Post 110% Impatto dei Controlli e Contenzioso Fiscale
Home Post 110% Impatto dei Controlli e Contenzioso Fiscale

Post 110% Impatto dei Controlli e Contenzioso Fiscale

Il Superbonus 110%, introdotto dal Decreto Rilancio nel 2020, ha rappresentato una delle misure fiscali più significative degli ultimi anni in Italia, incentivando la riqualificazione energetica e sismica degli edifici. Tuttavia, con la conclusione del programma, l’attenzione si è spostata sui controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e sulla gestione del contenzioso fiscale derivante da eventuali irregolarità.
Questo articolo esamina l’impatto di questi controlli e le strategie per gestire il contenzioso fiscale alla luce degli ultimi provvedimenti normativi.

THANKS TO

Meuco Rivista LLN 71

Il Superbonus 110%: Un Breve Riepilogo

Il Superbonus 110% è stato concepito per promuovere interventi di efficientamento energetico e riduzione del rischio sismico, offrendo una detrazione del 110% delle spese sostenute. Gli interventi ammessi includevano l’isolamento termico, la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale e l’installazione di pannelli solari, tra gli altri.


L’Attenzione Post 110%

Con la fine del Superbonus, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli per verificare la legittimità delle detrazioni richieste. Questo ha comportato una serie di verifiche documentali e ispettive per garantire che i benefici fiscali siano stati richiesti correttamente e che non vi siano stati abusi o irregolarità.


Controlli e Verifiche

  1. Verifica Documentale: L’Agenzia delle Entrate esamina la documentazione presentata dai contribuenti, tra cui fatture, ricevute e certificazioni energetiche. È essenziale che tutta la documentazione sia correttamente compilata e conservata.
  2. Sopralluoghi: In alcuni casi, l’Agenzia delle Entrate può effettuare sopralluoghi per verificare la corrispondenza tra i lavori dichiarati e quelli effettivamente eseguiti.

Impatto sui Contribuenti

I controlli intensificati hanno generato una certa preoccupazione tra i contribuenti. Le verifiche possono comportare la sospensione delle agevolazioni e, nei casi più gravi, il recupero delle somme indebitamente detratte, oltre a sanzioni e interessi. Questo ha reso fondamentale per i contribuenti avere una gestione accurata e trasparente della documentazione e dei processi legati al Superbonus.


Gestione del Contenzioso Fiscale

La gestione del contenzioso fiscale diventa cruciale quando i contribuenti si trovano a dover rispondere a contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. La recente normativa ha introdotto diverse novità che influenzano questo processo

Procedura di Accertamento

La procedura di accertamento fiscale inizia con una comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, che può essere seguita da un invito al contraddittorio. Durante questa fase, il contribuente ha la possibilità di fornire chiarimenti e documentazione aggiuntiva.

  • Invito al Contraddittorio: È una fase preliminare in cui il contribuente può discutere le contestazioni con l’Agenzia delle Entrate. È un’opportunità per chiarire eventuali malintesi o errori documentali prima che venga emesso un avviso di accertamento formale.
  • Avviso di Accertamento: Se le spiegazioni fornite non sono sufficienti, l’Agenzia delle Entrate emette un avviso di accertamento, dettagliando le somme dovute e le motivazioni delle contestazioni.

Ricorso e Difesa

In caso di avviso di accertamento, il contribuente può presentare un ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale entro 60 giorni dalla notifica. È importante che il ricorso sia supportato da una solida documentazione e da argomentazioni giuridiche precise.

  • Assistenza Legale e Fiscale: Avvalersi di professionisti esperti in diritto tributario può fare la differenza nella gestione del contenzioso.
    Un buon consulente fiscale può aiutare a costruire una difesa efficace, presentare prove documentali adeguate e argomentare le proprie ragioni in modo convincente.
  • Mediazione Tributaria: Per controversie di valore non superiore a 50.000 euro, è possibile ricorrere alla mediazione tributaria, una procedura che mira a risolvere la disputa in modo consensuale, evitando il contenzioso giudiziario.

Consigli per i Contribuenti

Di fronte ai controlli intensificati e alla possibilità di contenzioso, i contribuenti devono adottare una serie di buone pratiche per ridurre il rischio di sanzioni e contenziosi:

  1. Conservazione della Documentazione: È essenziale conservare tutta la documentazione relativa agli interventi ammessi al Superbonus 110%, inclusi contratti, fatture, ricevute e certificazioni energetiche.
  2. Trasparenza e Accuratezza: Assicurarsi che tutte le informazioni fornite siano accurate e trasparenti. Errori o omissioni possono portare a contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
  3. Consultazione di Professionisti: Avvalersi di consulenti fiscali e legali esperti può aiutare a navigare le complesse normative e a prepararsi adeguatamente per eventuali controlli.
  4. Preparazione per il Contraddittorio: In caso di contestazione, prepararsi adeguatamente per il contraddittorio, raccogliendo tutta la documentazione necessaria e argomentando le proprie ragioni in modo chiaro e preciso.


Conclusione

L’attenzione post Superbonus 110%, con l’intensificazione dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, rappresenta una sfida significativa per i contribuenti italiani. Tuttavia, con una gestione accurata e trasparente della documentazione e con l’adozione di buone pratiche nella gestione fiscale, è possibile ridurre il rischio di contenzioso e affrontare eventuali verifiche in modo efficace.
La recente normativa ha introdotto novità che possono facilitare la gestione del contenzioso fiscale, ma è essenziale che i contribuenti siano ben informati e preparati. L’assistenza di professionisti esperti può fare la differenza nel garantire una difesa adeguata e nel raggiungere una risoluzione favorevole delle dispute fiscali.
In conclusione, l’attenzione post 110% richiede un approccio proattivo e ben organizzato. Le aziende e i contribuenti devono essere pronti ad affrontare i controlli e a gestire il contenzioso fiscale con competenza e determinazione, per assicurarsi che i benefici ottenuti con il Superbonus siano mantenuti e che eventuali controversie siano risolte nel modo più favorevole possibile.

ANDREA BARATTI
Dottore commercialista e revisore contabile presso Studio Baratti.
Consulente in materia contabile e tributaria, collabora con diversi Tribunali assumendo le cariche di Liquidatore Giudiziario nelle procedure concorsuali ed Amministratore Giudiziario e Custode Giudiziario nei procedimenti civili e penali.
Si occupa di consulenza, operazioni straordinarie e due diligence e di organizzazione delle attività di Studio Baratti, oltre che delle attività fiduciarie affidategli dai Tribunali.




– Potrebbero interessarti anche altri articoli di LegnoLegnoNews
– Se desideri ricevere maggiori informazioni compila il form in fondo alla pagina

14 Post 110% e insolvenze

Dal Superbonus alle Superinsolvenze

La normativa: crediti d’imposta come nuova forma di moneta

Con il Superbonus 110% i crediti fiscali hanno cambiato funzione.
Da semplice detrazione fiscale sono diventati una vera e propria forma di pagamento delle opere edili (non a caso si parla di “sconto in fattura”). Si tratta però di una moneta rimessa all’andamento del mercato, non solo perché, con la cessione, assume un valore diverso rispetto al reale ammontare delle opere effettivamente svolte, ma anche perché per essere ceduta deve trovare acquirenti.

THANKS TO

Gli effetti sul settore edile: il trasferimento degli oneri finanziari sulle imprese appaltatrici

Attraverso lo sconto in fattura, tali crediti sono stati in larga parte ceduti alle imprese appaltatrici. Da un lato, i committenti hanno potuto beneficiare dei lavori con un impatto finanziario modesto se non nullo; dall’altro, gli appaltatori si sono fatti carico della componente finanziaria delle opere, facendo fede alla ragionevole aspettativa di riuscire a cedere i crediti d’imposta.
In questi casi, anche se ci si trova innanzi ad aziende con adeguata redditività e patrimonializzazione, sino all’avvenuta cessione si crea una situazione per cui ai crediti fiscali corrispondono, specularmente,
debiti, soprattutto verso i fornitori, ai quali è possibile far fronte solo se si dispone di sufficiente liquidità.
Non a caso, negli ultimi anni le sorti dell’edilizia sembravano dipendere dallo “sblocco” dei crediti fiscali.


Il passo indietro del Legislatore: il blocco dei crediti fiscali

Sennonché, è avvenuto proprio il contrario. Vuoi per la normativa che si è succeduta, la quale ha ristretto sempre più le maglie per la cessione; vuoi perché la prospettiva dello sconto in fattura è stata, almeno sulla carta, così allettante da determinare un eccesso di richieste che ha in breve saturato il mercato.
Dal blocco dei crediti fiscali si è così arrivati al blocco dei cantieri.


Lo scenario attuale e futuro: contenziosi in arrivo e ritorno delle insolvenze?

Il fermo dei lavori, specie in assenza di idonee clausole contrattuali, ha già avuto come effetto quello di alimentare i contenziosi tra committenti e imprese appaltatrici per inadempimento contrattuale di queste ultime.

Danno per perdita di chance

Le prime sentenze, laddove i lavori non siano iniziati o terminati tempestivamente per fatto imputabile all’appaltatore, stabiliscono che questi debba risarcire ai committenti il danno consistente nella differenza tra il risparmio fiscale astrattamente usufruibile godendo del superbonus al 110% e il minore risparmio fiscale usufruibile godendo del bonus ristrutturazioni. Il committente può poi sempre decidere se insistere per l’adempimento o chiedere la risoluzione del contratto, fermo il diritto al risarcimento del danno.

A compimento di questo quadro si aggiungono altri due fattori:
a. la costituzione di imprese create ad hoc per il 110%, spesso scarsamente patrimonializzate e incapaci di pagare i propri fornitori o subappaltatori;
b. la presenza di contratti spesso carenti quanto alla disciplina del mancato o solo ridotto godimento dei benefici fiscali, o viceversa che prevedono penali esorbitanti in caso di ritardo dell’appaltatore.
Considerata pure la situazione economica contingente, siamo innanzi alla tempesta perfetta per una dirompente ripresa degli insoluti.

Come tutelarsi?

1.

La prima cosa da fare è quella di prevenire gli insoluti

Il principale strumento è rappresentato dal contratto che, laddove sottoscritto o anche espressamente accettato via mail, ha forza di legge tra le parti.
Sarà doveroso effettuare una checklist dei propri modelli contrattuali e assicurarsi che:
1) il prezzo sia indicato precisamente, non solo per la fornitura principale ma anche per tutte le varianti, inserendo pure clausole di revisione dei prezzi legate, ad esempio, all’aumento delle materie prime;
2) il pagamento avvenga tramite più acconti, di cui il primo, sostanziale, alla conferma d’ordine;
3) siano indicati chiaramente modalità e termini di pagamento;
4) sia previsto il diritto di sospensione della fornitura in caso di mancato incasso;
5) vi siano clausole di accettazione automatica dell’opera decorso un determinato numero di giorni dalla fornitura, onde evitare contestazioni pretestuose volte appunto a ritardare i pagamenti.

ATTENZIONE!

Il contratto, per il diritto, è sinonimo di “accordo” nel linguaggio comune, da intendersi come incontro tra proposta/accettazione. Vale a dire che occorre poter dimostrare l’accettazione della proposta.
Un modello contrattuale di 30 pagine, privo di accettazione del committente, a nulla vale. Un preventivo – posto che il codice civile nemmeno conosce il termine “preventivo” – dotato degli elementi essenziali come il prezzo e l’oggetto della fornitura, se accettato dal committente, è un contratto in piena regola, seppur limitatamente ai soli aspetti che disciplina.
La forma scritta non è strettamente necessaria per la validità del contratto, ma consente di darne prova. Questo anche al fine di ottenere un decreto ingiuntivo in caso di mancato pagamento. Oltre alla sottoscrizione fisica, ancor più certo è lo scambio di PEC (meglio: l’accettazione del committente ricevuta via pec) o la sottoscrizione digitale; anche lo scambio di semplici mail è di fatto assimilato alla prova scritta, mentre qualche problema in più è dato dagli sms o dagli scambi tramite applicazioni di messaggistica, che si consiglia di evitare.

2.

Analisi dei clienti

(da effettuarsi prima della stipulazione del contratto, non al verificarsi dell’insoluto)

Un’altra tutela per prevenire gli insoluti è l’analisi dei potenziali
clienti. L’avvalersi di professionisti è senz’altro la
cosa migliore, ma molto può essere fatto direttamente
dall’Azienda.
Essenziale è la valutazione della natura giuridica del
cliente.
Ai sensi dell’art. 2740 del codice civile, il debitore
risponde delle proprie obbligazioni con tutti i suoi beni
presenti e futuri.
Ma i clienti, in punto di diritto, sono tutti uguali?
Il discorso sarebbe molto articolato. In linea di massima
approssimazione, il committente:

  • se è un privato, risponderà con tutto il suo patrimonio, a partire dall’immobile oggetto di intervento e da eventuali conti correnti, passando per la propria auto o il 1/5 dello stipendio, sino alla propria pensione o eredità quali beni futuri;
  • se è una impresa individuale o una società di persone (ad es.: s.n.c.) risponderà sia con il patrimonio dell’azienda
  • a partire dai “beni futuri” rappresentati dai crediti nei confronti dei propri clienti – sia in proprio come socio/persona fisica;
  • se è una società di capitali (ad es.: s.r.l. o s.p.a.) a rispondere sarà soltanto la società con il relativo patrimonio, non quello dei soci né degli amministratori.

Occorrerà pertanto sincerarsi che tale società sia patrimonializzata e tener conto che se dovesse cessare o fallire non ci si potrà rivalere sui patrimoni dei soci. Naturalmente, è necessario che, dei beni, vi siano. Con delle semplici visure, al costo di poche decine di euro, tramite il codice fiscale del committente è possibile appurare la presenza di immobili, eventuali ipoteche o gravami sugli stessi, nonché visionare i bilanci delle società di capitali.

Al di là di queste nozioni, un importante “stress test”, che a nostra volta operiamo anche con i nostri clienti, è quello di prevedere nei contratti degli acconti il più possibile sostanziosi. Il saldo immediato di un acconto importante è, ad un tempo, l’indice fondamentale per testare la solidità di un cliente e il miglior modo per limitare la portata degli insoluti.

Tutto questo conviene farlo prima di effettuare una fornitura. Appurare che il cliente non è solvibile a riba respinta sarebbe soltanto un’amara sorpresa.

3.

Efficiente gestione del credito

Prima dell’intervento del legale, l’Azienda può (e deve) fare molto.
Anzitutto, un imperativo è quello di agire con tempestività e fermezza. Il che non significa inseguire il debitore con una serie infinita di telefonate.
Vero è che i crediti commerciali si prescrivono in 10 anni, ma l’ordinamento richiede la certezza della ricezione del sollecito. Al bando, quindi, telefonate e solleciti via sms. La richiesta di pagamento, per avere valenza giuridica, deve essere effettuata tramite una diffida scritta e inviata via raccomandata A/R o PEC (la cui ricevuta di consegna ha il medesimo valore della raccomandata A/R), che si consiglia però sempre di anticipare tramite semplici mail.

La diffida deve contenere:
– l’indicazione precisa del credito;
– l’indicazione del contratto di riferimento nonché delle fatture emesse;
– il termine entro il quale adempiere (solitamente 7 giorni);
-l’avvertimento che, in mancanza di saldo, si darà affiderà la pratica al legale per il recupero coattivo;
null’altro.

Sarà bene che la diffida sia sintetica.
E’ difatti importante astenersi per quanto possibile dall’intessere corrispondenza scritta con il debitore, specie in presenza di contestazioni pretestuose.
Ricordiamoci che quanto si scrive non potrà essere usato a proprio favore in tribunale poiché proviene dalla medesima parte che ne vuole beneficiare; viceversa, tutto quanto il serramentista metterà per iscritto, anche via mail, potrà essere usato contro di lui.
Il modo migliore per far perdere il sonno ai propri avvocati è quello di presentarsi con prolissi scambi di mail o interminabili sms nei quali si entra nel merito di contestazioni, concessioni di dilazioni di pagamento che impediscono al creditore di agire nell’immediato, ridondanti spiegazioni. Tutto materiale che potrà esclusivamente essere usato contro di noi.
Da questo principio deriva però, specularmente, l’importanza di ottenere riconoscimenti scritti del debito.

(attenzione: anche una semplice richiesta di dilazione del
pagamento o una ammissione di non avere, al momento,
denari, è un chiaro riconoscimento dell’insoluto, nella
misura in cui lo presuppone, come tale valevole in
tribunale).

Si comprenderà ora perché anticipare via semplice mail ogni diffida di pagamento non è soltanto una questione di garbo, ma è il modo migliore per stimolare un’ammissione del debito, magari attraverso una richiesta di dilazione del pagamento.

Perché è importante ottenere un riconoscimento scritto del debito, anche nelle forme di una semplice richiesta di dilazione di pagamento effettuata via mail?
Il riconoscimento del debito fatto per iscritto dal cliente inadempiente consente, nella maggior parte dei casi, di ottenere un’ingiunzione di pagamento munita della provvisoria esecuzione. Ciò significa che, ottenuto il decreto ingiuntivo dal tribunale, si potrà procedere subito alla fase esecutiva, mettendo quindi il debitore nelle condizioni di subire, entro solitamente dieci giorni e, comunque, in un brevissimo lasso temporale, un pignoramento e procedure espropriative.

Gestire in maniera efficiente il credito significa pertanto da un lato risparmiare tempi e spese legali; dall’altro spianare la strada ai propri avvocati per un recupero più rapido, meno dispendioso e con minori rischi.
Proprio la rapidità di azione, in tempi difficili, rappresenta il vero discrimine tra il concreto recupero di quanto dovuto e l’iscrizione di una perdita in bilancio.

AVV. SIMONE FRANZONI
Studio Legale Associato Franzoni Dittamo
già Professore a contratto di Diritto delle
Comunicazioni – Dipartimento di Giurisprudenza
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia




– Potrebbero interessarti anche altri articoli di LegnoLegnoNews
– Se desideri ricevere maggiori informazioni compila il form in fondo alla pagina

Superbonus 110% BONUS CASA 50% ed ECOBONUS 50% due guide sulle procedure di detrazione fiscale

Le Guide del Settore Serramento sono DIGITALI e in aggiornamento continuo fino al 31/12/2023

Le guide vi informeranno su:

  • come gestire i crediti in caso di sospensione della cessione
  • gli aggiornamenti della Legge di Bilancio 2023
  • conversione in legge del Decreto aiuti Quater
  • le novità per il Superbonus, limiti temporali, riduzione dell’aliquota e clausola di salvaguardia
  • le novità di Ecobonus e Bonus Casa
  • obbligo della certificazione SOA per lavori di importo superiore a 516.000 euro 
  • nuovo tetto di spesa per il bonus mobili
  • revisione dei prezzi dell’allegato A
  • esempi di verifica congruità dei costi
  • misure contro il caro energia
  • Il piano europeo sull’efficientamento energetico delle abitazioni

Tutto quel che serve per aiutare i serramentisti a fare chiarezza e a non commettere errori

Alcune domande a cui le guide daranno risposta:

  • Cosa si intende per data “inizio lavori”?
  • Quali voci di costo sono escluse dai prezzi previsti dall’allegato A?
  • Posso avere un esempio di verifica della congruità dei costi
  • Quando sono obbligatorie l’asseverazione e il visto di conformità?
  • Se la CILAS di un condominio è stata presentata entro il 31 dicembre 2022 l’aliquota è ancora al 110%
  • Se il cantiere si trova in una zona terremotata l’aliquota rimane al 110% anche per il 2023?
  • Quali aziende possono accedere alla garanzia “Sace”

Bonus barriere architettoniche 75%:

La “Guida alle detrazioni fiscali BONUS CASA 50%, ECOBONUS 50% SERRAMENTI” contiene gli aggiornamenti relativi al Bonus Barriere Architettoniche, nello specifico:

  • Generalità e riferimenti legislativi
  • Aliquote, annualità e beneficiari
  • Massimali di costo
  • Interventi ammessi e requisiti tecnici
  • Documentazione necessaria

Le due Guide sono state studiate per:

  • Sapere “COSA DEVO FARE” a seconda del “TIPO Dl COMMESSA”
  • CHIARIRE le idee al CLIENTE sulle modalità di detrazione, sconto in fattura e cessione del credito
  • COMPRENDERE il quadro generale entro il quale si muove la TUA azienda, i TUOI clienti ed il TUO business
  • NON COMMETTERE ERRORI che potrebbero bloccare i PAGAMENTI DELLA COMMESSA, la detraibilità delle spese o la cessione dei crediti fiscali
  • RIMANERE AGGIORNATO sulle evoluzioni del quadro legislativo

Complete di modulistica, le guide, specifiche per i serramentisti saranno in continuo aggiornamento fino al 31/12/2023

Prenota la tua copia

A — Guida alle detrazioni fiscali SUPERBONUS 110% SERRAMENTI — EURO 100,00 + iva

B — Guida alle detrazioni fiscali BONUS CASA 50%, ECOBONUS 50% SERRAMENTI — EURO 100,00 + iva

A+B — Entrambe le guide — prezzo scontato EURO 150 + iva anziché 200 euro + iva

Prenota subito la tua guida compilando il modulo di prenotazione ed effettuando il pagamento.

Le Guide e i successivi aggiornamenti saranno spediti all’indirizzo mail indicato.

NEWS DAL MONDO DEL SERRAMENTO