Vetri a basse emissioni di carbonio
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Vetri a basse emissioni di carbonio

Vantaggi ambientali senza compromettere le prestazioni e l’estetica

Antonio Radaelli
Marketing Director Construction Materials SAINT-GOBAIN ITALIA

L’innovazione è fondamentale nel vetro per finestre.

Un’innovazione che deve essere intesa sia in termini di prestazioni tecniche, imprescindibili per il processo di efficientamento energetico degli edifici in un contesto di vetustà nel parco edilizio italiano, in termini di sostenibilità e di produzione dei vetri; sia nella progettazione di edifici a ridotta impronta di carbonio.

THANKS TO

Gli obiettivi sfidanti imposti dall’Europa entro il 2050 imporranno la realizzazione di edifici sempre più performanti attraverso l’utilizzo di materiali sostenibili in fase di produzione, di utilizzo e fine vita. Nei prossimi anni non solo il mercato recepirà le novità immesse, ma chiederà standard di sostenibilità sempre più elevati.

I prodotti Saint-Gobain sono pensati per migliorare gli spazi in cui viviamo in termini di efficienza energetica e di sicurezza, e sono progettati nel più ampio rispetto degli standard di sostenibilità in tutte le fasi di vita: dall’approvvigionamento delle materie prime, attraverso un utilizzo intelligente delle risorse nel rispetto dell’ambiente e della natura, durante la vita dell’edificio, fino alla fase di fine vita, durante la quale bisogna tenere in considerazione la gestione dei prodotti come scarti e rifiuti e, infine, la loro re-immissione nel ciclo produttivo come contenuto di riciclato.

Nonostante il vetro possa essere riciclato infinite volte, sappiamo che il vetro destinato all’edilizia ha esigenze specifiche e una chimica speciale, per questo, per aumentare il contenuto di materiale riciclato, possono essere riutilizzati soltanto gli scarti di vetro provenienti dalle lavorazioni dello stesso vetro piano, che sono chiamati cullet.

Uno dei nostri obiettivi è aumentare sempre più la quantità di cullet proveniente da fonti esterne con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2, attraverso la diminuzione del fabbisogno energetico necessario a fondere le materie prime, riuscendo allo stesso tempo a preservarle.

L’attenzione alla sostenibilità e all’impatto ambientale ha spinto Saint-Gobain a realizzare un vetro piano dedicato al mondo dell’edilizia utilizzando il 64% di vetro riciclato (rottame) e il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili.

La scelta di materiali sostenibili è fondamentale per affrontare la sfida della riduzione dell’impatto. Il settore edile rappresenta il 40% delle emissioni annue di CO2 a livello mondiale.

ORAÉ®, il primo vetro a bassa impronta di carbonio sul mercato è stato presentato da un anno e offre un impatto sull’ambiente più basso del 42% (solo 6,64 Kg CO2eq/m2 su spessore 4mm per la sua produzione) rispetto al prodotto standard PLANICLEAR® e si posiziona come uno tra i vetri più sostenibili per gli edifici di nuova generazione, quelli che richiedono notevoli quantità di energia per il condizionamento ed il riscaldamento.

Il nuovo vetro a basse emissioni di carbonio ORAÉ® è integrato alla gamma di soluzioni esistenti Saint-Gobain, in particolare alla linea di vetri selettivi COOL-LITE® XTREME in modo da combinare i benefici di entrambi i prodotti e ottenere un impatto positivo sull’ambiente senza compromettere prestazioni ed estetica delle facciate.

È stato recentemente lanciato PLANITHERM® INFINITY ORAÉ®, il primo vetro a bassa impronta di carbonio combinato con il prodotto top di gamma per il mercato della finestra; questo prodotto rappresenta la risposta alle esigenze per il mercato residenziale e terziario, dove le vetrate e le finestre diventano sempre più di grandi dimensioni e richiedono caratteristiche tecniche sempre più performanti.

Sia il COOL-LITE® XTREME ORAÉ® che il PLANITHERM® INFINITY ORAÉ® sono in grado, infatti, di ridurre le emissioni di CO2 anche nella quotidianità, riducendo gli apporti solari (fattore solare g), le dispersioni termiche (trasmittanza termica Ug), e permettendo infine un maggior apporto di luce naturale all’interno degli edifici. A seconda delle prestazioni che si vogliono raggiungere i vetri devono essere inseriti in vetrate isolanti doppie o triple, opportunamente composte da vetro stratificato che, realizzato con speciali plastici, permettono di aggiungere prestazioni di sicurezza e di fono-isolamento.

Ciò conferma il ruolo essenziale che ORAÉ® svolgerà nella promozione di un’industria sostenibile e nell’accelerazione dello sviluppo di un’economia circolare a basse emissioni di carbonio.

FINESTRA +


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Verso edifici Net Zero Carbon: come possono contribuire l’involucro e i serramenti?

Paola Colombo
Area Tecnica Green Building Council Italia
Laureata in ingegneria edile, dopo un’esperienza nella ricerca universitaria presso il Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, da giugno 2022 è parte dello staff tecnico di GBC Italia e si occupa di progetti di innovazione e di certificazioni energetico-ambientali.

A marzo 2023, il rapporto di sintesi del Sesto Assessment Report dell’IPCC ha messo in evidenza come le attività umane dell’ultimo secolo – con un consumo incontrollato e non sostenibile di combustibili fossili, energia, risorse e suolo – hanno causato un riscaldamento globale di 1,1°C rispetto ai livelli preindustriali, che si manifesta con sempre più frequenti e diffusi fenomeni metereologici estremi che mettono a rischio beni e persone in ogni regione del mondo.

THANKS TO

Per limitare il riscaldamento globale e garantire un futuro vivibile per tutti è dunque necessaria un’azione urgente per il clima che affronti una sfida senza precedenti: ridurre in maniera profonda e rapida le emissioni di gas serra in tutti i settori, fino al loro dimezzamento entro il 2030.

Gli edifici sono responsabili di circa il 40% delle emissioni a livello globale, di cui circa due terzi dovuti ai consumi energetici, mentre la restante parte è da attribuire alle emissioni legate a materiali e processi di costruzione. Il settore ha dunque la responsabilità di fissare e perseguire obiettivi che mirino nella direzione di edifici Net Zero Carbon. Ma cosa significa edifici Net Zero Carbon? Sono edifici che perseguono l’azzeramento delle emissioni nette di carbonio, prendendo in considerazione non solo le emissioni legate ai consumi di energia in fase operativa, ma anche l’impatto ambientale associato al carbonio incorporato durante l’intero ciclo di vita.

Andamento del carbonio biogenico e del carbonio fossile di un generico prodotto a base legno
Fonte: Strumenti per la decarbonizzazione: contabilizzazione dell’Embodied Carbon nel ciclo di vita di un manufatto edilizio
Pubblicazione a cura di Green Building Council Italia – ISBN 978-88-6627-378-3 – https://gbcitalia.org/area-download/roadmap/

Questo tipo di approccio è noto come Whole-Life Carbon Vision ed è uno dei pilastri che guidano l’azione di Advancing Net Zero (ANZ), il programma globale della rete del World GBC, di cui GBC Italia fa parte. Per perseguire la totale decarbonizzazione del settore, ANZ chiama aziende e pubbliche amministrazioni ad assumersi impegni concreti nel quadro del Net Zero Carbon Buildings Commitment che definisce le linee d’azione da perseguire:

  • ridurre e ottimizzare la domanda di energia degli edifici attraverso misure di efficientamento;
  • utilizzare fonti rinnovabili prodotte in loco o off-site;
  • pianificare una profonda decarbonizzazione eliminando l’utilizzo di combustibili fossili;
  • prevenire le emissioni di carbonio iniziali attuando scelte consapevoli dei materiali e delle tecnologie;
  • ridurre gli impatti e ottimizzare l’uso delle risorse nel ciclo di vita;
  • pianificare le misure per il fine vita degli edifici;
  • compensare le emissioni operative e incorporate residue.

L’involucro e i serramenti possono giocare un ruolo in diversi di questi aspetti. Da una parte, l’azzeramento e l’ottimizzazione dei consumi passa innanzitutto dalla contrazione del fabbisogno energetico tramite l’adozione di strategie di controllo delle dispersioni termiche e degli apporti solari attraverso la “pelle” dell’edificio. D’altro canto, non bisogna trascurare gli impatti generati dai processi di produzione, installazione e fine vita dai materiali e componenti dell’involucro, attuando scelte progettuali che considerino a tutto tondo le potenzialità dei diversi materiali in termini di prestazioni, vita utile e contabilizzazione del carbonio incorporato.

Ad esempio, nel caso di utilizzo di materiali e prodotti in legno, è possibile considerare il carbonio biogenico stoccato, vale a dire un credito derivante dall’assorbimento di CO2 durante la fase vegetativa di una pianta. In questo caso, sarà necessario valutare i possibili gli scenari di fine vita per garantire una corretta contabilizzazione.

Green Building Council Italia

Green Building Council Italia è un’associazione no-profit che promuove la trasformazione del settore edile italiano verso pratiche sostenibili per uno spazio abitato più salubre, sicuro, confortevole ed efficiente. L’associazione conta più di 350 soci dell’intera filiera, tra cui costruttori, pubbliche amministrazioni, università, società di progettazione e produttori. GBC Italia è membro stabile del World GBC, la rete di più di 70 GBC nazionali che costituiscono la più grande organizzazione internazionale al mondo attiva per il mercato delle costruzioni sostenibili.

FINESTRA +


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F +, il primo progetto nazionale dedicato al serramento sostenibile

FINESTRA + sostenibile: il racconto di una giornata dedicata al futuro del serramento

F +, il primo progetto nazionale dedicato al serramento sostenibile

Marta Sedino

Laureata in Economia, Arts Management, Progettazione europea. Svolge attività di progettazione culturale, comunicazione e fund-raising per diverse realtà del settore artistico-culturale, con un occhio di riguardo alle aree interne del paese.

Consorzio LegnoLegno, in collaborazione con i suoi partner, appartenenti a diverse fasi della filiera del legno (Finiture, DDX, CloudFabric, Sayerlack, Sherwin – Williams, Swisspacer, Fantacci, Mungo, Working Process, Gilardi, Saint – Gobain e Entra) ha organizzato l’evento di lancio di Finestra + nella bellissima cornice dell’H-Farm di Roncade, un’oasi immersa nel verde e primo incubatore di start-up in Europa.


Quale luogo migliore per accogliere i destinatari del progetto – i serramentisti – e parlare loro di un tema tanto importante come la sostenibilità?

Sostenibilità che in sé contiene il tema importantissimo dell’innovazione, necessaria alle PMI del settore non solo per sopravvivere, ma anche per cogliere nuove opportunità in un contesto di rapidi cambiamenti.

Alla chiamata hanno risposto in molti: circa cento i presenti, fra cui alcuni giovani rappresentanti della terza generazione aziendale, particolarmente sensibili al tema.

La sfida maggiore della giornata è stata quella di chiarire il fumoso concetto di sostenibilità nella sua concretezza e multidimensionalità (ambientale, sociale e di governance), farne percepire i numerosi vantaggi (dalla reputazione aziendale, alla capacità di innovare e migliorare le performance, attrarre talenti e capitale, incrementare la coesione interna e creare valore condiviso) e trasmetterlo come elemento prioritario da integrare nelle politiche aziendali.

Tutto ciò ad una platea di imprenditori che, partendo da zero, si sono fatti strada in un mercato territoriale estremamente competitivo e che, pur avendo introdotto negli anni importanti elementi di innovazione di prodotto e di processo, non hanno piena coscienza di come questi siano strettamente connessi al tema della sostenibilità.

Di conseguenza, scarsi sono gli investimenti in strumenti per misurare e comunicare ai propri stakeholders il proprio impegno in tal senso. Date le circostanze con cui le PMI italiane, in tempi brevi, dovranno scontrarsi, è necessario un accompagnamento nel processo di presa di coscienza e metabolizzazione della sostenibilità non solo come investimento necessario, ma anche come opportunità di crescita e vantaggio competitivo.

Questa è la principale missione del Consorzio LegnoLegno.

evento 15_06-41 Finestra +

Stefano Mora, relatore dell’evento, ha rotto il ghiaccio accennando ad Alex Bellini, noto esploratore italiano, che da sempre sostiene che per ripulire i mari bisogna iniziare dai fiumi, principali condotti di inquinamento.

Un esempio calzante per far capire ai serramentisti l’importanza di adottare una logica non orientata al prodotto finale ma all’intera filiera, a partire dal reperimento delle materie prime. Ha poi offerto una carrellata di informazioni pratiche relative ai futuri scenari di mercato, dalle Direttive Europee, alle future prestazioni energetiche richieste da progettisti e pubblica amministrazione, all’introduzione di nuovi standard di valutazione (ESG, economia circolare), alle strategie da mettere in atto per farsi riconoscere sul mercato e orientare le scelte di progettisti e consumatori.


Nello specifico, ha riportato delle stime allarmanti, a livello europeo, sugli edifici, responsabili del 40% del consumo di energia, del 36% delle emissioni di gas a effetto serra e dell’80% dell’energia necessaria alle famiglie per il riscaldamento, il raffreddamento e la produzione di ACS (acqua calda sanitaria). Il serramento rappresenta parte dell’involucro di un edificio ed è perciò primariamente chiamato in causa.


Data la gravità della situazione, si stanno sempre più diffondendo strategie di mitigazione e contrasto: dalle certificazioni ambientali degli edifici, spesso adottate volontariamente dai costruttori per tutelare i propri investimenti, all’introduzione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) per l’edilizia in Italia.

Tutto ciò sta comportando l’entrata in vigore di protocolli e gare d’appalto basate su meccanismi premianti nei confronti dei fornitori/appaltanti con migliori prestazioni ambientali. La questione si fa particolarmente interessante in questo speciale periodo storico, dove la Pubblica Amministrazione dispone degli ingenti fondi del PNRR.

A livello europeo, la direttiva “Case Green”, da poco approvata dalle CE, prevederà una nuova ondata di ristrutturazioni (2030-2050) basate non solo su criteri di risparmio energetico ma su un nuovo sistema di certificazione energetica che andrà a misurare gli impatti delle costruzioni rispetto al riscaldamento globale.


Anche gli aspetti finanziari saranno investiti da quest’ondata di cambiamento e questo è un dato assolutamente non trascurabile da parte dei serramentisti: secondo specifiche direttive, verranno ridotti gli spazi per i mutui destinati ad acquistare o a riqualificare le case a prestazione energetica peggiore.

Viene da sé che gli acquirenti saranno “obbligati” ad acquistare case a prestazioni energetiche elevate per poter accedere ai mutui, e questo comporterà conseguenze dirette sui progettisti e quindi sui serramentisti.


Come adattarsi – e anticipare – i nuovi scenari di mercato in tempi relativamente rapidi? Dimostrando la propria prestazione ambientale, che altro non può essere se non un numero, misurabile, quantificabile, paragonabile. Un benchmark di riferimento rispetto al quale l’azienda possa prendere coscienza della propria performance attuale e futura.


Lo strumento più diffuso è l’EDP, la dichiarazione ambientale di prodotto – sottoposta a un controllo indipendente – che permette di quantificare gli impatti ambientali associati al ciclo di vita del prodotto (tramite metodologia LCA – Life Cycle Assessment). LegnoLegno offre ai serramentisti due possibilità per ottenere tale certificazione: la misurazione per singola azienda o per gruppi di aziende.

Quest’ultima possibilità è vantaggiosa, non solo per ottimizzare i costi, ma soprattutto per permettere la costruzione di un tool validato in cui inserire i dati delle singole aziende campionate e generare singoli EDP fra loro confrontabili.


Tutto chiaro?


La visione di LegnoLegno va però ben oltre l’illustrazione di scenari e strategie: l’evento a Roncade non è una tantum ma vuole essere il primo di tanti altri momenti, organizzati in varie parti d’Italia, che siano occasioni di confronto e networking fra le varie aziende della filiera del legno. In un settore molto fragmentato e poco coeso nella sua risposta al mercato, l’unione può fare la forza, passando da una logica di competizione a una di collaborazione.

Marta Sedino è laureata in Economia, Arts Management, Progettazione europea.
Appassionata di cultura e territorio, collabora con una start-up milanese che promuove e sviluppa progetti di rigenerazione urbana in collaborazione con aziende, istituzioni e terzo settore. Svolge attività di progettazione culturale, comunicazione e fund-raising per diverse realtà del settore artistico-culturale, con un occhio di riguardo alle aree interne del paese.
Ha scritto due edizioni (Sardegna e Veneto) della collana Paesaggio Italia edita da Repubblica e National Geographic e lavora in Finiture in qualità di addetta alla Sostenibilità dell’azienda.



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FINESTRA +

Sostenibilità quale connubio tra design e materiali

BREEAM e la Garderie: il doposcuola della Commissione Europea primato italiano

Eleonora Sablone

Ingegnere edile attiva nel settore della progettazione integrata e sostenibile

Tra qualche giorno mi troverò di fronte a sessanta studenti del primo anno di Architettura della Università D’Annunzio, spiegando loro cosa sono i materiali sostenibili.

In assoluta onestà aprirò il workshop con una doccia fredda: non ci sono materiali sostenibili a priori ma solo progetti sostenibili. La mia fortuna è che questi ragazzi sono già introdotti ad un pensiero sistemico ed olistico dell’architettura grazie all’entusiasmo con cui il Prof. Antonio Basti riesce a rendere accessibili per loro concetti complessi come il Life Cycle Assessment.

THANKS TO

In tre ore e mezza di workshop, però, vorrei accompagnarli nella costruzione di una sintetica mappa mentale – da accrescere in futuro con lo studio e con la pratica professionale – che li guidi nella progettazione di interventi effettivamente sostenibili.

Non mi dispiacerebbe chiudere l’intervento con un “SI PUO’ FARE!” con occhio sgranato come Gene Wilder, ma dubito che questa platea ventenne coglierebbe la citazione di Franckestein Junior.

Resta il fatto che non solo si può fare ma è già stato fatto in numerosi interventi, da ultimo nel caso del “Building 12P” del JRC (Joint Research Centre) della Commissione Europea a Ispra in provincia di Varese.

Il progetto in questione, pensato per il doposcuola dei figli dei dipendenti del JRC, ha ottenuto il 7 Marzo 2023 il Certificato BREEAM di Interim Design con rating EXCELLENT.


Di fatto, la Garderie rappresenta un primato: in Italia è il primo progetto certificato BREEAM nella tipologia “EDUCATION” ed ha il secondo più alto punteggio, quello di 83.1%, mai raggiunto sul territorio nazionale.


Rimando ai box per i dettagli della certificazione, del progetto e del team e, con le parole dell’Ing. Livio Radini, vi conduco al focus di questa riflessione:

È stata una esperienza molto importante per il nostro gruppo di lavoro che ci ha fatto apprezzare una nuova modalità di progettazione. Ringrazio tutti i progettisti che hanno partecipato, in particolare il BREEAM AP Ing. Eleonora Sablone e il Project Team Manager Arch. Eftychia Moskachlaidi. A partire dalle richieste del Centro JRC di Ispra per la progettazione della Nuova Garderie, seguire il protocollo BREEAM ha portato ad una progettazione di alta qualità, alla realizzazione di ambienti molto confortevoli sia per i futuri utenti che per la gestione della manutenzione dell’edificio oltre ad essere un progetto sostenibile da tutti i punti di vista e con particolare attenzione all’ambiente”.


Nella sostanza, il protocollo BREEAM ha rappresentato una metodologia applicativa a supporto dei tecnici e della Committenza nel dare un peso ambientale, sociale ed economico ad ogni scelta progettuale, di fatto obbligando ad una integrazione costante e iterativa tutti i responsabili delle diverse discipline (architettura, strutture, impianti, acustica, ecologia, ecc.) con anche i referenti della gestione manutentiva e della conduzione operativa (responsabili scolastici, della mensa, dei servizi accessori e di trasporto).


È infatti la cooperazione dei diversi stakeholder e la capacità di gestire il progetto in termini di Life Cycle Cost e Life Cycle Assessment, tramite anche il BREEAM, ciò che ha maggiormente colpito la Project Manager Eftychia Moskachlaidi:


I servizi della Commissione Europea, e in particolare il JRC, rispettano lo schema EMAS. In questo contesto, anche i progetti di nuovi edifici ad ampia scala, sono sviluppati con il protocollo BREEAM. Il progetto si allinea anche con il Nuovo Bauhaus Europeo, iniziativa varata nel 2020 dalla stessa Commissione, per contribuire alla realizzazione del Green Deal europeo, che combina i valori di sostenibilità, accessibilità ed estetica. Il contributo dei futuri utenti (corpo docente della Garderie) e le procedure già in essere dei diversi servizi interni di gestione del Sito di Ispra (manutenzione, gestione impianti, verde, sicurezza e rifiuti) è stato fondamentale, in quanto ci ha permesso di ottenere risultati oltre i nostri obiettivi iniziali su diverse categorie e raggiungere il massimo dei crediti previsti per la sezione Management del protocollo BREEAM.
Questa metodologia, sebbene impegnativa, si dimostra ricompensante portandoci verso costruzioni sempre più sostenibili”.


Tramite alcune best practice proprie del protocollo, sono stati applicati i macro concetti della sostenibilità sia alle scelte dei materiali che al design ed alla programmazione del cantiere.


Da una parte, infatti, si è definito un Sustainable Procurement Plan ovvero una selezione sostenibile dei materiali, incentrata sui concetti basilari della triple bottom line ovvero Planet, People e Profit.

Il protocollo BREEAM

BREEAM è il protocollo britannico di sostenibilità che dal 1990 ha raggiunto più di 70 paesi in tutto il mondo con più di 200,000 edifici certificati ed oltre 1 milione di edifici registrati, ossia in corso di certificazione.

In Italia gli edifici di nuova costruzione certificati sono 46 su un numero complessivo di 531 certificazioni.

Acronimo di BRE Environmental Assessment Method, la certificazione BREEAM spazia dal settore residenziale a quello commerciale, dalle scuole al retail, dagli uffici ai penitenziari e persegue l’analisi e la valutazione delle categorie tematiche di seguito riportate a cui vengono assegnati dei crediti in base al livello di performance.

Il punteggio ottenuto in ogni categoria viene poi ponderato per rispecchiare l’effettiva importanza di ogni categoria. I punteggi ponderati vengono combinati e il punteggio finale tradotto in una valutazione: Pass, Good, Very Good, Excellent or Outstanding.

CATEGORIE TEMATICHE BREEAM:
• Health & Wellbeing: gestione, monitoraggio e miglioramento del comfort e del benessere degli occupanti dell’edificio, dei visitatori ed altri utilizzatori.

• Energy: gestione e monitoraggio dei consumi energetici e promozione dell’uso di impianti e tecnologie in grado di supportare l’uso e la gestione sostenibile dell’energia nell’ambito dell’immobile.

• Water: gestione e monitoraggio dei consumi idrici nella operatività dell’immobile e dell’intero sito su cui insiste per favorire un consumo idrico sostenibile.

• Materials: gestione e monitoraggio dell’impatto ambientale degli acquisti; identificazione dei rischi che l’immobile stesso e i suoi occupanti possono correre in riferimento alla sicurezza, all’incendio e altri eventi naturali.

• Land Use & Ecology: gestione e monitoraggio dell’impatto che le attività svolte nell’immobile hanno sull’ambiente locale e promozione dell’uso sostenibile dei terreni, la protezione o la creazione ex novo di aree di habitat per flora e fauna.

• Pollution: prevenzione, gestione, monitoraggio e controllo dell’inquinamento associato alla posizione e all’operatività dell’immobile.

• Transport: implementazione e riconoscimento di politiche che registrino l’impatto collegato ai sistemi di trasporto, alla prossimità o meno a infrastrutture per il tempo libero, e potenziamento della possibilità per gli utilizzatori dell’immobile di utilizzare mezzi alternativi di trasporto.

• Waste: promozione e riconoscimento di politiche e sistemi che portino alla riduzione della produzione di rifiuti, ed al contempo aumentino i livelli raggiunti in termini di separazione e riciclaggio degli stessi.

• Management: promozione dell’adozione di pratiche di gestione sostenibili relative ad attività operative tipicamente ospitate nell’edificio, per assicurare che vengano stabiliti, monitorati ed aggiornati regolarmente ambiziosi obiettivi di sostenibilità.

<10% Unclassified
10% Acceptable ✭✫✫✫✫✫
25% Pass ✭✭✫✫✫✫
40% Good ✭✭✭✫✫✫
55% Very Good ✭✭✭✭✫✫
70% Excellent ✭✭✭✭✭✫
85% Outstanding ✭✭✭✭✭✭

La selezione per tanto è avvenuta ponendo attenzione

  • agli aspetti ambientali in termini di uso delle risorse ed economia circolare (materiali ad alto contenuto di riciclato, con performance di durabilità superiori), in termini di responsabilità del produttore (materiali derivanti da processi certificati EMAS, ISO 14001, FSC, PEFC, CSC, etc) ed anche in termini di impatti e trasparenza (EPD, C2C, etc);
  • agli aspetti sociali in riferimento agli effetti sulla sicurezza in fase di posa ma anche in riferimento alla salubrità e sicurezza nel tempo, ovvero vietando le sostanze pericolose e imponendo materiali con bassa emissività VOC e trasparenza degli ingredienti certificata;
  • ed infine anche alle ricadute economiche in termini di durabilità, manutentabilità e garanzie.

Come anticipato, un progetto, se pur costituito di soli materiali a basso impatto ambientale, salubri e durevoli, non può dirsi sostenibile a meno che anche il design non sia stato sviluppato sui medesimi concetti e con il supporto di analisi iterative di Life Cycle Costing (LCC) e Life Cycle Assessment (LCA).


Gli impatti ambientali dell’opera sono stati ridotti al minimo a partire dalla progettazione funzionale degli spazi, quindi in fase di concept, quando l’Architetto ha indagato il quadro esigenziale insieme al corpo docente della Garderie. In piena conformità ad alcuni criteri del protocollo BREEAM, il piano terra, e l’insieme di tutte le funzioni che lo compongono, ruota intorno a due concetti di permeabilità degli spazi, che si concretizza nella facilità di raggiungere ogni ambiente, e di flessibilità degli stessi, che si manifesta nella possibilità di generare una grande agorà intorno alla chiostra interna grazie alla movimentazione di pareti mobili impacchettabili tra la sala lettura ed il laboratorio di teatro.

Inoltre, le aule di piano sono separate a blocchi di due con pareti mobili in modo da poterle unire secondo le necessità didattiche.

Infine, il grande open space, connettivo dell’interno piano, potrà essere utilizzato sia per le attività ludiche dei bambini che come mensa.

Quanto sopra ha garantito un gran risparmio di superficie costruita e quindi di impatti ambientali ed economici associati, assicurando comunque tutte le funzioni richieste dalla utenza.

Lo sforzo progettuale è andato oltre la fase di concept e, nel definitivo e nell’esecutivo, sono state indagate diverse soluzioni costruttive e tecnologiche sia in termini di carbon footprint che di costi di costruzione, gestione e manutenzione.

Il team ha abbracciato i temi della economia circolare, della riduzione del consumo di risorse, andando a garantire scelte finali valutate anche in termini di “material efficiency” ed di disassemblabilità.

Gli spazi, se pur pensati per la totale flessibilità, garantiscono il massimo grado di qualità ambientale interna, partendo certamente dagli aspetti di “view out” ovvero di connessione visiva con l’esterno, di illuminamento naturale, di acustica. Per questa ragione, le aule si affacciano principalmente sul lato sud-ovest dove, pur garantendo ai bambini un affaccio sulla distesa di verde prospiciente, l’irraggiamento solare soprattutto estivo può essere mitigato facilmente con elementi frangisole orizzontali.


Anche le soluzioni impiantistiche hanno seguito la medesima logica. L’Ing. Andrea Piazzini, infatti, afferma: “Per la prima volta mi sono approcciato come progettista al protocollo di certificazione BREEAM, un’esperienza che posso giudicare estremamente positiva.

Il mercato italiano è ancora scarsamente abituato al monitoraggio delle prestazioni globali dell’edificio; prestazioni che non devono riguardare strettamente i consumi energetici ma anche tutto l’approccio di gestione dell’energia, la salute e benessere, i trasporti, l’uso dei materiali, del suolo, la gestione dei rifiuti, la manutenzione, ecc. Un edificio certificato BREEAM risulta sicuramente più economico nella gestione rispetto a quelli non certificati. La certificazione BREEAM consente non solo un risparmio energetico, ma anche un approccio alla sostenibilità ambientale a 360°, una garanzia di benessere delle persone e della conservazione delle risorse naturali”.


Nella fattispecie, l’edificio è dotato di sistemi che oltre la massima efficienza ed una importante produzione di energia da fonti rinnovabili tramite fotovoltaico, permettono la massima flessibilità e di fatto sono pronti anche gli effetti a lungo termine del cambiamento climatico e dell’innalzamento delle temperature di cui saremo testimoni, nostro malgrado, nei prossimi decenni.


La climatizzazione invernale è gestita tramite sistema radiante a pavimento alimentato da pompa di calore idronica, realizzato con collettori di distribuzione ognuno dei quali dotato di testina termostatiche per la regolazione ambiente per ambiente.

La climatizzazione nel periodo estivo sarà assicurata da un sistema ad espansione diretta, a volume di refrigerante variabile a recupero di calore. Il VRV sarà dotato di circuito secondario idronico con modulo intermedio ad alta temperatura gas/acqua, che permetterà di avere a disposizione acqua tecnica ad alta temperatura utile per la produzione di acqua calda sanitaria e per le batterie di post riscaldamento delle due centrali di trattamento aria.


I due impianti sono pensati come back-up l’uno dell’altro. In caso di blocco o mal funzionamento della pompa di calore, oppure in caso di esigenze estreme, è prevista sia la possibilità di utilizzare il circuito idronico del VRV per produrre acqua calda per il radiante, sia la possibilità di utilizzare direttamente il sistema VRV come impianto di riscaldamento.


In estate, invece, qualora sia fermo il sistema VRV o in aggiunta ad esso in caso di ondate di calore anomale, potrà essere utilizzata la pompa di calore tramite il radiante per effettuare un raffrescamento degli ambienti, con controllo di umidità attribuito alle centrali di trattamento aria.


Tale soluzione, studiata da tutto il team di lavoro anche in termini di ricadute economiche, garantisce il massimo comfort anche in situazioni estreme. Sottolinea l’ing. Paolo Sarti che “ il BREEAM è uno strumento che favorisce il confronto fra i progettisti per l’individuazione della miglior scelta costi-benefici da prendere nei diversi aspetti che richiede una corretta progettazione”.


Torno di nuovo a pensare agli studenti che incontrerò a giorni e a come potrò spiegare loro che il mercato dell’edilizia ha bisogno non solo di soluzioni, strategie e materiali innovativi ma anche di grande trasparenza. La sfida climatica che ci troviamo ad affrontare è tale da obbligare tutti gli stakeholder a fornire evidenza dell’impegno e dell’efficacia delle soluzioni che vengono proposte con lucidità, semplicità e con dati quantitativi certificati.

Ed è sul tema della trasparenza, della “assurance” anche di parte terza, della quantificazione tramite metodologie strutturate internazionali che la riflessione sui materiali si sovrappone perfettamente alla riflessione sul progetto. Nel caso della Garderie, infatti, sono richiesti materiali con prestazioni ambientali trasparenti e certificate, quindi dotati di EPD – Enviromental Product Declaration.

E, sempre nel medesimo caso, tutte le soluzioni progettuali, dalla fase di concept fino all’esecutivo sono state valutate in termini di LCA e LCC.

La sintesi di questa esperienza, è nelle parole dell’Arch. Elisabetta Palumbo:


L’applicazione degli strumenti Life Cycle Assessment (LCA) e LCC (Life Cycle Costing) secondo il BREEAM è stata un’opportunità estremamente utile per dimostrare come l’implementazione di protocolli energetico-ambientali possa rappresentare uno strumento di aiuto e indirizzo volto a effettuare scelte consapevoli, per i progettisti, per la committenza, e per tutti gli stakeholder coinvolti nel processo progettuale.

Questo vale soprattutto in contesti complessi come quello dell’edilizia, e nello specifico di un progetto di spazi condivisi per la formazione.

Il caso della Garderie ha confermato che strumenti di calcolo degli impatti ambientali ed economici nel ciclo di vita della costruzione, quali LCA e la LCC, possono e dovrebbero configurarsi come mezzi di “miglioramento” delle performance ambientali ed economiche già nelle fasi iniziali del progetto, prima ancora di essere valutazioni analitiche e di verifica. La possibilità di applicare tale tipologia di analisi in una fase progettuale iniziale, come è stata la Garderie, ha confermato, in linea con la letteratura, che l’ottimizzazione e lo sviluppo di strategie per migliorare la sostenibilità ambientale ed economica di un manufatto risulta efficace solo se condotta a un simile livello di conoscenza del progetto.

Inoltre, in condivisione con la committenza JCR, la valutazione è stata estesa al confronto con il framework europeo Level(s) sviluppato dalla stessa Commissione Europea con il fine di armonizzare l’applicazione dei metodi Life Cycle-based in ambito europeo. La comparazione tra gli esiti dal protocollo BREEAM a quello con Level(s) ha messo in luce la grande assonanza tra i due sistemi, evidenziando come il sistema di origine UK utilizzi e si basi su un robusto approccio LCA e LCC”.

Il progetto e il team

La Garderie si articola su due livelli oltre la copertura:

il piano terra – con una superficie utile di circa 1511 mq – dove si trovano l’ingresso, l’open space, le aule con i loro servizi dedicati, la sala lettura, l’area amministrativa dei docenti, i laboratori di cucina, arte e teatro, diversi locali di servizio e i connettivi per l’accesso al piano inferiore.
L’insieme è collegato con l’area sportiva e lo spazio gioco all’aperto.

il piano -1 (parzialmente contro terra) – con una superficie utile di circa 517 mq – dove si trovano le aule dei ragazzi grandi, i locali tecnici, l’area di lavaggio/stoccaggio del servizio mensa e l’area relax del personale e ulteriori locali di servizio.

la copertura – per complessivi circa 1600 mq utili – ripartiti in verde estensivo sedum (circa 760 mq.), percorsi per la manutenzione in ghiaia, area impianti meccanici, impianto fotovoltaico, lucernai e pensiline esterne.

PROJECT MANAGEMENT
European Commission – Joint Research Centre – Support Services – Unit JRC.R.I.4
Infrastructure
Project manager: Arch. Eftychia Moskachlaidi
Group Leader: Arch. Alejandro Massaro Lattuada
Assistant mechanical system and Internal Commissioning Manager: Ing. Maria Voutsina
Assistant electrical system and Internal Commissioning Manager: Ing. Alice Loeschner

PROGETTAZIONE
CONSORZIO RETE costituito da ALPINA SPA, VEGA ENGINEERING SRL, SINTECNICA
ENGINEERING SRL
Progettista: Dott. Ing. Livio Radini (VEGA ENGINEERING SRL)
Responsabile Coordinamento: Ing. Paolo Sarti
Architettura: Arch. Alessandro Caponi
Strutture: Ing. Alberto Perdomi
Impianti Meccanici: Ing. Andrea Piazzini
Impianti Elettrici: Per. Ind. Nicola Orlandini
Antincendio: Ing. Massimo Capperi
Sicurezza: Ing. Errore Gerlando

PRESTAZIONI SPECIALISTICHE
Uso del suolo ed ecologia (SQE): Biol. Guido Brusa
Geologia: Geol. Fabio Zanella
Acustica (SQA): Microbel srl Ing. Franco Bertellino
BREEAM AP ed ASSESSOR: Ing. Eleonora Sablone
LCA e LCC: Arch.-Ph.D Elisabetta Palumbo, Arch. Bernardette Soust- Verdaguer, Arch.CHIARA Panozzo



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FINESTRA +

Una filiera sostenibile del legno grazie alla certificazione FSC®

La certificazione che permette di tracciare la provenienza della materia prima, garantendo una maggiore trasparenza delle filiere e contrastando fenomeni di deforestazione e tagli illegali.

ANDRÉS ORTOLANO TABOLACCI

CoC technical Manager FSC Italia

La certificazione permette di tracciare la provenienza della materia prima, garantendo una maggiore trasparenza delle filiere e contrastando fenomeni di deforestazione e tagli illegali.

Ma non solo: è anche uno strumento di mercato sempre più riconosciuto e apprezzato dai consumatori.

THANKS TO

Il legno è tra i materiali di origine naturale più belli e sostenibili: al mondo ne esistono più di 100.000 specie, con differenti colori, caratteristiche e usi. Secondo quanto riportato nel “Primo rapporto nazionale sullo stato delle foreste e del settore forestale”, pubblicato nel 2019, il nostro Paese ne è tra i maggiori importatori europei (terzo per l’esattezza, dopo Regno Unito e Germania); ciò equivale a più di 20 milioni di tonnellate di materiale importato ogni anno, spesso anche da Paesi extraeuropei, ovvero l’80% del fabbisogno dell’industria nazionale. Il restante 20% deriva per lo più da produzione interna e riciclo.


Queste tre categorie di input – legno importato, locale o riciclato – hanno sicuramente delle potenzialità (pensiamo ad esempio al recupero di legno post consumo per alimentare filiere circolari), ma presentano anche dei rischi; primo fra tutti quello di alimentare la deforestazione e il degrado di aree naturali. Per assicurare la provenienza sostenibile e legale della materia prima forestale, il Forest Stewardship Council® (FSC), ONG internazionale attiva da 30 anni nella promozione della gestione forestale responsabile, ha costituito un sistema di certificazione basato su standard volontari, capace di verificare la provenienza e il percorso della materia prima lungo tutta la filiera di lavorazione e commercializzazione.


I principali standard di questo sistema sono due: la certificazione di Gestione Forestale, che assicura che una foresta o una piantagione forestale siano gestite nel rispetto di rigorosi standard ambientali, sociali ed economici, e la certificazione di Catena di Custodia, che garantisce la rintracciabilità dei materiali provenienti da foreste certificate, ed è indispensabile per poter applicare le etichette FSC sui prodotti.

Come funziona la Catena di Custodia

La certificazione della Catena di Custodia (in inglese Chain of Custody o CoC) è il sistema attraverso cui FSC verifica che i materiali di origine forestale, come legno, carta o altri derivati della cellulosa, siano prodotti secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici e siano utilizzati in modo trasparente lungo tutta la filiera, dalla foresta fino al prodotto finito.

Per ricevere questa certificazione, l’azienda deve mettere a punto un sistema di gestione che garantisca, ad esempio, che i materiali di origine forestale utilizzati (in parte o in tutta la produzione) sono certificati FSC; che il materiale certificato viene identificato e tracciato durante i processi di produzione e distribuzione, e che viene stoccato in modo tale da non essere mescolato con input non certificati; che tutti i documenti e le registrazioni relativi alla produzione, all’acquisto e alla vendita di prodotti certificati sono conservati e resi disponibili durante le visite ispettive. Dal 2021 inoltre, con l’integrazione dei criteri dell’International Labour Organization (ILO), alle aziende certificate viene chiesto di soddisfare alcuni requisiti sui diritti fondamentali del lavoro, tra cui l’assenza di lavoro minorile o forzato, di discriminazioni nell’impiego e nell’occupazione, la libertà di associazione e il diritto alla contrattazione collettiva.

Tutti questi aspetti vengono valutati durante la visita ispettiva di un rappresentante dell’Ente di Certificazione, ovvero dell’organo autorizzato al rilascio della certificazione (quelli attivi in Italia sono poco meno di 20): quello di FSC infatti è definito come sistema di parte terza, e prevede quindi una separazione netta tra ente regolatore (FSC) e controllore (Enti di Certificazione).

Se tutti i requisiti citati qui sopra sono soddisfatti, allora l’azienda otterrà un certificato FSC ed un codice unico, validi per 5 anni e con possibilità di rinnovo, che permetteranno – tra le altre cose – di apporre l’etichetta FSC sui prodotti finiti, e far sapere così che i materiali utilizzati durante la produzione hanno soddisfatto i requisiti di Catena di Custodia in ogni fase della catena di fornitura, dall’approvvigionamento alla distribuzione.

La certificazione FSC nel settore porte e infissi

L’Italia è il primo Paese in Europa e il secondo al mondo per numero di certificati di filiera attivi: i dati aggiornati a Marzo 2023 contano infatti 3.340 certificati, di cui 136 operanti nella produzione di porte, finestre e infissi, e un totale di oltre 4.200 siti produttivi concentrati soprattutto in Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Basilicata, Campania e Puglia.

Secondo i dati di una ricerca condotta da FSC International nel 2022, il 77% delle aziende intervistate si dice soddisfatto della certificazione, mentre il 90% dichiara di voler rinnovare la certificazione. Non solo: FSC risulta essere ancora il marchio di certificazione forestale più conosciuto e apprezzato, con una riconoscibilità cresciuta di ben 10 punti percentuali rispetto al 2017.



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FINESTRA +

Cosa sono i criteri ESG e come integrarli in azienda

Enviromental Social and Governance – ESG omplica un maggiore utilizzo dei sistemi di gestione aziendali, trasparenza e garanzia per i clienti, fornitori e stakeholders

ANDREA BARATTI

Dottore commercialista e revisore contabile presso Studio Baratti.

L’approccio Enviromental Social and Governance – ESG implica per le imprese un sempre maggiore utilizzo dei sistemi di gestione aziendali nell’ottica della massima trasparenza e garanzia per i clienti e i fornitori e, in generale, per tutte le parti interessate (stakeholders).

Il termine “sostenibilità” ormai è entrato nel gergo comune delle imprese. L’acronimo ESG (Environmental, Social and Governance) oscuro fino a qualche anno fa è la sigla distintiva di ogni operazione di rilancio aziendale.

L’acronimo ESG si riferisce alle tre principali aree di valutazione che le aziende possono considerare quando si tratta di sostenibilità e responsabilità sociale:

THANKS TO

L’ambiente (Environmental) si riferisce alla valutazione delle prestazioni dell’azienda in relazione alla sostenibilità ambientale; ciò include la riduzione dell’impatto ambientale delle attività dell’azienda, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, la gestione dei rifiuti, la tutela delle risorse naturali e la transizione verso fonti di energia pulita e rinnovabile;

La società (Social) si riferisce alla valutazione delle prestazioni dell’azienda in relazione alla sua responsabilità sociale; ciò include l’impatto dell’azienda sulle comunità in cui opera, la tutela dei diritti umani, la diversità e l’inclusione, la salute e la sicurezza dei dipendenti e dei clienti, e l’impatto sociale delle attività dell’azienda;

• La governance (Governance) si riferisce alla valutazione della gestione aziendale e del comportamento etico dell’azienda; ciò include la trasparenza e la responsabilità nella gestione dell’azienda, l’indipendenza dei membri del consiglio di amministrazione, la tutela dei diritti degli azionisti, la gestione dei conflitti di interesse e la lotta alla corruzione.


In sintesi, ESG rappresenta una valutazione a 360 gradi della performance dell’azienda in termini di sostenibilità ambientale, responsabilità sociale e buon governo aziendale.

Le aziende che adottano una strategia ESG possono beneficiare di una maggiore reputazione, di un accesso al capitale migliorato e di un rischio ridotto in un contesto di rapido cambiamento ambientale, sociale e politico.


La qualità di questo approccio può essere di tipo in obbligatorio e volontario.


Obbligatorio, per esempio, in merito all’approccio delineato nei decreti legislativi 231/2001 (responsabilità penale delle aziende) e 254/2016 (obbligo di rendicontazione non finanziaria).

In Italia, il bilancio di sostenibilità non è obbligatorio per tutte le aziende. Tuttavia, l’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità è previsto per alcune categorie di società.

In particolare, le società quotate in borsa italiane e le società quotate nei mercati regolamentati dell’Unione Europea con sede in Italia. Inoltre, per le società quotate in borsa, l’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità è disciplinato anche dal Regolamento (UE) n. 2017/1184, che richiede alle società quotate in borsa dell’Unione Europea con più di 500 dipendenti di fornire informazioni sulle politiche, gli obiettivi e i risultati relativi a questioni ambientali, sociali e di governance.

L’approccio volontario passa invece per il rispetto di una serie di norme o standard internazionali cui l’azienda volontariamente si obbliga ad aderire.

Gli standard di riferimento che le aziende possono considerare per dimostrare la loro performance ESG ad esempio sono:

• ISO 14001: questa è una certificazione per la gestione ambientale che aiuta le aziende a valutare e gestire l’impatto ambientale delle loro attività; la certificazione ISO 14001 dimostra che l’azienda ha implementato un sistema di gestione ambientale e si impegna a ridurre l’impatto ambientale delle sue attività;

• SA8000: questa è una certificazione per la responsabilità sociale che si concentra sui diritti dei lavoratori, la salute e la sicurezza, e l’etica commerciale; la certificazione SA8000 dimostra che l’azienda si impegna a promuovere condizioni di lavoro eque e dignitose per i propri dipendenti e per quelli dei suoi fornitori;

• GRI Standards: questi sono gli standard di reporting per la sostenibilità più utilizzati al mondo; la Global Reporting Initiative (GRI) aiuta le aziende a pubblicare report sulla sostenibilità e dimostrare il loro impegno per l’ESG attraverso la comunicazione trasparente delle prestazioni;

• UN Global Compact: è un’iniziativa delle Nazioni Unite che aiuta le aziende a integrare i principi di sostenibilità e di diritti umani nelle loro attività e nella loro strategia aziendale; le aziende che aderiscono al Global Compact si impegnano a rispettare 10 principi universali in materia di diritti umani, lavoro, ambiente e anticorruzione.

Questi sono solo alcuni esempi di certificazioni e standard di riferimento che le aziende possono considerare per dimostrare la loro performance ESG.

Tuttavia, è importante notare che la certificazione non è l’unico modo per dimostrare l’impegno per l’ESG e la sostenibilità. Le aziende possono adottare diverse strategie per dimostrare la loro performance ESG, come ad esempio la pubblicazione di report sulla sostenibilità, l’adesione a iniziative di settore o la partecipazione a progetti collaborativi con altri stakeholder.

Non si tratta solo di marketing o, peggio, di greenwashing, ma di un approccio ben più profondo che parte da un ripensamento dei principi che stanno alla base di ogni sviluppo solido e duraturo di qualunque impresa a prescindere dal settore di appartenenza e dalla dimensione.

Tuttavia, è importante notare che alcune delle certificazioni ESG e dei rating di sostenibilità richiedono la disponibilità di informazioni e di dati dettagliati sulle prestazioni ESG dell’azienda, che possono essere più facilmente ottenuti dalle grandi aziende che hanno maggiori risorse a disposizione.

In ogni caso, la dimensione dell’azienda non dovrebbe rappresentare un limite per l’adozione di pratiche ESG e per la gestione sostenibile delle proprie attività.
Anzi, anche le piccole e medie imprese possono trarre beneficio dall’adozione di un approccio ESG, ad esempio attraverso la riduzione dei costi operativi e l’accesso a nuovi mercati e opportunità di finanziamento.

Essere certificati come azienda ESG può offrire diversi vantaggi e valore aggiunto per un’azienda, tra cui:
Miglior reputazione e immagine aziendale: l’essere certificati come azienda ESG può dimostrare l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità e la responsabilità sociale, migliorando la sua reputazione e immagine aziendale;

• Accesso a nuovi mercati e clienti: le aziende ESG possono accedere a nuovi mercati e clienti orientati alla sostenibilità, che cercano prodotti e servizi forniti da aziende con una forte attenzione alla sostenibilità;

• Riduzione dei rischi e dei costi: l’adozione di pratiche ESG può contribuire a ridurre i rischi associati a questioni ambientali, sociali e di governance, riducendo i costi associati a potenziali problemi e sanzioni;

• Miglioramento dell’efficienza e della produttività: l’adozione di pratiche ESG può contribuire a migliorare l’efficienza e la produttività aziendale, ad esempio attraverso la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra;

• Accesso a finanziamenti sostenibili: le aziende ESG possono accedere a finanziamenti e investimenti sostenibili, ad esempio attraverso la partecipazione a programmi di finanziamento e investimento con finalità sociali e ambientali;



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CAM i requisiti che interessano ai serramentisti

Stefano Mora

Direttore
Consorzio LegnoLegno

A seguito dell’approccio europeo in materia di acquisti delle Pubblica Amministrazioni (GPP – vedi box 1), in data 6 agosto 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo Decreto del MiTE del 23 giugno 2022, relativo ai “Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi”, più noto come Decreto “CAM Edilizia”.

THANKS TO

Si consideri che il Decreto è formalmente in vigore a partire dal 6 dicembre 2022.


I “Criteri Ambientali Minimi” (indicati con l’acronimo CAM) sono in sostanza una serie di requisiti definiti dal Ministero della Transizione Ecologica per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare le forniture, servizi e lavori migliori sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita.


Ovviamente, nel caso dei CAM Edilizia, tali requisiti sono relativi a tutti gli interventi di progettazione e realizzazione di nuove costruzioni o di interventi di ristrutturazione/riqualificazione di edifici esistenti, compresi gli interventi di fornitura e/o sostituzione di serramenti.


E’ bene ricordare anche l’ambito di applicazione del Decreto, formalmente limitato agli interventi della Pubblica Amministrazione. In questo caso, le Pubbliche Amministrazioni devono far riferimento ai requisiti CAM nella stesura dei documenti di gara e devono anche indicare il maggior punteggio da assegnare alle offerte che presentano un minor impatto sulla salute e sull’ambiente.


Pur specificando questo ambito di applicazione, si ricorda che è lecito presumerne anche ricadute (più o meno complete) anche in altre tipologie di interventi o per altre tipologie di Committenti; più specificatamente, come già avvenuto in passato, alcuni dei requisiti CAM vengono poi introdotti e considerati anche negli interventi di costruzione o ristrutturazione del mercato “privato”, in quanto ritenuti utili e significativi dai Committenti e dai Progettisti.


E’ quindi possibile immaginarsi una sorta di “effetto di trascinamento” in altri mercati, non prettamente legati agli interventi della Pubblica Amministrazione; attenzione quindi ai prossimi contratti e capitolati tecnici, che andranno consultati con attenzione.

Nell’ambito del Decreto, molti sono i requisiti (“base” o “premiante”) che, direttamente o indirettamente, possono riguardare la fornitura e l’installazione di serramenti.


Una sorta di sintetico riepilogo di tali requisiti (senza pretese di esaustività), può essere il seguente:

1. In sintesi finale, è importante considerare quanto segue:Nelle prossime forniture o gare per interventi con Committenza pubblica (piccoli o grandi interventi che siano), sarà bene controllare con attenzione la documentazione, verificando le richieste contrattuali e capitolari;


2. È utile iniziare per tempo a prepararsi a questi requisiti (o quantomeno ai principali), poiché la tendenza del mercato sarà, in generale, in questa direzione;


3. E’ importante “cogliere il segnale”, cioè considerare la «direzione» che il mercato prenderà nei prossimi anni. Sostenibilità, risparmio energetico e salute saranno i «motori» di sviluppo;


4. Questi nuovi requisiti diverranno, di fatto, un sistema che premierà:

  • Prestazioni documentate e certificate
  • Mantenimento in opera delle prestazioni dei prodotti
  • Sistemi di etichettatura ambientale (EPD, ecc.)
  • Qualificazione e certificazione delle competenze


Sono tutte questioni delle quali in realtà si discute da tempo, ma che ora stanno arrivando a concretezza operativa.

Approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita.



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Strategie energetiche nazionali ed europee: ricadute per i serramentisti e i clienti

VALENTINA MARINO
Responsabile progetti internazionali – Green Building Council Italia

Il problema del cambiamento climatico

Secondo analisi indipendenti della NASA e della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), le temperature superficiali globali della Terra nel 2019 sono state le seconde più calde da quando è iniziata la registrazione moderna nel 1880.


“Il decennio che si è appena concluso è chiaramente il decennio più caldo mai registrato” ha dichiarato il direttore del GISS Gavin Schmidt.

“Ogni decennio dal 1960 è stato chiaramente più caldo di quello precedente.”


Dal 1880, la temperatura media globale della superficie è aumentata e la temperatura media è ora più di 2 gradi Fahrenheit, un po’ più di 1 grado Celsius, sopra quella della fine del 19° secolo ed è improbabile che torneremo indietro.

THANKS TO

Utilizzando modelli climatici e analisi statistiche dei dati sulla temperatura globale, gli scienziati hanno concluso che questo aumento è stato principalmente guidato dall’incremento delle emissioni nell’atmosfera di anidride carbonica e altri gas serra prodotti dalle attività umane.

Cosa serve per invertire la rotta?

La lotta al cambiamento climatico impone una politica delle riduzioni di emissioni di gas climalteranti che al 2050 per la Comunità europea dovranno essere per il settore degli edifici civili pari al -80 -90%.

Gli obiettivi delle politiche europee

Il Green Deal Europeo – (Dicembre 2019)

Illustra le strategie per fare dell’Europa il primo continente al mondo a impatto climatico zero entro il 2050, dando impulso all’economia, migliorando la salute e la qualità della vita delle persone e tutelando la natura e senza che nessuno sia escluso da questo processo

  • Ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990;
  • Neutralità climatica al 2050


La strategia per abbattere le emissioni di almeno il 55 % entro il 2030 e costruire le basi per un’Europa climaticamente neutra nel 2050, è un’ondata di ristrutturazioni (Ottobre 2020) per riqualificare 35 milioni di edifici inefficienti entro il 2030.

Considerato che nell’UE l’85-95 % degli edifici sarà verosimilmente ancora in uso nel 2050, è indispensabile ristrutturarli per ridurre le emissioni e il consumo di energia.

  • Raddoppiare i tassi di ristrutturazione in 10 anni
  • Ristrutturare 35 milioni di edifici inefficienti entro il 2030
  • Creare 160.000 posti di lavoro green entro il 2030
Immagine da: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/fs_19_6714
 
Immagine da: https://energy.ec.europa.eu/topics/energy-efficiency/energy-efficient-buildings/renovation-wave_en
 

Cosa possono fare i produttori di materiali e componenti

  • Sensibilizzazione degli attori del mercato e delle istituzioni
  • Fonti alternative di materie prime
  • Riformulare le produzioni, integrare materiali rinnovabili, eco- design
  • Organizzare le filiere circolari con progetti pilota
  • Diffusione degli EPD
  • Tavoli di lavoro tecnici affinché il legislatore ascolti gli operatori
  • Creare prodotti/soluzioni che possano stoccare la CO2
  • Assicurare la transizione dei processi produttivi
  • Idrogeno verde per le produzioni
  • Creazione di cordate di aziende virtuose affinché le aziende italiane non siano schiacciate dai grandi gruppi
  • Riciclare i prodotti attualmente sul mercato e non progettati secondo approccio ecodesign

Per concludere, l’impegno dei leader globali nei confronti degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite e dell’accordo di Parigi ha dimostrato la loro determinazione ad affrontare questioni come il cambiamento climatico, la scarsità di risorse, la salute e il benessere e lo sviluppo sostenibile.

Il ruolo del settore edilizio nell’affrontare questi problemi complessi è quindi assolutamente centrale e gli edifici sostenibili hanno un enorme potenziale nell’aiutare a raggiungere un gran numero degli obiettivi globali, regionali e locali: solo sbloccando il vasto potenziale nei settori delle costruzioni e del settore immobiliare sarà possibile raggiungerli.



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La Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD)

Francesco Carnelli

Dot. in Economia all’Università Bicocca di Milano

THANKS TO

La certificazione che verifica gli impatti ambientali dei prodotti nel loro ciclo di vita

Partendo dalla decisione del Consiglio dell’Unione europea del dicembre 2020 che ha stabilito un nuovo obiettivo, ovvero la Riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, risulta evidente che il primo passo da fare per il settore produttivo, e in generale per tutti i settori, sia prendere coscienza del fatto che ormai è necessario misurare e comunicare, in modo oggettivo, credibile e verificato quali siano le attuali emissioni delle proprie attività (produzione, servizi, etc.)


Uno strumento molto efficace per comunicare le caratteristiche ambientali dei prodotti è la Dichiarazione Ambientale di Prodotto, comunemente chiamata EPD (Environmental Product Declaration).

La EPD è una vera e propria «carta d’identità» del prodotto che, sulla base dello studio Life Cycle Assessment, descrive gli impatti ambientali di un prodotto o servizio lungo tutto il suo ciclo di vita.

EPD: cos’è e come funziona

L’EPD è un documento che comunica informazioni obiettive, confrontabili e verificate da soggetto terzo indipendente, sulle performance ambientali di un prodotto mediante uno studio di (Life Cycle Assessment – LCA): una metodologia di calcolo che ci indica come calcolare le prestazioni ambientali di un prodotto in conformità alla Uni En Iso 14040 e 14044 dalla “culla alla tomba”, cioè dall’estrazione delle materie prime al cancello della fabbrica o alla dismissione del prodotto.

L’Epd è una etichetta ambientale di tipo III e fa riferimento alla Uni En Iso 14025 ed è guidata dalle PCR (Product Category Rules) che definiscono, per ogni categoria di prodotto, l’insieme delle “regole comuni” che tutte le EPD e i relativi studi LCA devono rispettare.

Come si legge una EPD?

Tra le numerose informazioni contenute in una Dichiarazione Ambientale di Prodotto vi sono il titolare dell’EPD, il prodotto, le unità produttive coinvolte, il logo del soggetto autorizzato alla pubblicazione del documento (Program Operator), il numero di registrazione, le date di emissione e scadenza, la PCR e il CPC code di riferimento, il verificatore di terza parte indipendente, informazioni sull’azienda, i materiali utilizzati, il processo produttivo, i confini del sistema, l’unità funzionale, il tipo di EPD, database e software utilizzati.

Inoltre sono sempre presenti 3 tabelle, set di impatto.

La prima tabella si riferisce agli IMPATTI AMBIENTALI

• potenziale di riscaldamento globale,

• potenziale di riduzione dello strato di ozono stratosferico,

• formazione di ossidanti fotochimici nella troposfera,

• acidificazione di suolo e acqua,

• esaurimento delle risorse naturali non fossili,

• esaurimento delle risorse naturali fossili, eutrofizzazione,

La seconda tabella è relativa al CONSUMO DI RISORSE

• consumo di energia primaria rinnovabile,

• consumo di risorse energetiche primarie rinnovabili impiegate come materie prime,

• consumo totale di risorse energetiche primarie rinnovabili,

• consumo di energia primaria con rinnovabile, ad esclusione delle risorse energetiche primarie rinnovabili impiegate come materie prime,

• consumo di risorse energetiche primarie non rinnovabili impiegate come materie prime,

• consumo totale di risorse energetiche primarie non rinnovabili (energia primaria e risorse energetiche impiegate come materie prime),

• consumo di materie seconde,

• consumo di combustibili secondari da fonte rinnovabile,

• consumo di combustibili secondari da fonte non rinnovabile,

• consumo netto di acqua dolce,

La terza tabella si riferisce ai FLUSSI IN USCITA E AI RIFIUTI GENERATI

• rifiuti pericolosi a discarica,

• rifiuti non pericolosi a discarica,

• rifiuti radioattivi a discarica,

• materiali per il riutilizzo,

• materiali per il riciclo,

• materiali per il recupero energetico,

• energia elettrica esportata,

• energia termica esportata.

È inoltre possibile riportare all’interno dell’EPD anche ulteriori parametri ambientali, aggiuntivi rispetto a quelli previsti obbligatoriamente, come ad esempio il contenuto di materiale riciclato / recuperato / sottoprodotto.

L’indicazione di questi parametri risulta essere di estrema importanza in caso si intendesse utilizzare la Dichiarazione Ambientale di Prodotto per dimostrare la conformità del prodotto ai (Criteri Ambientali Minimi) CAM o ad altri requisiti specifici.

I principali vantaggi dell’EPD e come ottenerla

Per ottenere l’EPD bisogna richiedere a un ente terzo, meglio se accreditato, di verificare e convalidare le caratteristiche del proprio prodotto/i attraverso uno studio del suo ciclo di vita (Lca: Life Cycle Assessment), passando attraverso le fasi di produzione e uso, alla ricerca degli impatti ambientali, ma anche degli sprechi e delle possibilità di ottimizzazione e risparmio. L’EPD deve essere redatta, inoltre, sulla base delle informazioni e delle regole specifiche per la categoria di prodotto in questione.

Tali documenti sono chiamati PCR (Product Category Rules).
Il soggetto che si occupa della gestione di tutto il sistema dalla creazione delle PCR alla definizione delle regole da adottare per redigere l’EPD si chiama Program Operator. Lo stesso soggetto provvede alla pubblicazione sul proprio sito internet delle EPD convalidate.

I principali vantaggi per chi decide di ottenerla sono:

■ Ottimizzare i processi produttivi e ridurre sprechi all’interno dell’azienda;

■ Disporre di un criterio di selezione dei fornitori; grazie all’EPD è infatti possibile comparare due o più prodotti da un punto di vista ambientale e orientare la scelta verso quelli a più basso impatto;

■ Rafforzare il brand aziendale e aumentare il riconoscimento sul mercato;

■ Orientare le scelte di progettisti, architetti e consumatori e ottenere accesso e visibilità nei mercati internazionali;

■ Adempiere agli obblighi di legge, dimostrando il rispetto dei requisiti degli acquisti verdi. Es. CAM e Superbonus 110%.

EPDItaly, il Program Operator italiano

EPDItaly è il Program Operator italiano, attivo e riconosciuto a livello internazionale, è indicato come riferimento dal Ministero dell’Ambiente all’interno dei CAM Edilizia. Esso registra e pubblica le EPD verificate e convalidate solo da organismi accreditati, definisce le regole per sviluppare le PCR e redigere le EPD per tutti i settori merceologici.

Il regolamento di EPDItaly ha ottenuto l’accreditabilità da Accredia: gli organismi di certificazione accreditati possono eseguire le verifiche per convalidare le EPD adottando metodiche uniformi e il loro operato è soggetto al controllo di Accredia a garanzia di competenza, indipendenza e imparzialità.

EPDItaly è socio fondatore di ECO Platform, associazione no-profit con sede a Bruxelles, costituita principalmente dai più noti Program Operator europei.

Lo scopo principale dell’Associazione è quello di armonizzare i processi di verifica delle EPD e favorirne riconoscimento e circolazione all’interno degli stati membri.

L’appartenenza a questa Associazione permette di apporre il Logo ECO-EPD che evidenzia la conformità del documento ai requisiti della norma Uni En 15804, rende più semplice il riconoscimento da parte degli altri Program Operator e dà diritto alla pubblicazione del documento sul sito di ECO Platform, denominato ECO Portal (https://www.eco-platform.org/eco-portalaccess-point-to-digital-product-data.html), garantendo ancor più ampia visibilità internazionale.

I membri di Eco Platform condividono un sistema di gestione per la qualità delle EPD, comprese le procedure di verifica per il riconoscimento reciproco.

I vantaggi di EPDItaly:

È riconosciuto e attivo a livello globale.

• È il punto di riferimento per progettisti, architetti, designer e consumatori per identificare le aziende che comunicano in modo verificato ed obiettivo gli aspetti di sostenibilità dei loro prodotti;

• Processi rapidi ed efficaci: la documentazione può essere presentata in lingua italiana; nuove PCR ed eventuali chiarimenti procedurali vengono discussi e gestiti in Italia;

• Indicato dal Ministero dell’Ambiente come Program Operator di riferimento nei CAM Edilizia, è riconosciuto da Accredia ed è socio fondatore di ECO Platform;

• Maggiore visibilità internazionale grazie al mutuo riconoscimento con Germania, Spagna, Austria, Norvegia e America e Cina.

EPDItaly comunica anche il brand italiano, molto apprezzato e richiesto nei mercati esteri.


Nel settore dei serramenti ci sono già due aziende (Metra Spa e Lualdi Spa) che hanno scelto di comunicare gli impatti ambientali dei loro prodotti tramite l’etichetta EPD, pubblicata su EPDItaly www.epditaly.it.


È bene ricordare che il Consorzio LEGNO LEGNO e il Program Operator EPDItaly hanno recentemente siglato una convenzione riservata alle aziende facenti parte del Consorzio che vorranno ottenere la pubblicazione della loro Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD).

Per informazioni compila il form a fondo pagina.

La digitalizzazione delle EPD

Per far fronte alla richiesta sempre più pressante dei progettisti verso prodotti sostenibili, e ottimizzare il calcolo dell’LCA dell’opera, EPDItaly si è fatto promotore di un’innovazione importante, in Italia e in Europa: le EPD digitali!

Pertanto, oltre ai formati .pdf sono disponibili anche i formati machine readable (file .xml) così da poter abilitare la connessione diretta tra le informazioni dichiarate nelle EPD e la progettazione BIM (Building Information Modeling) dell’opera.

I vantaggi della digitalizzazione sono visibili sul processo di progettazione dell’edificio o dell’infrastruttura, in quanto, oltre alle caratteristiche tecniche, per ogni materiale, possono essere disponibili anche quelle ambientali derivanti da una EPD.

Nel mondo, le EPD nel settore delle costruzioni, conformi alla En 15804 hanno superato quota 10.000, nel 2018 erano meno di 5.000. Per quanto riguarda le EPD pubblicate su EPDItaly sono passate da 5 (2016) 18 (2017) a 46 (2018), 75 (2019), 110 (2020) a 175 (2021), 330 (Nov. 2022).

Francesco Carnelli: Dot. in Economia all’Università Bicocca di Milano; ha vissuto, studiato e lavorato alcuni anni all’estero (Spagna e Irlanda) e, dal 2016, dopo 5 anni di esperienza in Istituti di Credito lavora presso l’Organismo di Certificazione ICMQ dove svolge il ruolo di Responsabile Commerciale. Fin da subito molto appassionato e dedicato al Settore Sostenibilità, gestisce in particolare le attività commerciali connesse agli aspetti di sostenibilità di prodotti e servizi, indicati nei requisiti dei CAM (Criteri Ambientali Minimi), come ad esempio: EPD (Dichiarazione Ambientale di Prodotto), Carbon Footprint, Certificazione del Contenuto di riciclato, ESG, Indice di Circolarità etc. Email: carnelli@icmq.org



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Il ruolo del serramento in legno negli interventi in edifici soggetti a certificazione di sostenibilità

Ing. Gildo Tomassetti

Socio di Airis srl e Segretario del Chapter Emilia-Romagna del Green Buiding Council Italia

VERSO IL SERRAMENTO GREEN: GLI IMPATTI SULL’AMBIENTE COSTRUITO

Il concetto di serramento si amplia e si interseca con i temi di edilizia sostenibile e di benessere degli edifici: il punto di vista del Green Building Council Italia e della società di ingegneria ambientale Airis srl

Il serramento, e ancor più se parliamo di serramento green, non può più essere considerato e trattato come un elemento a sé stante, ma è sempre più parte integrante di un concetto più ampio di edilizia sostenibile, con ricadute importanti sulla vita e sul benessere delle persone che ospitano gli edifici, dove – necessariamente – sono collocati i serramenti.

Infatti, dal punto di vista Criteri Ambientali Minimi – CAM – per l’edilizia, la cui applicazione è obbligatoria per gli appalti pubblici, ai sensi dell’art. 34 del Codice degli Appalti (D.Lgs. 50/2016 e ss.mm.ii.) il serramento ha un impatto considerevole sui seguenti criteri:

• Prestazione energetica
• Emissioni dei materiali
• Comfort acustico
• Materia recuperata o riciclata
• Sostenibilità e legalità del legno

Per quanto riguarda l’ambito della prestazione energetica, si sottolinea come per importanti interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica riguardanti l’involucro edilizio (così come definiti dal DM 26 giugno 2015) i CAM Edilizia prescrivono che le chiusure trasparenti debbano rispettare il valore minimo di trasmittanza termica indicato nella tabella 4 dell’appendice B del suddetto decreto, compreso in un range variabile da 1,00 a 3,00 W/m2 K, in funzione della “zona climatica”. I serramenti possono, dunque, contribuire in maniera significativa al risparmio energetico degli edifici nonché alla riduzione delle emissioni climalteranti, al comfort igro-termico e al benessere degli occupanti.

Dal punto di vista del Protocollo di certificazione LEED® – Leadership in Energy and Environmental Design1 – che valorizza la progettazione di edifici energeticamente efficienti, l’involucro gioca un ruolo fondamentale nel garantire la riduzione dei consumi e il benessere dell’utenza finale.

Anche negli edifici di nuova costruzione, i serramenti sono di solito gli elementi maggiormente critici, con trasmittanze termiche maggiori di un ordine di grandezza rispetto alle chiusure opache; d’altro canto le superfici trasparenti possono garantire in inverno quei guadagni solari che consentono di compensare le dispersioni termiche dell’edificio.

In estate, i serramenti e i relativi sistemi oscuranti devono al contempo garantire la protezione dagli extracarichi dovuti all’irraggiamento solare diretto: una finestra ben progettata concorre alla prestazione generale dell’involucro edilizio e al comfort microclimatico interno.

Circa l’emissione dei materiali, i Criteri Ambientali Minimi per l’Edilizia richiedono che i materiali utilizzati all’interno dello spazio confinato siano caratterizzati da una bassa emissione di Composti Organici Volatili Totali (TVOC) e altri inquinanti indoor.

Quindi, per quanto concerne i serramenti, deve essere posta particolare attenzione agli adesivi e ai sigillanti utilizzati per l’installazione dell’infisso e la tenuta del sistema serramento/chiusura esterna opaca (parete o copertura).

Se parliamo, poi, di Protocollo LEED® (v4 BD&C) vengono valorizzati proprio quei progetti che utilizzano materiali e finiture a bassa emissione – credito IQ Low-Emitting Materials – come appunto i serramenti green.
In entrambi i casi, il fornitore deve presentare documentazione attestante la rispondenza ai requisiti del DM 11/10/2017 e del protocollo LEED.

Per quanto riguarda l’aspetto del Comfort acustico, giova evidenziare che il DPCM 5-12- 97 ed il DM 11/10/2017 CAM Edilizia, richiede il rispetto di valori di isolamento acustico di facciata, valori ai quali proprio il serramento contribuisce in modo determinante. L’elemento deve essere concepito come sistema complessivo di vetro, telaio fisso e mobile, cassonetto porta avvolgibile se presente.

Inoltre, la norma UNI 11296 contiene varie indicazioni sulla corretta posa in opera dell’infisso, illustrando il ruolo e le funzioni delle guaine e dei sigillanti acustici, ormai imprescindibili, di cui – in alcuni casi – può essere necessario ottemperare a criteri ambientali quali l’emissione di Componenti Organici Volatili o il contenuto di materia riciclata. Lo stesso principio si applica ai cassonetti porta avvolgibile, quando presenti, che per raggiungere le prestazioni acustiche necessarie presentano materiali isolanti e sigillanti, di cui possono essere richieste le certificazioni ambientali.

L’altro criterio su cui il serramento ha impatto è la Materia recuperata o riciclata. Il DM 11/10/2017 CAM Edilizia, richiede che Il contenuto di materia recuperata o riciclata nei materiali utilizzati per l’edificio, anche considerando diverse percentuali per ogni materiale, sia pari ad almeno il 15% in peso valutato sul totale di tutti i materiali utilizzati. Il contenuto di riciclo del vetro impiegato nei serramenti può contribuire al raggiungimento della prestazione richiesta.

Il LEED® è un programma di certificazione volontario che può essere applicato a qualsiasi tipo di edificio (sia commerciale che residenziale) e concerne tutto il ciclo di vita dell’edificio stesso, dalla progettazione alla costruzione. LEED promuove un approccio orientato alla sostenibilità, riconoscendo le prestazioni degli edifici in settori chiave, quali il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito. Sviluppato dalla U.S. Green Building Council (USGBC), il sistema si basa sull’attribuzione di ‘crediti’ per ciascun requisito. La somma dei crediti costituisce i 4 livelli di certificazione: base, oro, argento, platino.GBC ITALIA (Green Building Council Italia), è l’organismo promosso dalla società consortile Distretto Tecnologico Trentino, che ha introdotto lo standard LEED nel nostro paese, a partire da Aprile 2010.Aderiscono all’iniziativa enti pubblici, realtà industriali e del mondo della ricerca. La certificazione LEED, va velocemente affermandosi come nuovo standard mondiale per le costruzioni eco-compatibili (viene oggi applicato in 40 paesi diversi).Consente, meglio di altri strumenti, di esaltare le caratteristiche ‘verdi’ degli immobili, conferendo loro un significativo valore aggiunto. Consente inoltre un facile confronto tra immobili alternativi, nel mercato.

Questa prestazione è richiamata anche nel protocollo LEED, credito MR Building Product Disclosure and Optimization – Sourcing of Raw Materials, che valorizza i progetti impegnati nell’utilizzo di materiali con contenuto di riciclato, così come definito dalla norma tecnica ISO 14021. Il criterio su cui il serramento ha un impatto più facilmente riconoscibile e comprensibile è la Sostenibilità e legalità del legno.

I Criteri Ambientali Minimi per l’Edilizia richiedono che i materiali e i prodotti costituiti di legno o in materiale a base di legno, o contenenti elementi di origine legnosa, devono provenire da boschi/ foreste gestiti in maniera sostenibile/responsabile o essere costituiti da legno riciclato o un insieme dei due.

Il legno utilizzato per la realizzazione del telaio dei serramenti deve contribuire al raggiungimento della prestazione richiesta: il materiale utilizzato deve provenire da foreste gestite mediante “catena di custodia”, che può essere documentata mediante certificazione Forest Stewardship Council® (FSC®) o del Programme for Endorsement of Forest Certification schemes™ (PEFC™), o equivalente.

Analogamente, il protocollo LEED premia l’impiego di legno certificato FSC nell’ambito del già citato credito MR Building Product Disclosure and Optimization – Sourcing of Raw Materials.

Ultimo, ma non sicuramente ultimo per importanza, è il criterio legato alla posa in opera del serramento. Quando correttamente posato in opera il serramento oltre che al rispetto del livello di isolamento acustico garantisce una buona tenuta all’aria dell’involucro, giocando un ruolo positivo sulla riduzione delle dispersioni termiche di involucro.

Sostenibilità



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