Francesco Carnelli
Dot. in Economia all’Università Bicocca di Milano
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La certificazione che verifica gli impatti ambientali dei prodotti nel loro ciclo di vita
Partendo dalla decisione del Consiglio dell’Unione europea del dicembre 2020 che ha stabilito un nuovo obiettivo, ovvero la Riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, risulta evidente che il primo passo da fare per il settore produttivo, e in generale per tutti i settori, sia prendere coscienza del fatto che ormai è necessario misurare e comunicare, in modo oggettivo, credibile e verificato quali siano le attuali emissioni delle proprie attività (produzione, servizi, etc.)
Uno strumento molto efficace per comunicare le caratteristiche ambientali dei prodotti è la Dichiarazione Ambientale di Prodotto, comunemente chiamata EPD (Environmental Product Declaration).
La EPD è una vera e propria «carta d’identità» del prodotto che, sulla base dello studio Life Cycle Assessment, descrive gli impatti ambientali di un prodotto o servizio lungo tutto il suo ciclo di vita.
EPD: cos’è e come funziona
L’EPD è un documento che comunica informazioni obiettive, confrontabili e verificate da soggetto terzo indipendente, sulle performance ambientali di un prodotto mediante uno studio di (Life Cycle Assessment – LCA): una metodologia di calcolo che ci indica come calcolare le prestazioni ambientali di un prodotto in conformità alla Uni En Iso 14040 e 14044 dalla “culla alla tomba”, cioè dall’estrazione delle materie prime al cancello della fabbrica o alla dismissione del prodotto.
L’Epd è una etichetta ambientale di tipo III e fa riferimento alla Uni En Iso 14025 ed è guidata dalle PCR (Product Category Rules) che definiscono, per ogni categoria di prodotto, l’insieme delle “regole comuni” che tutte le EPD e i relativi studi LCA devono rispettare.
Come si legge una EPD?
Tra le numerose informazioni contenute in una Dichiarazione Ambientale di Prodotto vi sono il titolare dell’EPD, il prodotto, le unità produttive coinvolte, il logo del soggetto autorizzato alla pubblicazione del documento (Program Operator), il numero di registrazione, le date di emissione e scadenza, la PCR e il CPC code di riferimento, il verificatore di terza parte indipendente, informazioni sull’azienda, i materiali utilizzati, il processo produttivo, i confini del sistema, l’unità funzionale, il tipo di EPD, database e software utilizzati.
Inoltre sono sempre presenti 3 tabelle, set di impatto.
La prima tabella si riferisce agli IMPATTI AMBIENTALI
• potenziale di riscaldamento globale,
• potenziale di riduzione dello strato di ozono stratosferico,
• formazione di ossidanti fotochimici nella troposfera,
• acidificazione di suolo e acqua,
• esaurimento delle risorse naturali non fossili,
• esaurimento delle risorse naturali fossili, eutrofizzazione,
La seconda tabella è relativa al CONSUMO DI RISORSE
• consumo di energia primaria rinnovabile,
• consumo di risorse energetiche primarie rinnovabili impiegate come materie prime,
• consumo totale di risorse energetiche primarie rinnovabili,
• consumo di energia primaria con rinnovabile, ad esclusione delle risorse energetiche primarie rinnovabili impiegate come materie prime,
• consumo di risorse energetiche primarie non rinnovabili impiegate come materie prime,
• consumo totale di risorse energetiche primarie non rinnovabili (energia primaria e risorse energetiche impiegate come materie prime),
• consumo di materie seconde,
• consumo di combustibili secondari da fonte rinnovabile,
• consumo di combustibili secondari da fonte non rinnovabile,
• consumo netto di acqua dolce,
La terza tabella si riferisce ai FLUSSI IN USCITA E AI RIFIUTI GENERATI
• rifiuti pericolosi a discarica,
• rifiuti non pericolosi a discarica,
• rifiuti radioattivi a discarica,
• materiali per il riutilizzo,
• materiali per il riciclo,
• materiali per il recupero energetico,
• energia elettrica esportata,
• energia termica esportata.
È inoltre possibile riportare all’interno dell’EPD anche ulteriori parametri ambientali, aggiuntivi rispetto a quelli previsti obbligatoriamente, come ad esempio il contenuto di materiale riciclato / recuperato / sottoprodotto.
L’indicazione di questi parametri risulta essere di estrema importanza in caso si intendesse utilizzare la Dichiarazione Ambientale di Prodotto per dimostrare la conformità del prodotto ai (Criteri Ambientali Minimi) CAM o ad altri requisiti specifici.
I principali vantaggi dell’EPD e come ottenerla
Per ottenere l’EPD bisogna richiedere a un ente terzo, meglio se accreditato, di verificare e convalidare le caratteristiche del proprio prodotto/i attraverso uno studio del suo ciclo di vita (Lca: Life Cycle Assessment), passando attraverso le fasi di produzione e uso, alla ricerca degli impatti ambientali, ma anche degli sprechi e delle possibilità di ottimizzazione e risparmio. L’EPD deve essere redatta, inoltre, sulla base delle informazioni e delle regole specifiche per la categoria di prodotto in questione.
Tali documenti sono chiamati PCR (Product Category Rules).
Il soggetto che si occupa della gestione di tutto il sistema dalla creazione delle PCR alla definizione delle regole da adottare per redigere l’EPD si chiama Program Operator. Lo stesso soggetto provvede alla pubblicazione sul proprio sito internet delle EPD convalidate.
I principali vantaggi per chi decide di ottenerla sono:
■ Ottimizzare i processi produttivi e ridurre sprechi all’interno dell’azienda;
■ Disporre di un criterio di selezione dei fornitori; grazie all’EPD è infatti possibile comparare due o più prodotti da un punto di vista ambientale e orientare la scelta verso quelli a più basso impatto;
■ Rafforzare il brand aziendale e aumentare il riconoscimento sul mercato;
■ Orientare le scelte di progettisti, architetti e consumatori e ottenere accesso e visibilità nei mercati internazionali;
■ Adempiere agli obblighi di legge, dimostrando il rispetto dei requisiti degli acquisti verdi. Es. CAM e Superbonus 110%.
EPDItaly, il Program Operator italiano
EPDItaly è il Program Operator italiano, attivo e riconosciuto a livello internazionale, è indicato come riferimento dal Ministero dell’Ambiente all’interno dei CAM Edilizia. Esso registra e pubblica le EPD verificate e convalidate solo da organismi accreditati, definisce le regole per sviluppare le PCR e redigere le EPD per tutti i settori merceologici.
Il regolamento di EPDItaly ha ottenuto l’accreditabilità da Accredia: gli organismi di certificazione accreditati possono eseguire le verifiche per convalidare le EPD adottando metodiche uniformi e il loro operato è soggetto al controllo di Accredia a garanzia di competenza, indipendenza e imparzialità.
EPDItaly è socio fondatore di ECO Platform, associazione no-profit con sede a Bruxelles, costituita principalmente dai più noti Program Operator europei.
Lo scopo principale dell’Associazione è quello di armonizzare i processi di verifica delle EPD e favorirne riconoscimento e circolazione all’interno degli stati membri.
L’appartenenza a questa Associazione permette di apporre il Logo ECO-EPD che evidenzia la conformità del documento ai requisiti della norma Uni En 15804, rende più semplice il riconoscimento da parte degli altri Program Operator e dà diritto alla pubblicazione del documento sul sito di ECO Platform, denominato ECO Portal (https://www.eco-platform.org/eco-portalaccess-point-to-digital-product-data.html), garantendo ancor più ampia visibilità internazionale.
I membri di Eco Platform condividono un sistema di gestione per la qualità delle EPD, comprese le procedure di verifica per il riconoscimento reciproco.
I vantaggi di EPDItaly:
È riconosciuto e attivo a livello globale.
• È il punto di riferimento per progettisti, architetti, designer e consumatori per identificare le aziende che comunicano in modo verificato ed obiettivo gli aspetti di sostenibilità dei loro prodotti;
• Processi rapidi ed efficaci: la documentazione può essere presentata in lingua italiana; nuove PCR ed eventuali chiarimenti procedurali vengono discussi e gestiti in Italia;
• Indicato dal Ministero dell’Ambiente come Program Operator di riferimento nei CAM Edilizia, è riconosciuto da Accredia ed è socio fondatore di ECO Platform;
• Maggiore visibilità internazionale grazie al mutuo riconoscimento con Germania, Spagna, Austria, Norvegia e America e Cina.
EPDItaly comunica anche il brand italiano, molto apprezzato e richiesto nei mercati esteri.
Nel settore dei serramenti ci sono già due aziende (Metra Spa e Lualdi Spa) che hanno scelto di comunicare gli impatti ambientali dei loro prodotti tramite l’etichetta EPD, pubblicata su EPDItaly www.epditaly.it.
È bene ricordare che il Consorzio LEGNO LEGNO e il Program Operator EPDItaly hanno recentemente siglato una convenzione riservata alle aziende facenti parte del Consorzio che vorranno ottenere la pubblicazione della loro Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD).
Per informazioni compila il form a fondo pagina.
La digitalizzazione delle EPD
Per far fronte alla richiesta sempre più pressante dei progettisti verso prodotti sostenibili, e ottimizzare il calcolo dell’LCA dell’opera, EPDItaly si è fatto promotore di un’innovazione importante, in Italia e in Europa: le EPD digitali!
Pertanto, oltre ai formati .pdf sono disponibili anche i formati machine readable (file .xml) così da poter abilitare la connessione diretta tra le informazioni dichiarate nelle EPD e la progettazione BIM (Building Information Modeling) dell’opera.
I vantaggi della digitalizzazione sono visibili sul processo di progettazione dell’edificio o dell’infrastruttura, in quanto, oltre alle caratteristiche tecniche, per ogni materiale, possono essere disponibili anche quelle ambientali derivanti da una EPD.
Nel mondo, le EPD nel settore delle costruzioni, conformi alla En 15804 hanno superato quota 10.000, nel 2018 erano meno di 5.000. Per quanto riguarda le EPD pubblicate su EPDItaly sono passate da 5 (2016) 18 (2017) a 46 (2018), 75 (2019), 110 (2020) a 175 (2021), 330 (Nov. 2022).
Francesco Carnelli: Dot. in Economia all’Università Bicocca di Milano; ha vissuto, studiato e lavorato alcuni anni all’estero (Spagna e Irlanda) e, dal 2016, dopo 5 anni di esperienza in Istituti di Credito lavora presso l’Organismo di Certificazione ICMQ dove svolge il ruolo di Responsabile Commerciale. Fin da subito molto appassionato e dedicato al Settore Sostenibilità, gestisce in particolare le attività commerciali connesse agli aspetti di sostenibilità di prodotti e servizi, indicati nei requisiti dei CAM (Criteri Ambientali Minimi), come ad esempio: EPD (Dichiarazione Ambientale di Prodotto), Carbon Footprint, Certificazione del Contenuto di riciclato, ESG, Indice di Circolarità etc. Email: carnelli@icmq.org
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