studi preliminari che necessitano di attenzioni specifiche e puntuali. Abbiamo lavorato in modo minuzioso sulla definizione e sulla progettazione di tutti i componenti a vetro.


La parte della posa in opera degli infissi è stata affrontata con un progetto preliminare che abbiamo redatto in Diemme. Abbiamo tenuto di conto una serie di aspetti che ci hanno supportato nella gestione dell’intero intervento.


L’analisi degli infissi e della posa in opera si è basata principalmente su questi aspetti:

1. Lo stato di fatto del fabbricato e le tipologie di infissi applicabili/adattabili;


2. le variazioni dimensionali e gli adattamenti dei vani dove alloggeranno i nuovi infissi;


3. il sistema di apertura e di ricambio aria, fondamentali per la corretta funzionalità;


4. le esigenze legate ad una richiesta di design minimale e di un colore specifico;


5. i materiali e le loro caratteristiche statiche;


6. la corrispondenza tecnica con quello che serve per rientrare nei parametri energetici di progetto.


7. l’integrazione con l’isolamento a cappotto esterno;

L’ingegnerizzazione della posa in opera e la scelta dei controtelai monoblocco.

I tempi di gestione del cantiere erano veramente stretti e il progetto prevedeva che diversi infissi fossero ridimensionati. Proprio per questo motivo abbiamo scelto di partire da subito progettando un controtelaio monoblocco termico.

In questo modo abbiamo potuto accorciare i tempi e gestire il cantiere con la massima velocità di esecuzione. Per la committenza era determinante rientrare in una tempistica ben precisa e noi dovevamo coordinare una serie di lavorazioni molto complesse.

Non potendo presidiare continuamente il cantiere, anche per motivi di sovrapposizione nel periodo Covid, abbiamo lavorato molto di più sulla parte “del prima”. Ci siamo posti tutte le problematiche che potessero emergere durante le lavorazioni degli operatori di cantiere ed abbiamo cercato di affrontarle prima. Attività che richiede tempo e concentrazione ma si rivela sempre la strada migliore.

I controtelai monoblocco su 4 lati ci hanno consentito di impostare tutti i vani grezzi che l’impresa doveva predisporre. Allo stesso tempo, gestendo l’estrusione del monoblocco verso l’esterno, abbiamo potuto dare al cappottista la dima perfetta per congiungersi in modo efficace.

Il progetto prevedeva che tutti gli infissi avessero dei grandi imbotte esterni che si estrudevano verso l’esterno.

Il controtelaio monbolocco si è prestato magnificamente al rivestimento con apposite lamiere che hanno creato l’effetto desiderato.

La scelta dei serramenti e degli accessori ad essi connessi.

Sui lati del fabbricato sono state collocate finestre minimali di alluminio.

All’occorrenza possono essere ombreggiate con delle tende motorizzate a comando domotico.

Nel retro sono presenti due grandi porte sezionali che consentono l’ingresso ai mezzi da lavoro e alle autovetture.

La parte frontale del fabbricato è composta da una facciata continua in alluminio con vetri ad alte prestazioni termo-acustiche. Sono stati utilizzati vetri che proteggono da caldo/freddo e sole.

I profilati di alluminio hanno una colorazione dedicata. Su di essi sono state collocate delle lame che si estendono verso l’esterno e che hanno una doppia funzione:


1. La prima funzione è legata al design che conferiscono alla facciata principale:


2. la seconda funzione consiste nell’ombreggiare una parte dei vetri quando il sole è in una determinata posizione.


Per gli infissi abbiamo scelto profili Schüco AWS/ADS 65, per la facciata continua abbiamo scelto il sistema Schüco FWS 50 e per le schermature abbiamo scelto le Tende K-Zip di Palagina.


La scelta dei fornitori è stata determinante per la gestione ed il risultato di questo cantiere virtuoso. In un periodo complesso come quello del Covid, siamo stati affiancati in modo impeccabile da tutti i nostri Partner.

La posa in opera e gli operatori di cantiere

Materiali di posa in opera conformi alla Norma UNI 11673-1 e posatori certificati EQF4 come previsto dalla Norma UNI 11673-2, hanno completato il quadro delle garanzie.


Ci siamo occupati del coordinamento dell’impresa edile che ha predisposto i vani di posa dei controtelai monoblocco. Il Geom. Andrea Spaccamiglio, responsabile Tecnico Diemme Infissi®, ha seguito tutte le fasi di questo importante intervento.


I nostri Tecnici interni hanno eseguito la posa in opera di tutti i controtelai e di tutte le predisposizioni previste dal progetto. Preferiamo da sempre avere la piena coordinazione di tutte le lavorazioni, incluse le predisposizioni e la posa in opera dei controtelai.


In questo modo abbiamo una completa padronanza delle lavorazioni e possiamo assumerci la responsabilità senza nessun dubbio sull’esecuzione.

I prodotti di posa che sono stati utilizzati sono certificati e conformi al progetto che abbiamo definito in partenza.

I controtelai monoblocco sono stati installati con viti di fissaggio di apposita dimensione e con tolleranze di posa minime. La schiuma poliuretanica utilizzata assolve le prestazioni richieste.


Tutte le murature sono state rettificate per consentirci una posa in opera corretta e l’applicazione di una quantità minima di schiuma.

Il giunto primario (lato interno) è stato raccordato alla muratura con una membrana freno vapore. Nel lato esterno abbiamo applicato una membrana traspirante con tenuta acquaaria-vento.


Il giunto secondario è stato gestito mediante l’installazione di 2 nastri termo espandenti.

Sulla battuta del telaio è stato gestito con un nastro BG1. La costa del telaio è stata invece dotata (sui 3 lati) di un nastro termo espandente multifunzione (MF1).

Il quarto lato, che nel controtelaio è stato gestito con un sottobancale di 110 mm, ha visto l’applicazione di un nastro a celle chiuse al quale è stato addossato un sigillante di tipo Ms Polimer colorato. Sia sul lato interno che su quello esterno.

Relativamente alla facciata continua sono stati utilizzati materiali specifici di fissaggio e di isolamento all’acqua.


Il fabbricato ha raggiunto l’obiettivo prefissato nel Progetto Energetico ottenendo la Classe A4. Un risultato molto importante poiché difficilissimo da ottenere in fabbricati ad uso industriale. Solitamente, quando si parla di classificazione energetica, si parla di civili abitazioni che hanno metrature e dimensioni molto più semplici da gestire.


Ottenere questi risultati su un fabbricato industriale dovrebbe far riflettere i proprietari di immobili simili e, magari, incentivarli a riqualificare i propri.

Siamo orgogliosi che i nostri infissi siano stati componenti indispensabili per l’ottenimento di questo risultato.

La scelta di riqualificare questo immobile nasce dalla volontà di “recuperare e riciclare” un immobile esistente in disuso.

“ISOLA SPA ha scelto la strada più virtuosa, la riqualificazione energetica di un immobile fatiscente che è tornato a nuova vita.”

Sicuramente sarebbe stato più semplice costruire una nuova sede, partendo da zero, ma non sarebbe stata un’operazione di riciclo e riuso.

Costruire da zero una nuova sede avrebbe imposto la cementificazione di un’area molto importante.

Come nella parabola del colibrì, se ognuno di noi pensasse al concetto di riciclo e riuso, si potrebbero ottenere tantissimi immobili riciclati e riqualificati, evitando molte cementificazioni. Ottenendo comunque prestazioni e consumi di tutto rispetto.


Ringrazio la committenza che ci ha dato la possibilità di effettuare questo importante intervento, Officine 3076 Amerigo Giannoni ed il suo staff e tutto lo staff Diemme Infissi® che ogni giorno lavora con la massima dedizione per portare risultati garantiti ai nostri clienti.

Committente: Isola SPA
Progettisti: Quiriconi Progetti società di ingegneria – Studio Natalini



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Lo schema di “CERTIFICAZIONE DEL PROCESSO DI POSA”

Antonio D’Albo

Direttore Tecnico Laboratorio
Tecnologico LegnoLegno

La continuità delle prestazioni del serramento ottenute in laboratorio si mantengono in opera con un preciso processo di posa in opera che parte dal progetto esecutivo e si conclude con la misura delle prestazioni in opera in cantiere.


Il progetto esecutivo si predispone in conformità alla norma UNI 11637-1 mentre la misura delle prestazioni in opera in cantiere si concretizza attraverso prove eseguite in conformità alle norme della serie UNI 11673-4.

THANKS TO

È stato recentemente proposto ad ACCREDIA, da parte di un organismo di certificazione, di sottoporre tale processo di posa a certificazione.


Sicuramente ciò rappresenterà un ulteriore tassello di controllo del processo di posa di parte terza a beneficio del comparto dei serramenti e del committente, se eseguito con la dovuta diligenza, competenza e chiarezza da parte degli organismi che vi prenderanno parte.


Nei prossimi mesi saranno definite le migliori procedure da parte degli Organismi di certificazione, che costituiranno lo schema di certificazione per tale processo di posa che ACCREDIA approverà a beneficio di tutti.


Ad oggi sul mercato nazionale tale processo di posa è governato dalla conformità al marchio volontario POSA QUALITA’ promosso dalle principali associazioni di categorie presenti sul territorio nazionale.


Sicuramente chi ha già aderito al marchio POSA QUALITA’ sarà agevolato nel mettere il cappello delle “certificazione” sul processo di posa già qualificato.

Identifica 3 figure professionali: Installatore Junior, Senior e Caposquadra. La norma determinerà i futuri percorsi di qualificazione e certificazione delle competenze dei posatori.

Specifica i requisiti minimi per l’erogazione di corsi di formazione per lo sviluppo delle conoscenze, definendo chiaramente i requisiti minimi delle organizzazioni e dei docenti che erogano la formazione ai posatori..

Fornisce indicazioni di carattere documentale, analitico e sperimentale anche ai fini del collaudo in opera…

I VANTAGGI POTENZIALI

NEI RAPPORTI CON IL PROGETTISTA

NEI RAPPORTI CON IL COSTRUTTORE EDILE



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Posa in opera: analisi agli infrarossi

Angelo Polenta

Laboratorio Tecnologico LegnoLegno

Quando il calore si muove, sceglie le strade più brevi e più comode. E cosa c’è di più comodo, ad esempio, di un materiale che conduce molto bene il calore?


Come già analizzato in recenti trattazioni, la pubblicazione della norma UNI 11673 – parte 4 “Posa in opera di serramenti: requisiti e criteri di verifica dell’esecuzione” del marzo 2021 ha posto le linee guida per la conduzione dei test “in situ” sui serramenti, ovvero sulla verifica delle prestazioni reali e cioè a posa realizzata.


Ciò ha consentito non solo di completare un ciclo normativo, ma soprattutto di tradurre in aspetti pratici le verifiche fin qui solo di natura progettuale.

THANKS TO

Uno dei capisaldi della norma è senza dubbio il requisito 4.1 “Isolamento termico”: in tale sezione della norma sono sviscerati gli aspetti relativi all’utilizzo della tecnologia dell’analisi termografica ad infrarossi (“TT” ovvero “Thermographic Testing”) ai fini del rilevamento di eventuali irregolarità termiche nel caso specifico dei serramenti, con particolare riferimento alle problematiche che possono insorgere dalla posa in opera degli stessi.

In altre parole, tale tecnologia consente di individuare quelle anomalie genericamente definite come “ponti termici”, nei casi in cui tali difetti comportino, nel breve termine, scarse performance del sistema serramento e, nel lungo periodo, anche danni più rilevanti.


Senza entrare nel merito delle teorie della termodinamica, è comunque corretto definire il calore come “energia in transito”; tale transito non avviene in maniera casuale, ma secondo precise leggi fisiche.


Tale materiale diventa quindi un favorevole ponte di passaggio per il calore: un “ponte termico”, appunto.

A questo punto però sorge un problema: immaginiamo di osservare un muro all’interno di una abitazione.


Tale parete presenterà, sulla sua superficie, una serie infinita di temperature differenti, talora anche con differenze molto significative tra un punto e un altro.

Ma, purtroppo, l’occhio umano non riesce a cogliere queste differenze. Certo, si potrebbe utilizzare un termometro, sia esso da contatto o no, ed effettuare una serie infinita di misure punto per punto sulla parete… scelta alquanto disagevole. Oppure, per rilevare cosa è più caldo e cosa è più freddo, ovvero per individuare eventuali difetti che evidenzino la presenza di ponti termici, è possibile utilizzare una tecnologia in grado di sopperire alla mancanza di questa capacità del nostro occhio.


Tale tecnologia è quella dell’infrarossi: con l’utilizzo di apposite macchine dette “termocamere” è possibile analizzare un oggetto, o un sistema più complesso, sulla base della sua temperatura. Semplificando, usare una termocamera è come avere un occhio che non osserva più secondo la luce, ma secondo il calore.


Dietro queste opportune semplificazioni vi sono però, come è facile immaginare, teorie molto complesse, le quali si traducono anche in una costante evoluzione sul mercato delle strumentazioni che su tali teorie si basano.


Tale complessità si riflette in due aspetti di enorme importanza.

Il primo è la necessità di conoscere e distinguere sul mercato prodotti molto diversi. Il range di prezzo, e quindi di livello di performance di tali macchine, è estremamente ampio. Si passa da alcune centinaia di euro ad alcune decine di migliaia. È indiscutibile quindi che ci si può imbattere in oggetti profondamente diversi per i quali una comparazione ha senso solo a determinate condizioni.


Il secondo, se vogliamo conseguente al primo e sicuramente più rilevante, è la capacità dell’operatore che esegue il test. La norma richiede infatti che la conduzione di un test termografico per la verifica della prestazione termica della posa in opera dei serramenti sia eseguita da personale certificato secondo una norma internazionale (ISO 9712 “Prove non distruttive – Qualificazione e certificazione del personale addetto alle prove non distruttive” per verifiche termografiche con metodo dell’infrarossi).


Pertanto, alle sempre più frequenti domande del tipo: “Nella mia casa è stata fatta una termografia e si vedono parti fredde intorno al serramento. Come mai? La posa è stata quindi eseguita in modo non corretto?”.


La primissima cosa da fare è verificare le competenze di chi ha eseguito il test e qual è lo strumento che è stato utilizzato. Non sono rari, infatti, i casi in cui molti contesti di verifica possono indurre in errori talora anche grossolani, e tali “abbagli” possono vedere protagonisti anche operatori molto esperti.


Alla luce di questo, è necessaria una attenta attività di “post produzione” in maniera del tutto analoga a quello che avviene nell’ambito della fotografia.

Ma attenzione: alcuni dei parametri su cui si basa il test risultano immodificabili una volta acquisiti.


Pertanto, non tutto può essere oggetto di successiva elaborazione, e ciò rende ancora più necessario che il test sia eseguito da personale formato.


Come si prepara il sito che deve essere oggetto di test termografico? Quali requisiti deve avere affinché restituisca misure significative?


Abbiamo detto che il calore è energia in continuo movimento. Ma perché questo movimento avvenga, c’è bisogno che vi sia uno “squilibrio” tra qualcosa di caldo e qualcosa di freddo. Ancora una volta col beneficio della semplificazione, se pongo a contatto due corpi che hanno la stessa temperatura, tra di loro non si innescherà alcun flusso di calore in quanto i due corpi si trovano in condizione di equilibrio termico.


Non appena questa condizione cambia, il calore si muoverà spontaneamente dal corpo più caldo a quello più freddo.


Ecco che allora, per verificare il sistema di posa di un serramento e l’eventuale presenza di ponti termici, è necessario che la misura avvenga quando il calore è in movimento, e tale condizione si ottiene quando la temperatura interna e quella esterna differiscono. Più la differenza tra le due è significativa, più tale movimento di calore sarà rilevante. Per questo motivo, la norma indica una differenza minima di temperatura tra l’interno e l’esterno dell’involucro oggetto di test termografico.


Ne consegue che, al fine di ottenere dei “buoni” termogrammi, è prassi che i test termografici vengano condotti nel periodo invernale quando, all’esterno, le temperature si mantengono al di sotto di determinati valori. Inducendo artificialmente all’interno temperature relativamente elevate attraverso l’impianto di riscaldamento, se presente, o qualsiasi altra macchina in grado di produrre calore, si genera quella significativa differenza di temperatura interno/esterno che innesca il regime di moto del calore.


Altro fattore di non poco conto è il tipo di moto che viene innescato. Le verifiche infatti restituiranno dei termogrammi tanto più efficaci quanto più lo scambio di energia tra interno ed esterno avviene in maniera regolare. Per questo motivo è opportuno iniziare a riscaldare l’ambiente interno abbondantemente prima dell’orario in cui è previsto il test termografico: in questo modo si libera il campo da ogni affezione dovuta alla transitorietà del regime ed il test termografico sarà così effettuato quando il moto del calore avverrà in un modo che, con buona approssimazione, è possibile definire “stazionario”.


Le competenze e l’esperienza sono fondamentali anche per distinguere la “tipologia” di ponte termico il quale, come si sottolinea negli eventi formativi sull’argomento, non è necessariamente connesso all’intrinseca natura dei materiali, più o meno conduttivi rispetto al calore.

Una difformità termica di un elemento, o parte di esso, può ricondursi infatti ad altre cause quali geometria, spessore o interazione tra materiali differenti. In tutti i casi, il termogramma mostra una “macchia” fredda senza che all’interno dell’involucro sia stata indotta alcuna pressione: in altre parole, vi è qualcosa che fa da ponte per il calore anche se non è presente alcun moto convettivo.


Viceversa, un ulteriore utilizzo della tecnologia ad infrarossi è quello in cui la termocamera viene utilizzata proprio in presenza di moti convettivi indotti, come accade per esempio quando si utilizza un “Blower door test”.

Tale apparato di prova consente di innescare una depressione artificiale all’interno dell’involucro, consentendo quindi all’aria esterna di permeare verso l’interno attraverso ogni “punto debole” del sistema.


Essendo l’aria esterna significativamente più fredda di quella interna, è evidente che se tali “debolezze” riguardano la posa del serramento, dal termogramma saranno visibili le infiltrazioni d’aria come zone fredde.


A differenza di quanto precedentemente descritto, in questi casi il ponte termico è strettamente connesso alla depressione indotta e va quindi sotto il nome di “ponte termico convettivo”. Anche dal punto di vista strettamente visivo, la “zona fredda” assume una conformazione diversa presentandosi più come “fiamma” che come “macchia”.

Ciò è banalmente causato dallo spiffero d’aria esterna che, laddove si infiltra, lascia un segno freddo molto ben individuabile.


L’analisi agli infrarossi ci dimostra che le tecnologie avanzano e questo significa che il serramentista ha sempre meno possibilità di errore. Come sempre, un ruolo fondamentale e complementare lo rivestono le norme, in quanto rappresentano la garanzia che queste tecnologie vengano utilizzate in modo rigoroso e non arbitrario. Sono tutti fattori che portano ad un’unica conclusione: l’asticella del nostro settore, con particolare riferimento alla posa, si sta spostando verso l’alto.


E siamo solo all’inizio.



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NUOVE NORME CANTIERE

Nuova norma cantiere: complicazione o opportunità?

Davide Barbato cantiere

Responsabile Qualità Laboratorio Tecnologico LegnoLegno

Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse. “Spacco pietre” rispose il primo. “Mi guadagno da vivere” rispose il secondo. “Partecipo alla costruzione di una cattedrale” disse il terzo”.

(Peter Schultz)

Con quale spirito affrontare le situazioni professionali che viviamo, e se renderle possibilità di crescita o fenomeno di limitazione dipende, nella quasi totalità dei casi, da noi stessi.

“Una nuova norma? E adesso cosa vorranno ancora? Non sono sufficienti quelle che già ci sono? Ma vogliono proprio metterci in difficoltà?”

Oppure

“Una nuova norma? Chissà cosa dice e per quale motivo è stata pubblicata? Posso utilizzarla a mio vantaggio? Posso utilizzarla per avere nuove opportunità?”

THANKS TO

cantiere game system
GAME SYSTEM
cantiere mungo

La recente pubblicazione della UNI 11673-4 – Posa in opera di serramenti: Requisiti e criteri di verifica dell’esecuzione – porta ad un primo completamento dell’importante percorso normativo iniziato con la pubblicazione della UNI 11673-1 nel Marzo 2017.

La quarta parte della norma che gestisce tecnicamente l’installazione dei prodotti serramenti, dal progetto sino alle verifiche in cantiere, di fatti prevede l’esistenza di altre 3 parti, ovvero:

• UNI 11673-1 Posa in opera di serramenti – Requisiti e criteri di verifica della progettazione del marzo del 2017

• UNI 11673-2 Posa in opera di serramenti – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza del posatore di serramenti del settembre 2019

• UNI 11673-3 Posa in opera di serramenti – Requisiti minimi per l’erogazione di corsi di istruzione e formazione non formale per posatori di serramenti del settembre 2019

Mentre tanto fermento e discussioni avevano animato (ed animano ancora) la pubblicazione delle parti 1 e 2 della UNI 11673, la pubblicazione della norma che riguarda le verifiche dell’esecuzione sembra quasi essere passato tra il silenzio degli operatori.

Per essere certo che non fosse una mia semplice impressione ho ricercato le norme descritte sul più famoso motore di ricerca:

• UNI 11673-1 8.110 siti che trattano l’argomento;


• UNI 11673-2 10.100 siti che trattano l’argomento;


• UNI 11673-4 1.890 siti che trattano l’argomento;

Possibilità o limitazione

Come mai la norma che riguarda le verifiche di cantiere sull’esecuzione dell’installazione non sembra aver movimentato gli interessi degli operatori?

Negli anni, il Laboratorio Prove LegnoLegno ha eseguito centinaia di prove in cantiere al fine di determinare il mantenimento in opera delle prestazioni documentalmente dichiarate dal serramentista anche nel contesto finale di destinazione d’uso.

Una percentuale che si aggira vicino al 30% di non conformità, individua la difficoltà del superamento di tali verifiche con esito positivo.

La differenza rispetto alle prove di conformità effettuate in Laboratorio, tralasciando un attimo la gestione tecnica dell’effettuazione dei test, è totale e può essere assunta nella difficile situazione che sorge proprio a seguito di una verifica che restituisce esito negativo.

Mentre nelle prove di Laboratorio gli attori presenti all’atto della verifica sono:

1] Il serramentista;

2] Il tecnico che esegue il test (che ha vincoli di riservatezza e indipendenza): in cantiere sopraggiunge, spesso, il terzo attore, vero protagonista della questione;

3] La committenza (privato, impresa, professionista, ecc).

Rilevare un mancato allineamento tra i dati forniti documentalmente e la prestazione del prodotto posto in opera comporta quindi la necessità di confronto tra serramentista e committenza volto all’individuazione delle operazioni utili alla risoluzione della problematica.

Se già questo aspetto risulta difficoltoso, si consideri l’importanza dell’intervento se le modalità di risoluzione dovessero prevedere una profonda revisione dell’operazione di posa o di costruzione del prodotto.

Che questa norma, che spiega come fare verifiche in opera per poter “misurare” la prestazione che il serramento offre al committente, possa quindi essere professionalmente vissuta in due ottiche è una responsabilità del serramentista.

Che sia una nuova tegola alla quale fare attenzione cercando di scansare ogni possibile verifica, oppure diventi uno strumento per valorizzare concretamente la qualità del proprio lavoro, del serramento e dell’installazione dipende dagli operatori del settore.

Oggi viviamo ancora una condizione nella quale le prove di cantiere richieste come elemento e spunto di miglioramento sono quantitativamente ridotte rispetto alle prove richieste dalla committenza a causa di problemi rilevati in opera che necessitano una soluzione.

Di cosa parla la norma UNI 11673-4

La norma definisce le metodologie di verifica dei requisiti di base dell’esecuzione della posa in opera dei serramenti e fornisce indicazioni di carattere documentale, analitico e sperimentale alla fine del collaudo in opera.

Come sempre, il riferimento non è “la posa” vista come elemento unico ed indipendente dal manufatto cui si riferisce, piuttosto la coerenza delle prestazioni del serramento, dichiarate mediante i documenti previsti dalle varie norme di prodotto e/o legislazione nazionale, nel contesto finale di destinazione d’uso.

Poche volte si è vista una norma cosi specifica per verifiche in opera su una particolare tipologia componente edilizio; la trattazione di tutti gli argomenti presenti nella norma di fatto non è solo “descrittiva” ma definisce modalità precise per l’effettuazione di prove sperimentali in opera, per la verifica di documenti tecnici e anche per la stima preliminare sui livelli di alcune prestazioni, come l’isolamento acustico dei serramenti posti in opera (in funzione di una serie di varianti).

LOCALIZZAZIONE DELLE PROVE DI CANTIERE ESEGUITE DAL LABORATORIO LEGNOLEGNO
VERIFICA DI CANTIERE – FASE A-WERT

Quali verifiche dell’esecuzione vengono previste nella UNI 11673-4

• Isolamento termico (4.1)


• Isolamento acustico (4.2)


• Permeabilità all’aria (4.3)


• Tenuta all’acqua (4.4)


• Resistenza meccanica al carico del vento e ai carichi applicabili (4.5)


• Durabilità e manutenibilità (4.6)


• Composti Organici Volatili (VOC) indoor e sostenibilità (4.7)


• Comportamento igrotermico e traspirabilità dei giunti (4.8).

Requisito 4.1 Isolamento termico
Requisito 4.2 Isolamento Acustico
permeabilità all'ariato termico
Requisito 4.3 Permeabilità all’ariato termico
Requisito 4.4 Tenuta all’acqua
Requisito 4.5 Resistenza ai carichi applicati
Requisito 4.8 Comportamento igrotermico

Sopralluogo in fase di realizzazione
giunto primario con rete porta
intonaco e schiuma.

I requisiti 4.1 e 4.3 della UNI 11673-4 rispondono inoltre a quanto previsto dal regolamento del Marchio Posa Qualità per l’acquisizione della possibilità di fruire della polizza assicurativa a favore dei propri clienti.

È quindi (finalmente) possibile determinare, secondo una specifica norma tecnica, le prestazioni che di prassi sono “verificate” solo sul serramento attraverso le prove di Laboratorio, anche in opera all’interno del reale contesto di utilizzo e poter valorizzare così tutto il lavoro al contorno (non solo in senso materiale) del prodotto.

È un passaggio fondamentale, è una opportunità da cogliere ed è senza dubbio un ulteriore strumento di tutela per i consumatori.

Erano necessarie 4 parti di una norma per gestire la posa in opera?

Proprio l’altro giorno, in casa con i miei figli ho guardato uno dei film che da ragazzo più mi era piaciuto. In una parte del film, Robert De Niro recita questo monologo:

Un uomo arriva alla base, e fermo lì, pronto per fare punto. Sapete che momento è questo? Il momento per godere di un successo personale. Ma sul campo… cos’è?

È parte soltanto di una squadra vincente. Guarda, lancia, acchiappa, corre, ma è solo parte di una squadra.

I grandi campioni, cosa sono in una squadra che non funziona? Mi seguite? Nessuno!!!!

C’è un bel sole, le tribune piene e lui cosa può dire “Vado la fuori e gioco per me solo?”

Non arriverò a niente se la squadra poi non vince.

Così, alcune domande che ci sopraggiungono dal mercato: quale è più importante tra la UNI 11673-1 e la UNI 11673-4? Quale dobbiamo “guardare”? Perché non ci si è limitati a qualificare o certificare i posatori secondo la UNI 11673-2?

Come per il monologo di De Niro, è l’insieme delle norme che permette di avere un quadro completo e “vincente” sulla posa in opera. È la complementarità delle 4 parti della UNI 11673 che consente di non tralasciare nessuno degli aspetti prioritari dell’installazione.

Non la parte 1, la 2 o la 4, ma l’insieme delle norme:

1] Le analisi eseguite secondo la UNI 11673-1 permettono di definire le caratteristiche del progetto di rispondere a requisiti che non influenzano negativamente le prestazioni dei serramenti.

2] Verificata la progettazione, il prodotto va installato e le mani che svolgeranno questa operazione è bene che siano di personale qualificato/certificato secondo la UNI 11673-2, che abbia cioè dato evidenza delle proprie capacità.

3] Il prodotto è stato posto in opera; con la norma UNI 11673-4 sono definite le modalità per verificare, valorizzare e documentare la qualità del serramento nella reale destinazione d’uso.

In sintesi

È ormai assodato che la posa, oggetto di norme e regole tecniche, non possa più essere tralasciata.

Quella che fino a pochi anni fa era considerata “terra di nessuno” ricopre oggi una rilevanza in grado di fare la differenza.

L’aumento sempre più rilevante delle prestazioni dei serramenti e delle prescrizioni dei vari regolamenti presenti sul territorio nazionale ne conferisce definitivamente una importanza al pari del “Prodotto serramento”.

Le norme ci permettono di operare nel rispetto delle regole dell’arte e con il supporto dei fornitori (ai quali, non mi stancherò mai di dire, è necessario chiedere TUTTO ciò che riguarda i prodotti che acquistiamo) guardare dritto negli occhi le prossime sfide lavorative che il mercato ci pone e affrontarle con la serietà e la professionalità che distingue il nostro splendido comparto.



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Prove in opera 2019/2020 e 2020/2021: com’è andata?

Angelo Polenta

Laboratorio Tecnologico LegnoLegno

In qualità di laboratorio incaricato, Legnolegno ha già ultimato due campagne di prove in opera previste per le aziende che hanno aderito al Marchio “POSA QUALITÀ SERRAMENTI”. La terza, 2021/2022, è in corso (al momento della pubblicazione del presente articolo).

L’evidenza sperimentale di una corretta esecuzione è condizione imprescindibile, non solo per la licenza di mantenimento del Marchio, ma soprattutto per la possibilità di usufruire di condizioni assicurative agevolate che consentono di “blindare” i cantieri, tutelando il lavoro del Serramentista e di conseguenza il suo rapporto con il cliente finale.

A partire dalle prime settimane di novembre fino a circa la metà di marzo, ovvero in quell’arco temporale in cui le condizioni ambientali lo permettono, sono state condotte complessivamente circa 146 prove in opera. Val la pena ricordare che parte delle analisi condotte è di natura termografica, tecnologia eseguibile esclusivamente in condizioni di rilevante scambio termico, ossia in situazioni in cui le temperature dell’ambiente interno siano significativamente maggiori di quelle esterne.

Pertanto, necessariamente, in periodo invernale.

THANKS TO

Ben 15 le regioni italiane toccate, da nord al sud.

I contesti analizzati sono stati i più variegati: dal vero e proprio cantiere ancora allo stato grezzo, al contesto già ultimato ma ancora non abitato, fino ad unità completate in ogni dettaglio e già abitate.

Anche dal punto di vista della tipologia edilizia e della destinazione d’uso, i test sono stati condotti in realtà molto diverse: appartamenti all’interno di realtà condominiali, ville singole o plurifamiliari, ma anche uffici direzionali e attività commerciali.

Nel complesso, i casi di nuova costruzione e quelli di totale o parziale ristrutturazione si sono suddivisi all’incirca allo stesso modo: 50% nuove costruzioni, 50% ristrutturazioni.

La campagna di prove in opera permette di estrapolare un risultato complessivo perfettamente in linea con le statistiche generali del nostro laboratorio relativamente a questa tipologia di analisi sperimentale: circa 70% di prove conformi e 30% di prove non conformi.

È bene sottolineare che i contesti analizzati ricadono in casistiche disomogenee anche dal punto di vista progettuale: l’analisi preliminare del progetto esecutivo della posa in opera del serramento campione, la verifica della sua conformità ai requisiti minimi richiesti dalla UNI 11673-1 (“Posa in opera di serramenti – Parte 1: Requisiti e criteri di verifica della progettazione”) sono infatti parte integrante della prova stessa.

Posto che le prove indagano sia la presenza di ponti termici conduttivi (mediante termografia) sia quella di ponti termici convettivi (mediante metodo A-Wert o permeabilità all’aria in opera), il 30% delle non conformità precedentemente indicato si suddivide ulteriormente tra un 30% di casi di non conformità termica e un 70% di casi di non conformità all’aria.

Affinché una prova risulti conforme, è necessario che il requisito di conformità si verifichi in ENTRAMBE le analisi.

Fortunatamente, solo nel 5% dei casi la prova ha dato esito non conforme sia all’indagine termica che al comportamento all’aria.

prove in opera
prove in opera

Tra tutti i test non andati a buon fine si è riscontrato che, nel 60% dei casi, evidenti errori erano rilevabili già in fase progettuale e quindi indipendentemente dalla qualità esecutiva, a conferma di quanto prima si diceva in merito all’importanza del progetto prima ancora dell’esecuzione stessa. In casi come questi, le misure sperimentali non fanno altro che confermare quanto si poteva prevedere.

Altra nota di rilievo: seppur su un campione non estremamente esteso, gli errori esecutivi paiono avere maggiore correlazione con le performance di tenuta all’aria, piuttosto che sulla termica, e viceversa.

Per completezza, è bene informare che tutte le situazioni di non conformità sono state prontamente trattate con proposte di azioni correttive, nel rispetto del regolamento del Marchio e nell’interesse dell’utilizzatore finale del bene. In taluni casi e laddove possibile, l’efficacia dell’azione correttiva è già stata testata nel corso della campagna stessa con una prova integrativa, ed in questi casi la non conformità precedentemente rilevata può considerarsi risolta a tutti gli effetti.

Nella stragrande maggioranza dei casi è stato sufficiente effettuare la prova integrativa in maniera parziale, limitatamente alla non conformità rilevata.

Alla luce di quanto descritto, come interpretiamo questi numeri?

Le statistiche, che come dicevamo ricalcano quelle dello “storico”, ci dicono che all’incirca una prova su tre risulta non conforme: è un dato rilevante, che di sicuro deve far riflettere.

Mentre le tecnologie produttive del nostro settore hanno fatto negli ultimi anni dei veri passi da gigante, e ne siamo noi per primi testimoni vista la mole di test di laboratorio che ogni anno conduciamo su serramenti di ogni genere, per quanto riguarda la posa in opera la strada da fare sembra ancora molto lunga.

Oltretutto, un’installazione mal eseguita vanifica quasi completamente le performance anche del serramento migliore al mondo.

Non a caso la sensibilità del mondo normativo negli ultimi anni è fortemente orientata al settore della posa, anche per andare incontro ad un mercato che sotto questo aspetto necessita di chiari punti di riferimento.

Infatti, sono in costante crescita cause e contenziosi che vertono su difetti di installazione del bene i quali, per la legge italiana, sono equiparati in tutto e per tutto ai difetti del bene stesso.

Anche la recentissima pubblicazione della UNI 11673-4 (“Posa in opera di serramenti – Parte 4: Requisiti e criteri di verifica dell’esecuzione”) non fa altro che chiudere un ideale cerchio normativo relativo alla posa in opera: progettazione, formazione, esecuzione.

In parallelo, sotto il profilo legislativo si viaggia nella stessa direzione: la qualificazione delle competenze sarà a breve “conditio sine qua non” per l’accesso alle detrazioni fiscali: per i dettagli si attende solo la pubblicazione di un documento attuativo.

Pertanto, va fatto un plauso a tutti quei professionisti che si sono mossi per tempo, o che lo stanno facendo, nel percorso di formazione e relative verifiche dell’apprendimento.

Gli sforzi che si stanno facendo in questa direzione, e che vedono Legnolegno impegnata in prima linea e su diversi fronti, si prefiggono infatti lo scopo di mettere il consumatore nella condizione di poter distinguere sul mercato un operatore qualificato da uno improvvisato.

Nel medio e lungo termine, a prescindere dagli obblighi di legge, siamo certi che questo sarà inevitabilmente un elemento di successo commerciale.

Ecco quindi, aldilà del conseguimento di un marchio, l’importanza delle verifiche in opera: esse sono l’unico strumento in grado di dare un riscontro empirico ad un lavoro ben eseguito. Le prove in opera non sono infatti “pareri tecnici” o forme di consulenza specializzata, ma bensì MISURE, inequivocabili ed oggettive.

Ed i numeri, piaccia o no, dicono sempre la verità.



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Tenuta all’acqua in opera

Tenuta all’acqua in opera

LegnoLegno è attrezzato e pronto per l’effettuazione delle prove in opera secondo UNI 11673-4

La recente pubblicazione della UNI 11673-4 – Posa in opera di serramenti: Requisiti e criteri di verifica dell’esecuzione, ha ulteriormente implementato le richieste legate alle attività di prova e verifiche in opera.

Per anni la verifica di conformità a norma sui serramenti è stata legata alle prove iniziali di tipo effettuate presso i Laboratori notificati; LegnoLegno ha effettuato decine di migliaia di test in tal senso, su serramenti di ogni tipologia, dimensioni e materiali.

L’evoluzione normativa e tecnica apre però nuovi scenari e nuove possibilità; cosi la pubblicazione della UNI 11673-4 ha spostato l’attenzione sulle verifiche in cantiere, principalmente per:

  • La permeabilità all’aria
  • La verifiche dei ponti termici in prossimità dei serramenti
  • La tenuta all’acqua.

La possibilità di analizzare prima della chiusura dei lavori la prestazione di tenuta all’acqua del serramento comprensivo dei giunti di installazione è una opzione importante e da valutare con attenzione e che più di una azienda ha già colto a pieno, eseguendo tale test.

Tenuta all’acqua in opera

La verifica di un prodotto campione installato in cantiere, affiancato alle prove di laboratorio sul serramento permette, ad esempio nei cantieri di maggiore rilevanza, di identificare gli eventuali ultimi punti critici legati alle infiltrazioni di acqua dovuti alle regolazioni del serramento o al sistema di posa e a porvi rimedio prima dell’installazione dei restanti serramenti, ponendo gli accorgimenti del caso ove necessario.

Con questa operazione di verifica in loco ogni soggetto che interviene nel processo di acquisto, installazione e vendita dei serramenti viene rassicurato (come anche accade utilizzando le altre verifiche termografiche e di permeabilità all’aria) circa la conformità del prodotto installato.

Si sa che oggi tali verifiche vengono condotte, quando il cliente riscontra un problema e quindi si finisce per obiettare tutta la commessa, utilizzando metodologie senza nessun grado di accortezza e riproducibilità (un esempio per tutti la “classica” prova con la cannetta dell’acqua).

LegnoLegno è attrezzato e pronto per l’effettuazione delle prove in opera secondo UNI 11673-4 e si propone, come sempre, come partner affidabile e competente.

Per ulteriori informazioni puoi compilare il form che trovi a fondo pagina,  ti ricontatteremo in tempi rapidi.

professionisti posa

L’Associazione Professionisti Posa cresce e si sviluppa

Cresce e si sviluppa l’Associazione Professionisti Posa, unica Associazione nazionale del settore serramenti, riconosciuta dal Ministero delle Sviluppo Economico ai sensi della Legge 4/2013.

Grazie a questo riconoscimento Professionisti Posa si inserisce nella lista di Associazioni qualificate che possono rilasciare l’attestazione di qualità dei servizi professionali offerti ai propri Associati.

Professionisti Posa si propone innanzitutto l’obiettivo di promuovere, sostenere e tutelare i valori e le attività professionali degli installatori che hanno conseguito l’attestato di qualità e qualificazione professionale dei servizi.

Gli installatori che desiderano conseguire tale attestazione posso iscriversi a Professionisti Posa e prendere parte alle sessioni di esame che periodicamente l’associazione organizza; gli esami sono allineati a quanto disposto dalla UNI 11673-2, in riferimento alle specifiche per il livello di competenza 4 “Caposquadra”.

Ad oggi, gli installatore che hanno conseguito l’attestato di qualità e qualificazione professionale dei servizi sono ben oggi 170.

Professionisti Posa opera in stretto contatto con le principali Associazioni di categoria e anche in riferimento al Marchio Posa Qualità, il sistema italiano di qualificazione aziendale del processo di posa; gli operatori iscritti a Professionisti Posa trovano così una ulteriore relazione tecnico-commerciale nell’ambito delle aziende che hanno scelto volontariamente di qualificare il proprio servizio di posa e le proprie competenze attraverso il Marchio Posa Qualità.

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Gli operatori e gli installatori iscritti a Professionisti Posa sono:

  1. rappresentati in sedi istituzionali dalla propria Associazione Professionale;
  2. riconosciuti dal mercato come Professionisti qualificati in ambito di installazione di serramenti;
  3. costantemente aggiornati e informati rispetto alle novità normative e/o legislative e di mercato attraverso attività formative e la partecipazione ad eventi dedicati;
  4. parte di un gruppo di professionisti qualificati che rappresentano l’eccellenza sul territorio nazionale;
  5. in grado di dare certezza al committente/cliente finale rispetto alla qualità delle proprie competenze e della capacità realizzativa;
  6. oggetto di attività di comunicazione/pubblicità verso al mercato riservate agli iscritti, con strumenti di comunicazione e promozione della propria qualifica e delle proprie competenze;
  7. supportati dagli esperti del mondo della posa: enti, laboratori, comitati tecnico scientifici ed esperti di prodotti per l’installazione;
  8. in grado di ottenere il Marchio Posa Qualità, strumento innovativo per distinguere la qualità dei prodotti e la professionalità dei serramentisti italiani e una garanzia per il consumatore.

Scopri i posatori Associati a Professionisti Posa

Marchio Posa Qualità e Professionisti Posa: un progetto pensato per gli operatori, gli installatori ed i serramentisti più qualificati che vogliono distinguersi sul mercato attraverso la loro Qualità.

Scopri tutti i progetti speciali LegnoLegno

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