Enviromental Social and Governance – ESG omplica un maggiore utilizzo dei sistemi di gestione aziendali, trasparenza e garanzia per i clienti, fornitori e stakeholders

ANDREA BARATTI
Dottore commercialista e revisore contabile presso Studio Baratti.
L’approccio Enviromental Social and Governance – ESG implica per le imprese un sempre maggiore utilizzo dei sistemi di gestione aziendali nell’ottica della massima trasparenza e garanzia per i clienti e i fornitori e, in generale, per tutte le parti interessate (stakeholders).
Il termine “sostenibilità” ormai è entrato nel gergo comune delle imprese. L’acronimo ESG (Environmental, Social and Governance) oscuro fino a qualche anno fa è la sigla distintiva di ogni operazione di rilancio aziendale.
L’acronimo ESG si riferisce alle tre principali aree di valutazione che le aziende possono considerare quando si tratta di sostenibilità e responsabilità sociale:
• L’ambiente (Environmental) si riferisce alla valutazione delle prestazioni dell’azienda in relazione alla sostenibilità ambientale; ciò include la riduzione dell’impatto ambientale delle attività dell’azienda, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, la gestione dei rifiuti, la tutela delle risorse naturali e la transizione verso fonti di energia pulita e rinnovabile;
• La società (Social) si riferisce alla valutazione delle prestazioni dell’azienda in relazione alla sua responsabilità sociale; ciò include l’impatto dell’azienda sulle comunità in cui opera, la tutela dei diritti umani, la diversità e l’inclusione, la salute e la sicurezza dei dipendenti e dei clienti, e l’impatto sociale delle attività dell’azienda;
• La governance (Governance) si riferisce alla valutazione della gestione aziendale e del comportamento etico dell’azienda; ciò include la trasparenza e la responsabilità nella gestione dell’azienda, l’indipendenza dei membri del consiglio di amministrazione, la tutela dei diritti degli azionisti, la gestione dei conflitti di interesse e la lotta alla corruzione.
In sintesi, ESG rappresenta una valutazione a 360 gradi della performance dell’azienda in termini di sostenibilità ambientale, responsabilità sociale e buon governo aziendale.
Le aziende che adottano una strategia ESG possono beneficiare di una maggiore reputazione, di un accesso al capitale migliorato e di un rischio ridotto in un contesto di rapido cambiamento ambientale, sociale e politico.
La qualità di questo approccio può essere di tipo in obbligatorio e volontario.
Obbligatorio, per esempio, in merito all’approccio delineato nei decreti legislativi 231/2001 (responsabilità penale delle aziende) e 254/2016 (obbligo di rendicontazione non finanziaria).
In Italia, il bilancio di sostenibilità non è obbligatorio per tutte le aziende. Tuttavia, l’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità è previsto per alcune categorie di società.
In particolare, le società quotate in borsa italiane e le società quotate nei mercati regolamentati dell’Unione Europea con sede in Italia. Inoltre, per le società quotate in borsa, l’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità è disciplinato anche dal Regolamento (UE) n. 2017/1184, che richiede alle società quotate in borsa dell’Unione Europea con più di 500 dipendenti di fornire informazioni sulle politiche, gli obiettivi e i risultati relativi a questioni ambientali, sociali e di governance.
L’approccio volontario passa invece per il rispetto di una serie di norme o standard internazionali cui l’azienda volontariamente si obbliga ad aderire.
Gli standard di riferimento che le aziende possono considerare per dimostrare la loro performance ESG ad esempio sono:
• ISO 14001: questa è una certificazione per la gestione ambientale che aiuta le aziende a valutare e gestire l’impatto ambientale delle loro attività; la certificazione ISO 14001 dimostra che l’azienda ha implementato un sistema di gestione ambientale e si impegna a ridurre l’impatto ambientale delle sue attività;
• SA8000: questa è una certificazione per la responsabilità sociale che si concentra sui diritti dei lavoratori, la salute e la sicurezza, e l’etica commerciale; la certificazione SA8000 dimostra che l’azienda si impegna a promuovere condizioni di lavoro eque e dignitose per i propri dipendenti e per quelli dei suoi fornitori;
• GRI Standards: questi sono gli standard di reporting per la sostenibilità più utilizzati al mondo; la Global Reporting Initiative (GRI) aiuta le aziende a pubblicare report sulla sostenibilità e dimostrare il loro impegno per l’ESG attraverso la comunicazione trasparente delle prestazioni;
• UN Global Compact: è un’iniziativa delle Nazioni Unite che aiuta le aziende a integrare i principi di sostenibilità e di diritti umani nelle loro attività e nella loro strategia aziendale; le aziende che aderiscono al Global Compact si impegnano a rispettare 10 principi universali in materia di diritti umani, lavoro, ambiente e anticorruzione.
Questi sono solo alcuni esempi di certificazioni e standard di riferimento che le aziende possono considerare per dimostrare la loro performance ESG.
Tuttavia, è importante notare che la certificazione non è l’unico modo per dimostrare l’impegno per l’ESG e la sostenibilità. Le aziende possono adottare diverse strategie per dimostrare la loro performance ESG, come ad esempio la pubblicazione di report sulla sostenibilità, l’adesione a iniziative di settore o la partecipazione a progetti collaborativi con altri stakeholder.
Non si tratta solo di marketing o, peggio, di greenwashing, ma di un approccio ben più profondo che parte da un ripensamento dei principi che stanno alla base di ogni sviluppo solido e duraturo di qualunque impresa a prescindere dal settore di appartenenza e dalla dimensione.
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