Bilancio ed analisi di quanto il Cantiere ha sentenziato in una stagione di prove eseguite in opera.
ANGELO POLENTA
Laboratorio Tecnologico LegnoLegno
Per il Consorzio Legnolegno, l’inizio della primavera rappresenta ormai una sorta di ricorrenza. La fine dell’inverno, periodo in cui per ragioni tecniche si concentrano le prove eseguite in opera, significa bilancio ed analisi di quanto il Cantiere ha sentenziato, nonché valutazioni e confronti con gli analoghi periodi degli anni passati da cui poi spesso nascono le idee su cui lavorare per il futuro.
E non v’è dubbio che questa stagione invernale sia stata estremamente interessante e ricca di spunti, sia dal punto di vista dei meri numeri, sia per le tante riflessioni che da questi numeri possono innescarsi.
La prima sensazione è quella di una indubbia e crescente evoluzione culturale di tutto il comparto riguardo al tema della posa. Ciò non solo rappresenta per noi motivo di soddisfazione professionale, ma ci rende anche orgogliosi per averlo profetizzato” quando tutto il ciclo normativo delle UNI 11673 era agli albori.
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Da cosa nasce questa sensazione?
Da tantissimi aspetti, e tra questi vogliamo metterne in evidenza tre.
Primo:
Gli installatori sono sempre più formati, conoscono ormai nel dettaglio i prodotti, sanno leggere una scheda tecnica, si interfacciano con i loro fornitori in maniera più attiva e critica.
Hanno le idee più chiare in merito ai ruoli e le responsabilità delle figure.
Discutendo in cantiere, riportano frasi e lessico delle norme.
Tutto questo vuol dire che la formazione non è più percepita come fredda burocrazia, ma come occasione di crescita e distinzione sul mercato. Questa maggiore consapevolezza non può che generare un impatto positivo, a catena, su tutti gli operatori del processo, confezionando per l’utente finale un prodotto/servizio sempre migliore.
Secondo:
I soggetti che si interessano alla verifica dell’esecuzione sono sempre maggiori e diversi.
Indipendentemente dalla dimensione dell’Azienda, in cantiere non vi è più solo la formale presenza di un Responsabile dell’installazione, ma spesso anche la Proprietà vuole assistere, vedere, conoscere, informarsi. Stesso dicasi, negli interventi più invasivi, in merito alla presenza di altre figure quali la DDLL, i funzionari dell’impresa Edile, i fornitori dei profili, etc.: qualsiasi sia stato il processo che ha portato alla necessità di realizzare un test in opera, tante sono state le richieste di partecipazione come “spettatori” che siamo stati lieti di accogliere positivamente.
Terzo:
Legnolegno continua ad operare quale Ente incaricato per le verifiche del Marchio Posa Qualità Serramenti, ma i contatti giungono ormai da esigenze molto più differenziate.
Collaudi di opere pubbliche, collaudi di importanti realizzazioni private, verifica del soddisfacimento di requisiti di capitolato molto elevati ed anche, come sempre, risoluzione di contenziosi.
Non solo: sempre più operatori del settore utilizzano i test in opera per la valorizzazione del proprio prodotto/sistema, avendone compreso l’enorme leva commerciale qualora gli esiti delle prove soddisfino le aspettative.
Registriamo fra l’altro un numero sempre crescente di richieste che provengono direttamente da soggetti privati. Anche questo aspetto riveste la sua importanza in quanto, sebbene spesso la cosa si limiti ad un ambito puramente informativo, rivela l’evidenza di quanto si diceva all’inizio: quando anche la “Signora Maria” ha sentito che esiste una norma che può tutelarla e vuole saperne di più, significa che è entrato in circolo un qualcosa che ormai coinvolge tutti.
Infine, non ultimo, ci preme sottolineare e ribadire che tramite i test in cantiere non sono rari i casi in cui si rilevino criticità più afferenti al prodotto che al sistema di posa, a dimostrazione che non è più scontato che un decadimento della prestazione sia da imputarsi necessariamente ad una non corretta installazione.
Entrando per un attimo nel merito dei numeri, che designano Legnolegno sempre più Ente di riferimento su questa materia, possiamo affermare che l’inverno appena concluso è stato davvero una “palestra” interessante.
Oltre 40 i test effettuati, dislocati in ben 12 regioni italiane, toccando davvero gli estremi profondi della nostra penisola, dalla provincia di Sondrio a quella di Ragusa.
Le Non Conformità rilevate, parziali o totali, si aggirano attorno al 27% del totale (prove eseguite per Marchio Posa Qualità o altro).
Ancora una volta è la permeabilità all’aria (Requisito 4.3 della norma) ad attestarsi quale problematica più ricorrente. Sono quasi azzerati i casi in cui si siano rilevate delle Non Conformità a più requisiti in un medesimo test, altro innegabile sintomo di progresso, così come va segnalata una decisa riduzione degli errori progettuali. Tuttavia, se da un lato tali percentuali rappresentano un incoraggiante e positivo miglioramento rispetto al passato, dall’altro rimangono comunque numeri rilevanti che pongono evidenza su quanto siano ampi i margini di miglioramento che ancora ci sono e su cui occorre lavorare.
Certo è che l’asticella si alza per tutti, i capitolati sono sempre più stringenti, i prodotti sempre più ricchi di accorgimenti tecnologici che però immettono nel sistema sempre più variabili di cui tenere conto. Insomma, se da una parte si migliora, dall’altra si chiede sempre di più.
Una nota certamente positiva, che ci teniamo a condividere, è senz’altro la maggiore prontezza e reattività nella risoluzione delle Non Conformità rilevate.
È innanzitutto il segnale della consapevolezza che la pubblicazione della norma comporta strumenti oggettivi di valutazione del proprio lavoro, e questa consapevolezza sortisce il duplice effetto di sentirsi chiamati alle proprie responsabilità ma anche di mettersi alla prova nella risoluzione di un problema.
Ma soprattutto è il segnale che guardando al prossimo futuro, anche per ciò che ancora va migliorato, vi è comunque un sentiero già tracciato su cui poter lavorare.
Ma su questo, come ormai consuetudine, ci aggiorneremo nella prossima primavera.
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