Decreto “CAM edilizia” e fondi PNRR
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Decreto “CAM edilizia” e fondi PNRR

Requisiti tecnici per la filiera dei serramenti

Negli ultimi anni, l’Italia ha assistito a un significativo aumento delle richieste di soddisfacimento dei requisiti tecnici previsti dal Decreto
“CAM edilizia” (Criteri Ambientali Minimi). Questo fenomeno è strettamente legato all’impiego dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per interventi edilizi nella pubblica amministrazione.

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Il decreto, concepito per promuovere la sostenibilità ambientale
nel settore delle costruzioni, introduce criteri specifici anche per materiali e processi utilizzati, con un’attenzione particolare a porte e finestre. Questi elementi sono essenziali per definire l’efficienza energetica e la sostenibilità complessiva degli edifici, sia nei casi di nuova costruzione che di riqualificazione dell’esistente.


L’importanza del Decreto “CAM edilizia”

Il Decreto “CAM edilizia” nasce con l’obiettivo di adottare politiche di acquisto virtuose da parte delle Pubbliche Amministrazioni, riducendo l’impatto ambientale delle costruzioni, incentivando l’uso di materiali eco-compatibili, migliorando l’efficienza energetica e riducendo le emissioni di CO2. Questo approccio è in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea per la transizione ecologica e l’economia circolare, contribuendo a una costruzione più sostenibile e rispettosa dell’ambiente. L’introduzione dei CAM ha portato a una vera e propria rivoluzione nel settore edilizio, imponendo nuove sfide ma anche aprendo la strada a opportunità di innovazione e miglioramento qualitativo.


L’influenza dei fondi PNRR

I fondi del PNRR hanno svolto un ruolo cruciale nell’accelerare la necessità di adeguarsi ai CAM. Infatti, molti progetti pubblici finanziati con questi fondi richiedono la conformità ai criteri stabiliti dal decreto. Le amministrazioni pubbliche devono dimostrare di rispettare i CAM per poter accedere ai finanziamenti, il che ha determinato una crescita esponenziale delle richieste di prodotti conformi, anche nel settore dei serramenti. Porte e finestre, essendo elementi fondamentali per l’efficienza energetica degli edifici, sono tra i prodotti da costruzione considerati in questo incremento di richieste.

Le problematiche della filiera dei serramenti

L’adozione dei requisiti CAM nella produzione di porte e finestre ha sollevato diverse problematiche nella filiera produttiva. Queste problematiche possono essere raggruppate in tre principali categorie: competenze, approvvigionamenti e collaborazioni nella filiera.


– Necessità di nuove competenze

La produzione di serramenti conformi ai CAM richiede nuove competenze tecniche e ambientali.
Le aziende del settore devono investire in formazione e nell’aggiornamento delle conoscenze per essere in grado di progettare e realizzare prodotti conformi ai nuovi standard.
Questo processo di aggiornamento non è immediato e può rallentare le forniture, causando problematiche relazionali e contrattuali con i committenti. La necessità di competenze specializzate coinvolge moltissimo anche i fornitori di materiali e componenti, che devono adeguarsi ai nuovi requisiti e garantire prodotti con caratteristiche documentate da test e certificazioni di parte terza.


– Problemi di approvvigionamento

L’aumento della domanda di materiali ecocompatibili può potenzialmente portare a problemi di approvvigionamento. Le materie prime, i materiali ed i componenti necessari per rispettare i requisiti CAM, (legno certificato FSC, materie prime e materiali riciclati, prodotti vernicianti a basso impatto, materiali a bassa emissione di VOC, ecc.) sono spesso limitate e soggette a fluttuazioni di mercato. Questo può creare difficoltà produttive per i produttori di serramenti, che devono garantire la continuità della produzione senza compromettere la qualità e la conformità dei prodotti. Inoltre, le tempistiche di approvvigionamento possono allungarsi, causando potenziali ritardi negli interventi e aumentando i costi.


– Necessità di una “filiera collaborativa”

Un’altra problematica emergente, forse la più importante, è la necessità di disporre di una “filiera collaborativa”, in cui tutti gli attori della catena produttiva e distributiva siano preparati e in grado di supportarsi a vicenda.
Questo significa che fornitori, produttori, distributori e installatori devono lavorare in sinergia per affrontare le sfide comuni.

Una filiera collaborativa permette di condividere conoscenze, risorse e competenze, riducendo i tempi di risposta e migliorando la qualità complessiva dei prodotti. Tuttavia, costruire e mantenere una filiera collaborativa richiede impegno e investimenti, ma soprattutto una forte volontà di cooperazione tra le diverse parti coinvolte.


Le strategie di adattamento

Per affrontare queste problematiche, le aziende del settore dei serramenti stanno adottando diverse strategie di adattamento. Tra queste, vi è l’investimento in ricerca e sviluppo per individuare materiali o fornitori alternativi che soddisfino i CAM e siano più accessibili. In sostanza, l’adesione ai criteri CAM può anche far variare i rapporti commerciali fornitore/serramentista, anche se consolidati da tempo.
Si consideri che, almeno potenzialmente, è possibile che molti serramentisti possano creando reti di collaborazione (anche informali) con fornitori “certificati” per assicurarsi un approvvigionamento costante di materie prime eco-compatibili. Questo consentirebbe di stabilizzare le catene di fornitura e di mitigare i rischi legati alla disponibilità dei materiali.
La formazione continua del personale è poi un altro pilastro fondamentale. E’ indispensabile promuovere di aggiornamento e collaborazioni con strutture formative specializzate per sviluppare competenze specifiche nel campo della sostenibilità ambientale.
Infine, l’adozione di tecnologie avanzate di produzione e controllo qualità può consentire di ottimizzare i processi produttivi, riducendo sprechi e migliorando l’efficienza complessiva.
Questo non solo aiuta a contenere i costi ma anche a garantire prodotti che soddisfano pienamente i requisiti CAM. Tecnologie come la digitalizzazione della produzione, l’automazione e l’uso di sistemi di monitoraggio in tempo reale possono migliorare significativamente la capacità di adattamento delle aziende alle nuove esigenze del mercato.

STEFANO MORA

Direttore
Consorzio LegnoLegno



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La certificazione forestale di gruppo “CONLEGNO TRUST”: un’opportunità da conoscere

La certificazione forestale di Catena di Custodia è importante per molteplici fattori:

  1. Per partecipare a bandi Pubblici che richiedono il soddisfacimento dei CAM (Criteri Ambientali Minimi)
  2. Per dimostrare ai clienti finali la “tracciabilità” del Marchio dalla
    foresta ai prodotti finiti in legno
  3. Per poter comunicare concretamente di essere un’azienda attenta alla sostenibilità

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formazione

Tuttavia, per alcune aziende, ottenere tale certificazione può presentare diverse sfide significative: soddisfacimento dei requisiti, capacità logistica, formalizzazione delle procedure, … ma, con
la giusta strategia e il supporto adeguato, è possibile superare gli ostacoli e trarre vantaggio dai benefici a lungo termine che essa offre.


Andando incontro a questa necessità il Consorzio Conlegno, ha deciso di costituire un “Gruppo di certificazione” denominato “Conlegno TRUST” ed ha iniziato una proficua collaborazione col
Consorzio LegnoLegno che da sempre offre il proprio supporto ai serramentisti.

Insieme ci presentiamo ai produttori di serramenti e dei principali componenti in legno che vogliono ottenere il Marchio FSC® e/o PEFC per rispondere ai criteri CAM e per dimostrare la loro attenzione alla sostenibilità ambientale.


La certificazione di gruppo è un’opportunità per le piccole aziende per affrontare il processo di certificazione, perchè consente di ottenere e mantenere la certificazione forestale a dei costi che risultano essere generalmente inferiori di circa il 50% rispetto all’ottenimento della “certificazione singola”.


Può essere d’aiuto un esempio: il “Comune di Fantasia” commissiona serramenti in legno al serramentista “XYZ Finestre e porte” e gli richiede di elaborare la Mappatura CAM che prevede che i materiali legnosi provengano da foreste gestite in modo sostenibile, quindi che abbiano il Marchio FSC o PEFC e che sia garantita la Catena di Custodia fino al serramento finito, perché la sola documentazione del fornitore del legname non è condizione sufficiente.


A questo punto il produttore di serramenti in legno, coadiuvato dal Consorzio Legnolegno, può aderire al Gruppo “Conlegno TRUST” per ottenere la propria certificazione di Catena di Custodia (PEFC, FSC® o entrambi) risparmiando in tempi e costi.


La Capogruppo (Conlegno), infatti, permette di ottimizzare tempi e costi interagendo direttamente sia con l’Ente di normazione (PEFC e/o FSC®) sia con l’Ente di Certificazione prescelto aiutando le aziende ad implementare il proprio Manuale a seguito di una formazione specifica sugli standard e ad effettuare nel tempo gli “audit interni” per il mantenimento della certificazione.

Logo “Conlegno TRUST” che riconosce le imprese che aderiscono alla certificazione di Gruppo


L’Ente di Certificazione avrà il compito di auditare, a campione, le aziende del Gruppo, permettendo in questo modo di suddividere il costo tra tutte le aziende aderenti al Gruppo e generando così economie di scala.
Per gli audit interni ci affidiamo a professionisti sia interni sia eventualmente esterni opportunamente formati e qualificati sugli standard di certificazione. Inoltre tutti i nostri auditor posseggono una conoscenza trasversale anche su altre tematiche quali EUTR (Timber Regulation europea), normativa relativa all’edilizia in legno, normativa legata al mondo degli imballaggi in legno (ISPM n.15, altro), ecc… e potranno pertanto supportarvi nell’affrontare i diversi regolamenti o le normative di settore.

Per poter partecipare al Gruppo è NECESSARIO rispettare i seguenti parametri minimi:
Avere un fatturato complessivo massimo pari a 2 (due) Mln di Euro;

Per FSC

• Non avere più di 15 dipendenti (equivalenti a tempo pieno);

oppure

• Avere un fatturato complessivo massimo pari a 2 (due) Mln di Euro;

Per PEFC

• Non avere più di 50 dipendenti (equivalenti a tempo pieno) in azienda;

e

• Avere un fatturato complessivo massimo pari a 10 (dieci) Mln di Euro.


Il Gruppo è stato costituito nel 2020 per lo standard PEFC a cui è stato aggiunto, a partire dal 2021, lo standard FSC®
Il diagramma seguente mostra l’evoluzione delle imprese aderenti fino al 2023. Considerando le stime di crescita per le certificazioni forestali e l’efficienza (riduzione di tempi e costi) della certificazione di Gruppo i margini di crescita sono ancora importanti.

Evoluzione delle imprese aderenti alla Certificazione di Gruppo “Conlegno TRUST”

DAVIDE PARADISO

Responsabile Sostenibilità e certificazione gruppo TRUST Conlegno
www.trust.conlegno.eu
trust@conlegno.eu


ELENA LENASSI

Laboratorio Tecnologico LegnoLegno
elena.lenassi@legnolegno.it




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Le prime aziende in pista

Il Consiglio dell’Unione europea nel dicembre 2020 ha stabilito un nuovo obiettivo, ovvero la Riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Per il settore produttivo è doveroso prendere coscienza del fatto che ormai è necessario misurare e comunicare, in modo oggettivo, credibile e verificato quali siano le attuali emissioni delle proprie attività e sempre più aziende nel settore dell’edilizia stanno abbracciando l’etichettatura ambientale di prodotto (EPD) come parte del loro impegno per la sostenibilità.
Con lo sguardo rivolto al successo nei mercati dell’edilizia del futuro, che chiedono prodotti sostenibili, efficienti e innovativi, il settore porte e finestre ha colto l’urgenza cominciando il proprio percorso verso la certificazione che verifica gli impatti ambientali dei prodotti nel loro ciclo di vita. Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con alcune tra le prime 8 aziende che hanno scelto di intraprendere questo percorso: scopriamo insieme le loro motivazioni, sfide e successi nel perseguire un futuro +sostenibile.

EPD

cos’è e come funziona
Uno strumento molto efficace per comunicare le caratteristiche ambientali dei prodotti è la Dichiarazione Ambientale di Prodotto, comunemente chiamata EPD (Environmental Product Declaration).
La EPD è una vera e propria «carta d’identità» del prodotto che, sulla base dello studio Life Cycle Assessment, descrive gli impatti ambientali di un prodotto o servizio lungo tutto il suo ciclo di vita.
L’EPD è un documento che comunica informazioni obiettive, confrontabili e verificate da soggetto terzo indipendente, sulle performance ambientali di un prodotto mediante uno studio di (Life Cycle Assessment – LCA): una metodologia di calcolo che ci indica come calcolare le prestazioni ambientali di un prodotto in conformità alla Uni En Iso 14040 e 14044 dalla “culla alla tomba”, cioè dall’estrazione delle materie prime al cancello della fabbrica o alla dismissione del prodotto.
L’EPD è una etichetta ambientale di tipo III e fa riferimento alla Uni En Iso 14025 ed è guidata dalle PCR (Product Category Rules) che definiscono, per ogni categoria di prodotto, l’insieme delle “regole comuni” che tutte le EPD e i relativi studi LCA devono rispettare. (Per approfondimenti su come si legge un EPD, quali sono i principali vantaggi e la digitalizzazione delle EPD rimandiamo al sito www.legnolegno.it)


LA VOCE DEGLI IMPRENDITORI

Marcella Zazzaretta
Zazzaretta Infissi

Emiliano Ferrero
Falegnameria Marvulli

Vera Bozzarelli
Falegnameria F.lli Bozzarelli

Andrea Formentin
Finnova Srl

Quali prodotti produce la sua azienda; in quali percentuale i suoi clienti

Emiliano Ferrero: Imprese 50% Vera Bozzarelli: Rivendite 50% Emiliano Ferrero: Privati 80% Andrea Formentin: Rivendite 98%

Lavora nel settore dell’ospitalità? Che tipo di richieste le arrivano?

Emiliano Ferrero: Sì, abbiamo lavorato nel settore dell’ospitalità, realizzando progetti per hotel. Le richieste che riceviamo in questo settore riguardano principalmente serramenti di alta qualità con caratteristiche tecniche avanzate, come l’isolamento termico e acustico, nonché l’attenzione all’estetica e alla sostenibilità ambientale. I clienti del settore ospitalità cercano soluzioni che migliorino il comfort degli ospiti.

Lavora nel settore dell’edilizia pubblica? Che tipo di richieste le arrivano?

Andrea Formentin: Ci è capitato recentemente di lavorare (abbiamo una commessa ancora in essere che probabilmente si protrarrà anche nel corso dei primi mesi del 2025) nel settore dell’edilizia pubblica sempre tramite un’impresa. Le richieste che arrivano, in merito alle caratteristiche dei prodotti, sono le stesse indicate sopra.
Legno certificato FSC – PEFC e rispondenza ai requisiti CAM Spesso si tratta di lavori di restauro per i quali necessita inoltre rispettare certe caratteristiche dei prodotti esistenti in origine (spesso intervengono anche se Soprintendenze dei Beni Ambientali o delle Belle Arti) e pertanto sono necessarie alcune personalizzazioni.

Riceve già richieste di porte e finestre resistenti agli effetti del cambiamento climatico?

Emiliano Ferrero: Riceviamo richieste per porte e finestre progettate per resistere agli effetti del cambiamento climatico. I client i sono sempre più consapevoli dell’importanza di installare serramenti che offrano una maggiore resistenza alle condizioni climatiche estreme, come forti piogge, venti intensi e variazioni di temperatura. Questo tipo di richieste comprende soluzioni che garantiscono un eccellente isolamento termico, resistenza agli agenti atmosferici e materiali sostenibili, riducendo al contempo l’impatto ambientale.

Vera Bozzarelli: Riceviamo richieste e valutiamo puntualmente il contesto in cui gli infissi vengono inseriti poiché non esiste una classificazione standard. Forniamo, in fase di offerta, la consulenza utile a progettare una soluzione che consenta di affrontare anche le condizioni climatiche più estreme.

Dalla sua esperienza il cliente oggi e cosa cerca quando compra un prodotto?

Marcella Zazzaretta: Cerca principalmente tre cose:

  1. Durabilità: I clienti desiderano prodotti che durino nel tempo e che mantengano le loro caratteristiche estetiche e funzionali anche dopo anni di utilizzo.
  2. Prezzo competitivo: Il prezzo rimane un elemento cruciale.
    I clienti cercano soluzioni che offrano il miglior rapporto qualità-prezzo, valutando attentamente le offerte disponibili sul mercato per trovare prodotti che soddisfino le loro esigenze senza compromettere il budget.
  3. Assistenza continua: I clienti apprezzano molto la disponibilità di un’assistenza post-vendita affidabile e continua.
    La possibilità di ricevere supporto per manutenzioni, riparazioni o semplici consigli anche dopo l’acquisto è un valore aggiunto che può fare la differenza nella scelta di un fornitore.
    Negli ultimi tempi sta emergendo una maggiore attenzione ai temi della sostenibilità e del green.

“Assistenza post vendita affidabile e continuativa”

In che modo è cambiato il modo di scegliere nel corso degli anni?

Marcella Zazzaretta: In passato, la scelta di un’azienda si basava principalmente sul passaparola e sulla fiducia costruita nel tempo nei confronti dei fornitori e dei collaboratori.
Oggi, invece, i clienti tendono a giudicare un’azienda soprattutto in base alla sua immagine pubblicitaria, con particolare attenzione alla presenza sui social media e allo storytelling che ne deriva.
Inoltre l’adesione a specifiche tematiche, incluse quelle di rilevanza sociale, è diventata col tempo un fattore determinante nelle scelte. Oggi, le imprese non possono esimersi dal prendere posizione su questioni cruciali come il cambiamento climatico.

Vera Bozzarelli: Anche se non è sempre vero, è maggiore la consapevolezza al momento dell’ordine: per il cliente è più semplice informarsi, valutare diverse offerte, richiedere dettagli tecnici. L’infisso in generale ha acquisito a pieno diritto il valore di un elemento d’arredo e, come tale, viene scelto con cura.

“L’infisso diventa un elemento d’arredo scelto con cura”

Emiliano Ferrero: I clienti sono diventati molto più informati e consapevoli riguardo ai benefici a lungo termine che i prodotti di qualità possono offrire. C’è una crescente preoccupazione per la sostenibilità ambientale, con una forte preferenza per materiali provenienti da fonti certificate come il legno FSC o PFC. Questo riflette
non solo una responsabilità verso l’ambiente, ma anche una ricerca di soluzioni che migliorino il comfort abitativo e riducano l’impatto ambientale complessivo.
I clienti sono anche più attenti alla sicurezza e alla salute, cercando prodotti che siano sicuri per l’ambiente domestico e che non contengano sostanze nocive.

Quali sono i servizi al cliente che danno valore aggiunto al suo prodotto?

Andrea Formentin: Forniamo un servizio di assistenza in cantiere in caso di necessità, in modo che il cliente si senta sempre tranquillo nel poter avere un supporto continuo da parte del produttore, del rivenditore e della rete vendita che lo faccia sentire sicuro e tranquillo nella scelta che ha fatto.
Vengono scelte insieme l’azienda, le persone ed i prodotti.

“Cliente sereno con l’assistenza in cantiere”

Quali saranno le sue prime azioni in termini di promozione per approcciare il mercato?

Marcella Zazzaretta: Approntare una campagna di Marketing online rivolta alla clien-tela privata, potenziare le operazioni di rappresentanza per le aziende e acquisire le certificazioni adatte alla partecipazioni alle gare pubbliche.

Su quali mercati intende agire in termini di promozione?

Vera Bozzarelli: Da sempre il mercato della Falegnameria è stato quello locale.
L’idea è di estendere l promozione a un territorio più esteso di quello attuale, con il vantaggio della certificazione EPD a sostenere questo nuovo impegno. Particolare attenzione sarà dedicata ad immobili di prestigio e di valore.

Come pensa di comunicare e dare valore prima e dopo l’acquisto del serramento sostenibile?

Andrea Formentin: Abbiamo fatto un primo passo diventando società Benefit dandoci in tal senso l’obbligo di redigere un bilancio di sostenibilità in modo da rendere pubblico il nostro modo di operare oltre che per un tornaconto economico, anche per un’azienda che opera nel rispetto dell’ambiente e delle persone in genere.
Vorremmo che un cliente finale evoluto, attento e consapevole verso certe tematiche, cominciasse ad effettuare i propri acquisti scegliendo prodotti ed aziende che operano in modo attento a certe tematiche.
Speriamo che nel futuro sarà fatta naturalmente una selezione della clientela che vuole in modo consapevole scegliere certi fornitori e vantarsi di avere dei prodotti sostenibili per fare nel suo piccolo, come noi nel nostro piccolo, qualcosa in più per l’ambiente in cui viviamo.

“Cliente consapevole che sceglie prodotti sostenibili”

Grazie all’etichetta ambientale otterrà nuove prestazioni e potrà orientare le scelte di progettisti che andranno informati. Pensa di fare formazione dedicata verso questa direzione?

Emiliano Ferrero: L’obiettivo principale di questo nuovo approccio di marketing e formazione è quello di consolidare la nostra posizione nel mercato come leader nella fornitura di soluzioni sostenibili per il settore edilizio. Vogliamo essere riconosciuti non solo per la qualità dei nostri prodotti, ma anche per il nostro impegno visibile e tangibile verso un futuro costruito su principi di sostenibilità e rispetto ambientale.

“Partnership con i fornitori per promuovere sostenibilità”

In che modo i suoi fornitori collaborano e hanno collaborato con lei nella direzione della sostenibilità?

Emiliano Ferrero: Educare e informare i nostri fornitori sui nostri obiettivi di sostenibilità è un’altra parte cruciale del nostro approccio collaborativo.
Questo ci aiuta a garantire che tutti i partner coinvolti nella nostra catena di approvvigionamento condividano il nostro impegno per la gestione forestale responsabile e per pratiche di produzione sostenibili.
In sintesi, la nostra collaborazione con i fornitori non si limita a semplici transazioni commerciali, ma si basa su un partenariato strategico mirato a promuovere la sostenibilità e a garantire che i nostri prodotti non solo rispettino, ma superino gli standard ambientali globali.

“Prodotti che superano gli standard”

Ed ora … ha un sogno da poter realizzare nella sua azienda?

Marcella Zazzaretta: Vede, nel 2026 la mia famiglia festeggerà 100 anni dedicati agli infissi. Mi piacerebbe riuscire a comunicare efficacemente quanta bellezza e soddisfazione questa nostra attività ci ha regalato, far capire a chi ci sceglie e a quelli che ancora non l’hanno fatto, che acquistando un nostro prodotto non si avrà solo un oggetto, ma il frutto del lavoro di mani che hanno dedicato tutta la propria vita alla lavorazione del legno

Emiliano Ferrero: Puntiamo a diventare leader riconosciuti nel settore dei serramenti sostenibili a livello piemontese. Il nostro obiettivo è continuare a innovare, non solo migliorando costantemente i nostri prodotti, ma anche espandendo la nostra presenza sui mercato che valorizza la sostenibilità ambientale e la qualità dei materiali.
Vogliamo ispirare altre aziende a seguire il nostro esempio e a adottare pratiche di produzione responsabili, contribuendo così a un futuro più verde e sostenibile per tutti.

Andrea Formentin: Credo che per Finnova, realizzare ed operare secondo i principi enunciati in questa breve intervista, sia già un sogno.

Vera Bozzarelli: Il sogno è dare continuità al percorso di crescita iniziato dall’azienda due generazioni fa: l’organizzazione attuale, a conduzione familiare, deve evolvere puntando a strutturare i propri processi per mantenersi efficiente e competitiva ed investendo risorse per aggiornare ed innovare il proprio prodotto.


ABBIAMO SCELTO L’EPD PER

  • Soddisfare i requisiti per la certificazione degli edifici (LEED BREAM CASACLIMA NATURE)
  • Posizionare il prodotto su nuovi mercati
  • Partecipare a bandi di gara, soddisfare requisiti CAM
  • Orientare le scelte di progettisti e consumatori
  • Innovare il prodotto
  • Ottenere nuove prestazioni
  • Collaborare con nuovi standard di valutazione (ESG, economia circolare)
  • Abbattere gli sprechi, migliorare i processi
  • Collaborare con la filiera
  • Comunicare sul mercato il valore ambientale dei miei prodotti
  • Realizzare un nuovo progetto di marketing

GIOVANI PRONTI a portare la sostenibilità in azienda

Eleonora Scarin
Falegnameria Scarin Giorgio

La nuova generazione è conscia dell’importanza della propria preparazione per entrare con maggiore consapevolezza e maturità nell’azienda di famiglia; la formazione è un aspetto fondamentale, che sia esterna o interna, rappresenta una grande opportunità per la prosperità delle Aziende.
Ne è un esempio Eleonora che trasformato i suoi studi in un elemento chiave per la creazione di valore, competitività e successo dell’azienda di famiglia e ci racconta il suo percorso.
Il percorso di studi che ho svolto mi ha dato la possibilità di analizzare gli impatti ambientali di strutture ricettive considerando come unità di misura one guest/one night utilizzando un metodo analitico che permette di quantificare gli impatti ambientali di un bene o servizio, ovvero LCA.
A studi conclusi, l’interesse si è traslato sul mondo artigianale con l’obiettivo di comprendere l’impatto ambientale di un’attività produttiva. Grazie a molteplici dinamiche tutto ciò si è concretizzato all’interno della falegnameria di famiglia; la sfida attuale consiste in una ricerca continua di processi e prodotti più idonei per un miglioramento dal punto di vista ambientale.
Grazie al progetto di LCA promosso da Legnolegno si ha l’opportunità di comprendere quanto impatta il serramento che produciamo a livello artigianale. Alla fine del percorso sarà curioso e importante capire quali azioni/prodotti modificare per rendere il prodotto più sostenibile creando un impatto inferiore rispetto a quello attuale.
Che abbia inizio la sfida!

Quali azioni svolgere concretamente per avere un atteggiamento più sostenibile?
A livello aziendale cosa si può fare per cercare di impattare il meno possibile offrendo ugualmente un prodotto/servizio qualitativamente soddisfacente?

Nei servizi, beni intangibili e non immagazzinabili, impattano per lo più l’insieme delle azioni da svolgere per offrire il servizio stesso.
Nella produzione di un prodotto ciò che impatta maggiormente è la creazione del bene stesso: i diversi materiali che vengono coinvolti e la loro messa in produzione, il trasporto, la creazione del prodotto finale e lo smaltimento a fine vita del prodotto.



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Viaggi tra conformità di posa e non

Con l’inizio della primavera 2024 si è conclusa un’intensissima campagna di prove in opera che ha visto i tecnici del Consorzio percorrere la penisola per un totale di 13.314 km, siamo riusciti ad “invadere” quasi tutte le regioni d’Italia grazie ad un programma di test curato nei minimi dettagli.

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Negli ultimi 5 anni il nostro laboratorio ha effettuato all’incirca 200 test in cantiere al fianco del “Marchio Posa Qualità Serramenti” che, anno dopo anno, ha acquisito sempre più importanza nel mondo del serramento italiano offrendo ai consumatori uno strumento tangibile per distinguere le migliori aziende e garantire al cliente finale una corretta installazione del serramento o soluzioni adeguate nel caso il prodotto non sia posato a norma.

Riguardo all’ultima campagna abbiamo riportato le zone in cui i nostri tecnici di laboratorio hanno eseguito le prove per valutare l’idoneità di configurazione di posa in opera proposte dal Richiedente del
Marchio.

La regione che ci ha visti più impiegati, come si può vedere anche dalla mappa, è stata la Lombardia ove i tecnici hanno eseguito poco più di un quarto delle prove totali previste nella campagna di prove novembre 2023 – marzo 2024.

Ogni anno il numero di test in cantiere aumenta notevolmente grazie a nuove aziende che aderiscono al “Marchio Posa Qualità Serramenti”, alle imprese che ogni due anni eseguono le prove di rinnovo per confermare l’idoneità della posa dei loro prodotti, e anche a realtà emergenti di professionisti e privati che richiedono l’esecuzione della prova in opera per assicurarsi sulla corretta installazione del prodotto.

Ma quante di esse sono rinnovi o nuove aziende?
Nel dettaglio le nuove aziende che si sono aggiunte rappresentano il 18% del totale, il restante 82% sono le aziende che già da anni fanno parte di questo percorso.
Le prove a cui vengono sottoposti i serramenti sono la termografia e la permeabilità all’aria.

Prove eseguite nel periodo 2023/2024

La prova termografica viene realizzata con apposita termocamera e consiste nel rilevare eventuali ponti termici a ridosso del campione.
La seconda prova consiste nell’individuare precisamente, con appositi strumenti, le perdite di aria del serramento che viene sottoposto al test.

Nel caso in cui le perdite siano al di sotto di un determinato “range”, rispecchiando la classe che l’azienda ha dichiarato per la prova di permeabilità all’aria, la prova si può considerare conforme.

Nel caso, invece, il serramento non superi una delle due prove o addirittura entrambe è da considerarsi non conforme.

In linea generale, molte aziende hanno raggiunto un’idoneità della posa, ovvero un esito positivo, ottenendo un allineamento della posa inizialmente dichiarata rispetto a quella che è stata effettivamente rilevata, ma non tutte!!

Per curiosità, abbiamo realizzato una media di tutti i valori in m3/hm2 dei test eseguiti nel corso di questa campagna per scoprire se mediamente il valore prestazionale inizialmente dichiarato dalle imprese non superi il limite massimo della classe inizialmente dichiarata, e il valore che abbiamo rilevato è di 1.41 m3/hm2.

Considerando che il limite della classe massima è 1.9 m3/hm2 il valore medio è ragguardevole

MITOJ SINGH

Dipartimento Energia Consorzio LegnoLegno




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CASCADING: solo una gestione efficace può garantire i risultati

La marcatura CE è un requisito essenziale per la commercializzazione dei prodotti da costruzione nell’Unione Europea e i serramenti esterni non fanno eccezione.

La normativa di prodotto che regolamenta la marcatura CE dei serramenti esterni è la UNI EN 14351/1.
Ricordiamo in estrema sintesi quali sono i passaggi per marcare CE un serramento esterno:

Ricordiamo in estrema sintesi quali sono i passaggi per marcare CE un serramento esterno:

• Selezione dei campioni in funzione delle tipologie

• Effettuazione delle prove iniziali di tipo

• Controllo di produzione (Sui materiali, componenti e accessori in accettazione, durante la produzione, sul prodotto finito)

• Registrazioni delle attività svolte

• Supporto informativo al cliente

• Marcatura CE

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È possibile in termini di Marcatura CE dei serramenti esterni dei serramenti utilizzare una procedura chiamata Cascading.

Cosa è il Cascading?

Il “Cascading” è un processo utilizzato nell’ambito della marcatura CE dei serramenti esterni (finestre, porte, ecc.) per facilitare il rispetto dei requisiti normativi senza dover effettuare le prove iniziali di tipo.

In particolare, il “cascading” permette ai produttori di serramenti di utilizzare i risultati delle prove iniziali di tipo (ITT, Initial Type Testing) effettuate da un fornitore di componenti (ad esempio, vetri, profili, guarnizioni, produttori di frese) per dimostrare la conformità del loro prodotto finale.

Questo processo si basa su un accordo contrattuale tra il fornitore dei componenti e il produttore del serramento: il primo fornisce al secondo i risultati delle prove iniziali di tipo (che determinano le prestazioni del serramento), che quindi sono ceduti appunto a “cascata”  applicati ai prodotti finali.

Il produttore del serramento stipula un accordo con il fornitore dei componenti, in cui  quest’ultimo fornisce la documentazione delle prove ITT effettuate sui propri componenti o comunque su serramenti che montavano quei componenti.

A questo punto il produttore del serramento utilizza i risultati delle prove ITT fornite dal  fornitore per dimostrare la conformità del prodotto finale ai requisiti della marcatura CE, evitando di dover effettuare le prove iniziali di tipo.

È fondamentale che vi sia una chiara tracciabilità e documentazione che dimostri che i componenti utilizzati nei serramenti finali sono effettivamente quelli testati e dal fornitore e in questo senso il produttore del serramento deve comunque avere un sistema di controllo di produzione in fabbrica per garantire che i propri processi di produzione (ovviamente in base alle lavorazioni che si eseguono) mantengano la qualità prestazionale e la conformità a norma del prodotto finale.

Il processo di “cascading” è sicuramente vantaggioso perché riduce i costi legati ai test iniziali e forse i tempi necessari per concretizzare la marcatura CE dei prodotti ma evidentemente presenta dei limiti tecnici che ora vedremo.

Complessità della Catena di Fornitura

Uno dei principali limiti della procedura di Cascading riguarda la complessità della catena di fornitura. In questo processo, il produttore del serramento utilizza i risultati dei test dei materiali o dei componenti forniti dai produttori a monte (ad esempio, vetri o profili).

Questa dipendenza dai fornitori a monte richiede una stretta collaborazione e una gestione meticolosa della documentazione, il che può essere complicato e dispendioso in termini di tempo.

La mancata sincronizzazione o comunicazione può portare a ritardi significativi e problemi di conformità.

Responsabilità Legale e Garanzie 

Un altro limite significativo è legato alla responsabilità legale. Quando un produttore di serramenti utilizza i dati dei test di un fornitore per la marcatura CE, la responsabilità per eventuali non conformità o difetti si complica.

I produttori di serramenti potrebbero trovarsi esposti a rischi legali se i materiali o i  componenti non soddisfano i requisiti, anche se i problemi derivano dai fornitori a monte.

Questa situazione può portare a controversie legali e problemi di responsabilità che possono danneggiare la reputazione dell’azienda. 

Vi sottoponiamo un grafico che mette in evidenza i risultati di tenuta all’acqua dichiarate dal fornitore in cascading e il risultato di tenuta all’acqua ottenuto in laboratorio dal produttore finale su gli stessi serramenti.

Limitazioni nei Test e nella Certificazione

La procedura di cascading limita sicuramente il produttore di serramenti a testare i propri prodotti. Poiché i test vengono effettivamente eseguiti su serramenti non prodotti dal  produttore che deve marcare CE, non sempre è garantito che il prodotto finale risponda alle stesse prestazioni indicate dai test dei singoli fornitori.

Questo limite può comportare problemi in termini di qualità e prestazioni, compromettendo la fiducia dei clienti nei prodotti certificati attraverso questa procedura.

Questo scostamento tra i risultati ceduti dai fornitori e la reale prestazione dei serramenti prodotti è ancora più evidente in cantiere dove spesso non si ha l’accuratezza che si ha per la produzione di un prodotto da portare in laboratorio.

Nel termogramma riportato è evidente un’infiltrazione d’aria non eliminabile dai giunti apribili del serramento che ne compromette la prestazione all’aria misurata in cantiere (una classe 3 e non un classe 4 come riportato in marcatura CE).

Aggiornamenti Normativi e Conformità

Mantenere la conformità alle normative CE richiede un costante aggiornamento delle  procedure e della documentazione, soprattutto quando le normative cambiano. Nel contesto della procedura di cascading, ciò implica che non solo il produttore di serramenti, ma anche tutti i fornitori a monte, devono essere aggiornati e conformi alle nuove normative.

Questo aggiunge un ulteriore livello di complessità nella gestione della conformità, richiedendo un monitoraggio continuo e aggiornamenti frequenti.

Costi Aggiuntivi e Complessità Gestionale

Infine, la procedura di cascading sicuramente può abbassare i costi che riguardano i test  iniziali di tipo ma può aumentare i costi operativi e la complessità gestionale. La necessità di coordinare test e certificazioni tra più fornitori, mantenere una documentazione accurata e gestire le responsabilità legali può richiedere risorse significative sia umane che economiche.

I piccoli produttori, in particolare, possono trovare questa procedura onerosa, limitando la loro capacità di competere con aziende più grandi che hanno risorse più ampie per gestire tali complessità.

La procedura di cascading per la marcatura CE dei serramenti esterni, pur essendo un metodo legittimo e riconosciuto, presenta come abbiamo visto vari limiti significativi.

La complessità della catena di fornitura, le responsabilità legali, le limitazioni nei test, la necessità di conformità continua e i costi aggiuntivi rappresentano valutazioni che i  produttori devono studiare con attenzione. Una gestione efficace e una stretta collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti sono essenziali per superare questi limiti e garantire che i serramenti esterni soddisfino i requisiti di qualità e sicurezza richiesti dalle normative.

GIOVANNI CIAMPA

Responsabile Dipartimento Energetico
Laboratorio Tecnologico LegnoLegno


Legnolegno offre ai suoi clienti l’assistenza necessaria sia in fase di marcatura CE per effettuare le ITT sia in fase di “creazione” di un processo di cascading sia dal lato fornitore sia dal lato produttore.



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Calcolo della trasmittanza termica UW e UD rigoroso e validato in ambito Marcatura Ce

I serramenti esterni (finestre e porte pedonali – vetrate e pannellate) devo essere accompagnati da etichetta CE e Dichiarazione di Prestazione (DoP) oltre che dalle informazioni su utilizzo, manutenzione e posa in opera.

Nelle etichetta CE e DoP (il cui format è disciplinato dal regolamento prodotti da costruzione UE 305/11- allegato III e Regolamento Delegato 574/2014) vengono riportati il valore prestazionale della trasmittanza termica delle finestre (Uw) o delle porte pedonali esterne (UD) insieme alle prestazioni individuate dalla norma di prodotto UNI EN 14351-1:2016.

THANKS TO

Nella norma di prodotto UNI EN 14351-1:2016 viene specificato che le prove iniziali di tipo (ITT) e i calcoli, eseguiti in conformità alle relative norme per i serramenti devono provenire da un organismo notificato: trattandosi di prove e calcoli l’organismo notificato è un Laboratorio Prova.
Il Laboratorio Prova deve essere prima abilitato dal Ministero di competenza per i prodotti da costruzione (nel nostro caso serramenti esterni) (che ad oggi è Ministero delle imprese e del Made in Italy).
Per abilitare e rilasciare il N. di notifica al laboratorio prova il Ministero, dal 2021, gli richiede di essere accreditato ACCREDIA: LEGNOLEGNO SC ha la notifica N. 1709 ed è accreditato Accredia col n. 1989.

Ciò premesso è evidente che il valore del calcolo della trasmittanza termica per essere rigoroso e riconosciuto dal mercato in quanto prestazione riportata sui documenti della marcatura CE, deve
essere “controllato” dal Laboratorio Prova Notificato.
A questo punto della lettura potrebbero sorgere delle domande, del tipo:

In che modo viene determinata la trasmittanza termica dei serramenti esterni?

  1. Se il calcolo viene eseguito direttamente dal Laboratorio Prova il serramentista riceverà un rapporto di prova con i valori Ud e Uw controllati dalla Direzione tecnica. I calcoli verranno eseguiti secondo la norma UNI EN ISO 10077-1:2018 utilizzando i valori dei nodi Uf provenienti dalla norma UNI EN ISO 10077-2:2018, i valori del vetro Ug (indicati sulla DoP della vetreria) e delle canaline ψg provenienti da calcoli adeguati secondo norma UNI EN ISO 10077-2:2018.
  2. Se il serramentista esegue i calcoli in autonomia, deve utilizzare un software validato per il calcolo della trasmittanza termica e quindi conforme alla richiesta della norma. Il laboratorio LEGNOLEGNO SC ha messo a disposizione dei serramentisti, fin dal 2010, il software MyCE, oggi nella versione 5.0.

Ad oggi non vi sono altre strade indicate dalla norma affinché il calcolo sia rigoroso e riconosciuto dal mercato secondo quanto indicato dal regolamento della marcatura CE e dal decreto legislativo 106/2017.

Ricordiamo che il valore di trasmittanza termica dei serramenti installati negli edifici deve rispettare i limiti previsti per le varie zone climatiche (ad esempio zona climatica E, Uw, UD ≤ 1.3 W/m2K) per consentire l’ottenimento degli incentivi fiscali da parte degli acquirenti dei serramenti. Per l’ottenimento degli incentivi fiscali è necessario fare la pratica ENEA e, ricordiamo, che vengono effettuati dei controlli a campione.

Con MyCE 5.0 si può fare il calcolo della trasmittanza termica foro per foro?

La risposta è sì, anche se il software è stato studiato per seguire le regole della Marcatura CE e semplificare l’operato di redazione e controllo dei calcoli da parte del serramentista. La norma infatti prevede la trasferibilità dei risultati per tutte le prove ed i calcoli dal serramento campione ai serramenti prodotti per le varie commesse.
A tal fine si invita l’utilizzatore a seguire i criteri di trasferibilità indicati dalla norma di prodotto per tutte le prestazioni incluso il calcolo della trasmittanza sui serramenti campione (finestra e porta finestra).

MyCE 5.0 calcola in modo rigoroso solo la trasmittanza termica o fa altro?

Con MyCE 5.0 il serramentista, dopo aver determinato il valore di trasmittanza termica, realizza tutti i documenti aggiornati (DoP, etichetta CE) necessari per dichiarare le prestazioni (es. permeabilità all’aria, urto da corpo molle, dispositivi di arresto e bloccaggio, potere fonoisolante, forza di manovra, ecc.) e la modulistica per far fronte alle richieste della legislazione vigente in ambito energetico (dichiarazione del fornitore).
Infine, MyCE 5.0 contiene:

  1. le istruzioni di uso e manutenzione dei serramenti esterni e delle chiusure oscuranti;
  2. le schede legate al processo di posa in opera (la chiusura del cantiere, il verbale di fine lavori, ecc.).

Il software MyCE 5.0 si occupa anche delle chiusure oscuranti (persiane, tapparelle)?

In MyCE 5.0 il fabbricante di chiusure oscuranti realizza la DoP e l’etichetta CE aggiornate in conformità alla norma UNI EN 13659:2015.

Sono state riportate le domande più ricorrenti ricevute negli anni: per altre domande o dubbi si può richiedere al Consorzio LegnoLegno un’assistenza e un check up sia sulle prestazioni dei serramenti che sulla Marcatura CE in generale e in particolare sul Controllo di Produzione, FPC, oggetto di verifiche e controlli.

ANTONIO D’ALBO
Direttore Tecnico Laboratorio
Tecnologico LegnoLegno


ELENA LENASSI
Account Commerciale Laboratorio
Tecnologico LegnoLegno




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L’esperta risponde

Come consueto, il Consorzio Legnolegno, desidera offrire la possibilità di chiarimenti, su diverse questioni, per le quali il Serramentista riscontra grande incertezza.

A fronte di ciò, abbiamo pensato di continuare con la rubrica “L’esperta risponde”.


In questo numero della rivista risponderemo ad alcune domande relative alla Verifica della Congruità della spesa.

THANKS TO

1.

Quando deve essere verificata la Congruità della spesa da parte del Serramentista?
Il Serramentista, salvo che per gli interventi soggetti ad Asseverazione, dal 16 Aprile 2022 è SEMPRE tenuto a verificare la Congruità della spesa sia per gli interventi di Ecobonus che per gli interventi di Bonus Casa
Inoltre, è obbligato a rilasciare la Dichiarazione Sostitutiva di Atto Notorio del Fornitore con la quale dichiara:

  • Il rispetto dei Requisiti Tecnici dei prodotti relativi alla fornitura;
  • Il rispetto della Congruità della Spesa secondo il Decreto del MiTE Costi Massimi specifici;

RICORDIAMO!

L’Asseverazione di Congruità, da parte di un Tecnico Abilitato, è obbligatoria se si verificano contemporaneamente le seguenti condizioni:
– Intervento soggetto a Titolo Abilitativo (ad es. Cila, Scia…);
– Intervento soggetto a Cessione del Credito e/o Sconto in Fattura (divieto d’esercizio
dal 17/02/2023);
– Intervento con spese complessive superiore a 10.000,00 € iva compresa;

2.

Con quali strumenti occorre verificata la Congruità della spesa?

Il Decreto MITE del 14 Febbraio 2022, relativo ai Costi Massimi Specifici Agevolabili, definisce che per la Verifica della Congruità dei costi si deve far riferimento all’Allegato A, ossia una tabella in cui sono riportati i costi massimi specifici agevolabili per alcune tipologie di beni.

Nel Decreto del MiTE è stato inoltre specificato che le voci relative ai costi non compresi nell’Allegato A, devono comunque rispettare dei massimali di costo, pertanto dovranno essere verificate mediante un Prezzario.
Ricordiamo quindi che i costi indicati nell’Allegato A sono considerati al netto di:

  • Iva
  • Prestazioni Professionali
  • Opere relative all’installazione (es. ponteggi, piattaforme ecc.): da verificare mediante prezzario
  • Manodopera relativa all’installazione: da verificare mediante prezzario

Di seguito un esempio pratico di come verificare la Congruità della Spesa.

Mettendo a confronto le due tabelle, verrà definito se i costi preventivati dal serramentista risultano congrui rispetto ai massimali di spesa calcolati secondo l’Allegato A.

Pertanto si potranno verificare due situazioni:
1° CASO: gli importi preventivati risultano inferiori rispetto ai massimali di spesa calcolati: Spesa Congrua, ovvero il Beneficiario potrà portare tutta la spesa in Detrazione.
2° CASO: gli importi preventivati risultano superiori rispetto ai massimali di spesa calcolati: Spesa Parzialmente Congrua, ovvero il Beneficiario potrà portare in detrazione solamente la parte della spesa risultata congrua.
(Come nel seguente esempio).

3.

Come devono essere gestite le commesse che non sono totalmente congrue?

Facendo riferimento all’Esempio della Domanda 2, possiamo
notare che viene soddisfatto il 2° Caso, ovvero
l’importo relativo alla Manodopera risulta superiore rispetto
al massimale calcolato.
In questo caso, è necessario procedere come segue:
1) Emissione di 2 Fatture Differenti:

  • Una Fattura relativa all’importo Congruo Detraibile: in questo caso specifico € 2.223,08 (2.100,00 + 123,08)
  • Una Fattura relativa all’importo Non Congruo: in questo caso specifico € 26,92 (2.250,00 – 2.223,08)

2) Rilasciare la Dichiarazione Sostitutiva di Atto di notorietà del Fornitore indicando:

  • Importo totale Massimo Detraibile di fornitura: in questo caso specifico € 2.223,08 (2.100,00 + 123,08)
  • Importo totale di fornitura: in questo caso specifico € 2.250,00 (2.100,00 + 150,00)
  • Importo non detraibile (se presente): in questo caso specifico € 26,92 (2.250,00 -2.223,08)

Concludendo, vi ricordiamo che Legnolegno rimane al fianco dei serramentisti attraverso i servizi di:

ALESSIA FILANCI

Dipartimento Energia
Consorzio LegnoLegno

alessia.filanci@legnolegno.it




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Post 110% Impatto dei Controlli e Contenzioso Fiscale

Il Superbonus 110%, introdotto dal Decreto Rilancio nel 2020, ha rappresentato una delle misure fiscali più significative degli ultimi anni in Italia, incentivando la riqualificazione energetica e sismica degli edifici. Tuttavia, con la conclusione del programma, l’attenzione si è spostata sui controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e sulla gestione del contenzioso fiscale derivante da eventuali irregolarità.
Questo articolo esamina l’impatto di questi controlli e le strategie per gestire il contenzioso fiscale alla luce degli ultimi provvedimenti normativi.

THANKS TO

Meuco Rivista LLN 71

Il Superbonus 110%: Un Breve Riepilogo

Il Superbonus 110% è stato concepito per promuovere interventi di efficientamento energetico e riduzione del rischio sismico, offrendo una detrazione del 110% delle spese sostenute. Gli interventi ammessi includevano l’isolamento termico, la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale e l’installazione di pannelli solari, tra gli altri.


L’Attenzione Post 110%

Con la fine del Superbonus, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli per verificare la legittimità delle detrazioni richieste. Questo ha comportato una serie di verifiche documentali e ispettive per garantire che i benefici fiscali siano stati richiesti correttamente e che non vi siano stati abusi o irregolarità.


Controlli e Verifiche

  1. Verifica Documentale: L’Agenzia delle Entrate esamina la documentazione presentata dai contribuenti, tra cui fatture, ricevute e certificazioni energetiche. È essenziale che tutta la documentazione sia correttamente compilata e conservata.
  2. Sopralluoghi: In alcuni casi, l’Agenzia delle Entrate può effettuare sopralluoghi per verificare la corrispondenza tra i lavori dichiarati e quelli effettivamente eseguiti.

Impatto sui Contribuenti

I controlli intensificati hanno generato una certa preoccupazione tra i contribuenti. Le verifiche possono comportare la sospensione delle agevolazioni e, nei casi più gravi, il recupero delle somme indebitamente detratte, oltre a sanzioni e interessi. Questo ha reso fondamentale per i contribuenti avere una gestione accurata e trasparente della documentazione e dei processi legati al Superbonus.


Gestione del Contenzioso Fiscale

La gestione del contenzioso fiscale diventa cruciale quando i contribuenti si trovano a dover rispondere a contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. La recente normativa ha introdotto diverse novità che influenzano questo processo

Procedura di Accertamento

La procedura di accertamento fiscale inizia con una comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, che può essere seguita da un invito al contraddittorio. Durante questa fase, il contribuente ha la possibilità di fornire chiarimenti e documentazione aggiuntiva.

  • Invito al Contraddittorio: È una fase preliminare in cui il contribuente può discutere le contestazioni con l’Agenzia delle Entrate. È un’opportunità per chiarire eventuali malintesi o errori documentali prima che venga emesso un avviso di accertamento formale.
  • Avviso di Accertamento: Se le spiegazioni fornite non sono sufficienti, l’Agenzia delle Entrate emette un avviso di accertamento, dettagliando le somme dovute e le motivazioni delle contestazioni.

Ricorso e Difesa

In caso di avviso di accertamento, il contribuente può presentare un ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale entro 60 giorni dalla notifica. È importante che il ricorso sia supportato da una solida documentazione e da argomentazioni giuridiche precise.

  • Assistenza Legale e Fiscale: Avvalersi di professionisti esperti in diritto tributario può fare la differenza nella gestione del contenzioso.
    Un buon consulente fiscale può aiutare a costruire una difesa efficace, presentare prove documentali adeguate e argomentare le proprie ragioni in modo convincente.
  • Mediazione Tributaria: Per controversie di valore non superiore a 50.000 euro, è possibile ricorrere alla mediazione tributaria, una procedura che mira a risolvere la disputa in modo consensuale, evitando il contenzioso giudiziario.

Consigli per i Contribuenti

Di fronte ai controlli intensificati e alla possibilità di contenzioso, i contribuenti devono adottare una serie di buone pratiche per ridurre il rischio di sanzioni e contenziosi:

  1. Conservazione della Documentazione: È essenziale conservare tutta la documentazione relativa agli interventi ammessi al Superbonus 110%, inclusi contratti, fatture, ricevute e certificazioni energetiche.
  2. Trasparenza e Accuratezza: Assicurarsi che tutte le informazioni fornite siano accurate e trasparenti. Errori o omissioni possono portare a contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
  3. Consultazione di Professionisti: Avvalersi di consulenti fiscali e legali esperti può aiutare a navigare le complesse normative e a prepararsi adeguatamente per eventuali controlli.
  4. Preparazione per il Contraddittorio: In caso di contestazione, prepararsi adeguatamente per il contraddittorio, raccogliendo tutta la documentazione necessaria e argomentando le proprie ragioni in modo chiaro e preciso.


Conclusione

L’attenzione post Superbonus 110%, con l’intensificazione dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, rappresenta una sfida significativa per i contribuenti italiani. Tuttavia, con una gestione accurata e trasparente della documentazione e con l’adozione di buone pratiche nella gestione fiscale, è possibile ridurre il rischio di contenzioso e affrontare eventuali verifiche in modo efficace.
La recente normativa ha introdotto novità che possono facilitare la gestione del contenzioso fiscale, ma è essenziale che i contribuenti siano ben informati e preparati. L’assistenza di professionisti esperti può fare la differenza nel garantire una difesa adeguata e nel raggiungere una risoluzione favorevole delle dispute fiscali.
In conclusione, l’attenzione post 110% richiede un approccio proattivo e ben organizzato. Le aziende e i contribuenti devono essere pronti ad affrontare i controlli e a gestire il contenzioso fiscale con competenza e determinazione, per assicurarsi che i benefici ottenuti con il Superbonus siano mantenuti e che eventuali controversie siano risolte nel modo più favorevole possibile.

ANDREA BARATTI
Dottore commercialista e revisore contabile presso Studio Baratti.
Consulente in materia contabile e tributaria, collabora con diversi Tribunali assumendo le cariche di Liquidatore Giudiziario nelle procedure concorsuali ed Amministratore Giudiziario e Custode Giudiziario nei procedimenti civili e penali.
Si occupa di consulenza, operazioni straordinarie e due diligence e di organizzazione delle attività di Studio Baratti, oltre che delle attività fiduciarie affidategli dai Tribunali.




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14 Post 110% e insolvenze

Dal Superbonus alle Superinsolvenze

La normativa: crediti d’imposta come nuova forma di moneta

Con il Superbonus 110% i crediti fiscali hanno cambiato funzione.
Da semplice detrazione fiscale sono diventati una vera e propria forma di pagamento delle opere edili (non a caso si parla di “sconto in fattura”). Si tratta però di una moneta rimessa all’andamento del mercato, non solo perché, con la cessione, assume un valore diverso rispetto al reale ammontare delle opere effettivamente svolte, ma anche perché per essere ceduta deve trovare acquirenti.

THANKS TO

Gli effetti sul settore edile: il trasferimento degli oneri finanziari sulle imprese appaltatrici

Attraverso lo sconto in fattura, tali crediti sono stati in larga parte ceduti alle imprese appaltatrici. Da un lato, i committenti hanno potuto beneficiare dei lavori con un impatto finanziario modesto se non nullo; dall’altro, gli appaltatori si sono fatti carico della componente finanziaria delle opere, facendo fede alla ragionevole aspettativa di riuscire a cedere i crediti d’imposta.
In questi casi, anche se ci si trova innanzi ad aziende con adeguata redditività e patrimonializzazione, sino all’avvenuta cessione si crea una situazione per cui ai crediti fiscali corrispondono, specularmente,
debiti, soprattutto verso i fornitori, ai quali è possibile far fronte solo se si dispone di sufficiente liquidità.
Non a caso, negli ultimi anni le sorti dell’edilizia sembravano dipendere dallo “sblocco” dei crediti fiscali.


Il passo indietro del Legislatore: il blocco dei crediti fiscali

Sennonché, è avvenuto proprio il contrario. Vuoi per la normativa che si è succeduta, la quale ha ristretto sempre più le maglie per la cessione; vuoi perché la prospettiva dello sconto in fattura è stata, almeno sulla carta, così allettante da determinare un eccesso di richieste che ha in breve saturato il mercato.
Dal blocco dei crediti fiscali si è così arrivati al blocco dei cantieri.


Lo scenario attuale e futuro: contenziosi in arrivo e ritorno delle insolvenze?

Il fermo dei lavori, specie in assenza di idonee clausole contrattuali, ha già avuto come effetto quello di alimentare i contenziosi tra committenti e imprese appaltatrici per inadempimento contrattuale di queste ultime.

Danno per perdita di chance

Le prime sentenze, laddove i lavori non siano iniziati o terminati tempestivamente per fatto imputabile all’appaltatore, stabiliscono che questi debba risarcire ai committenti il danno consistente nella differenza tra il risparmio fiscale astrattamente usufruibile godendo del superbonus al 110% e il minore risparmio fiscale usufruibile godendo del bonus ristrutturazioni. Il committente può poi sempre decidere se insistere per l’adempimento o chiedere la risoluzione del contratto, fermo il diritto al risarcimento del danno.

A compimento di questo quadro si aggiungono altri due fattori:
a. la costituzione di imprese create ad hoc per il 110%, spesso scarsamente patrimonializzate e incapaci di pagare i propri fornitori o subappaltatori;
b. la presenza di contratti spesso carenti quanto alla disciplina del mancato o solo ridotto godimento dei benefici fiscali, o viceversa che prevedono penali esorbitanti in caso di ritardo dell’appaltatore.
Considerata pure la situazione economica contingente, siamo innanzi alla tempesta perfetta per una dirompente ripresa degli insoluti.

Come tutelarsi?

1.

La prima cosa da fare è quella di prevenire gli insoluti

Il principale strumento è rappresentato dal contratto che, laddove sottoscritto o anche espressamente accettato via mail, ha forza di legge tra le parti.
Sarà doveroso effettuare una checklist dei propri modelli contrattuali e assicurarsi che:
1) il prezzo sia indicato precisamente, non solo per la fornitura principale ma anche per tutte le varianti, inserendo pure clausole di revisione dei prezzi legate, ad esempio, all’aumento delle materie prime;
2) il pagamento avvenga tramite più acconti, di cui il primo, sostanziale, alla conferma d’ordine;
3) siano indicati chiaramente modalità e termini di pagamento;
4) sia previsto il diritto di sospensione della fornitura in caso di mancato incasso;
5) vi siano clausole di accettazione automatica dell’opera decorso un determinato numero di giorni dalla fornitura, onde evitare contestazioni pretestuose volte appunto a ritardare i pagamenti.

ATTENZIONE!

Il contratto, per il diritto, è sinonimo di “accordo” nel linguaggio comune, da intendersi come incontro tra proposta/accettazione. Vale a dire che occorre poter dimostrare l’accettazione della proposta.
Un modello contrattuale di 30 pagine, privo di accettazione del committente, a nulla vale. Un preventivo – posto che il codice civile nemmeno conosce il termine “preventivo” – dotato degli elementi essenziali come il prezzo e l’oggetto della fornitura, se accettato dal committente, è un contratto in piena regola, seppur limitatamente ai soli aspetti che disciplina.
La forma scritta non è strettamente necessaria per la validità del contratto, ma consente di darne prova. Questo anche al fine di ottenere un decreto ingiuntivo in caso di mancato pagamento. Oltre alla sottoscrizione fisica, ancor più certo è lo scambio di PEC (meglio: l’accettazione del committente ricevuta via pec) o la sottoscrizione digitale; anche lo scambio di semplici mail è di fatto assimilato alla prova scritta, mentre qualche problema in più è dato dagli sms o dagli scambi tramite applicazioni di messaggistica, che si consiglia di evitare.

2.

Analisi dei clienti

(da effettuarsi prima della stipulazione del contratto, non al verificarsi dell’insoluto)

Un’altra tutela per prevenire gli insoluti è l’analisi dei potenziali
clienti. L’avvalersi di professionisti è senz’altro la
cosa migliore, ma molto può essere fatto direttamente
dall’Azienda.
Essenziale è la valutazione della natura giuridica del
cliente.
Ai sensi dell’art. 2740 del codice civile, il debitore
risponde delle proprie obbligazioni con tutti i suoi beni
presenti e futuri.
Ma i clienti, in punto di diritto, sono tutti uguali?
Il discorso sarebbe molto articolato. In linea di massima
approssimazione, il committente:

  • se è un privato, risponderà con tutto il suo patrimonio, a partire dall’immobile oggetto di intervento e da eventuali conti correnti, passando per la propria auto o il 1/5 dello stipendio, sino alla propria pensione o eredità quali beni futuri;
  • se è una impresa individuale o una società di persone (ad es.: s.n.c.) risponderà sia con il patrimonio dell’azienda
  • a partire dai “beni futuri” rappresentati dai crediti nei confronti dei propri clienti – sia in proprio come socio/persona fisica;
  • se è una società di capitali (ad es.: s.r.l. o s.p.a.) a rispondere sarà soltanto la società con il relativo patrimonio, non quello dei soci né degli amministratori.

Occorrerà pertanto sincerarsi che tale società sia patrimonializzata e tener conto che se dovesse cessare o fallire non ci si potrà rivalere sui patrimoni dei soci. Naturalmente, è necessario che, dei beni, vi siano. Con delle semplici visure, al costo di poche decine di euro, tramite il codice fiscale del committente è possibile appurare la presenza di immobili, eventuali ipoteche o gravami sugli stessi, nonché visionare i bilanci delle società di capitali.

Al di là di queste nozioni, un importante “stress test”, che a nostra volta operiamo anche con i nostri clienti, è quello di prevedere nei contratti degli acconti il più possibile sostanziosi. Il saldo immediato di un acconto importante è, ad un tempo, l’indice fondamentale per testare la solidità di un cliente e il miglior modo per limitare la portata degli insoluti.

Tutto questo conviene farlo prima di effettuare una fornitura. Appurare che il cliente non è solvibile a riba respinta sarebbe soltanto un’amara sorpresa.

3.

Efficiente gestione del credito

Prima dell’intervento del legale, l’Azienda può (e deve) fare molto.
Anzitutto, un imperativo è quello di agire con tempestività e fermezza. Il che non significa inseguire il debitore con una serie infinita di telefonate.
Vero è che i crediti commerciali si prescrivono in 10 anni, ma l’ordinamento richiede la certezza della ricezione del sollecito. Al bando, quindi, telefonate e solleciti via sms. La richiesta di pagamento, per avere valenza giuridica, deve essere effettuata tramite una diffida scritta e inviata via raccomandata A/R o PEC (la cui ricevuta di consegna ha il medesimo valore della raccomandata A/R), che si consiglia però sempre di anticipare tramite semplici mail.

La diffida deve contenere:
– l’indicazione precisa del credito;
– l’indicazione del contratto di riferimento nonché delle fatture emesse;
– il termine entro il quale adempiere (solitamente 7 giorni);
-l’avvertimento che, in mancanza di saldo, si darà affiderà la pratica al legale per il recupero coattivo;
null’altro.

Sarà bene che la diffida sia sintetica.
E’ difatti importante astenersi per quanto possibile dall’intessere corrispondenza scritta con il debitore, specie in presenza di contestazioni pretestuose.
Ricordiamoci che quanto si scrive non potrà essere usato a proprio favore in tribunale poiché proviene dalla medesima parte che ne vuole beneficiare; viceversa, tutto quanto il serramentista metterà per iscritto, anche via mail, potrà essere usato contro di lui.
Il modo migliore per far perdere il sonno ai propri avvocati è quello di presentarsi con prolissi scambi di mail o interminabili sms nei quali si entra nel merito di contestazioni, concessioni di dilazioni di pagamento che impediscono al creditore di agire nell’immediato, ridondanti spiegazioni. Tutto materiale che potrà esclusivamente essere usato contro di noi.
Da questo principio deriva però, specularmente, l’importanza di ottenere riconoscimenti scritti del debito.

(attenzione: anche una semplice richiesta di dilazione del
pagamento o una ammissione di non avere, al momento,
denari, è un chiaro riconoscimento dell’insoluto, nella
misura in cui lo presuppone, come tale valevole in
tribunale).

Si comprenderà ora perché anticipare via semplice mail ogni diffida di pagamento non è soltanto una questione di garbo, ma è il modo migliore per stimolare un’ammissione del debito, magari attraverso una richiesta di dilazione del pagamento.

Perché è importante ottenere un riconoscimento scritto del debito, anche nelle forme di una semplice richiesta di dilazione di pagamento effettuata via mail?
Il riconoscimento del debito fatto per iscritto dal cliente inadempiente consente, nella maggior parte dei casi, di ottenere un’ingiunzione di pagamento munita della provvisoria esecuzione. Ciò significa che, ottenuto il decreto ingiuntivo dal tribunale, si potrà procedere subito alla fase esecutiva, mettendo quindi il debitore nelle condizioni di subire, entro solitamente dieci giorni e, comunque, in un brevissimo lasso temporale, un pignoramento e procedure espropriative.

Gestire in maniera efficiente il credito significa pertanto da un lato risparmiare tempi e spese legali; dall’altro spianare la strada ai propri avvocati per un recupero più rapido, meno dispendioso e con minori rischi.
Proprio la rapidità di azione, in tempi difficili, rappresenta il vero discrimine tra il concreto recupero di quanto dovuto e l’iscrizione di una perdita in bilancio.

AVV. SIMONE FRANZONI
Studio Legale Associato Franzoni Dittamo
già Professore a contratto di Diritto delle
Comunicazioni – Dipartimento di Giurisprudenza
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia




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Guida pratica al successo

Strategia d’Impresa: Sostenere lo Sviluppo a Medio Termine.

L’importanza della definizione di un piano strategico per le imprese nel Settore Serramenti

Nel contesto dinamico e turbolento dell’attività aziendale, la pianificazione strategica è spesso trascurata a favore di attività operative quotidiane ed immediate.

Nel Settore dei Serramenti dove l’innovazione e la competizione sono all’ordine del giorno, le imprese devono affrontare sfide sempre più complesse per rimanere concorrenziali.

THANKS TO

La definizione di una strategia d’impresa solida, con obiettivi operativi a medio termine ben definiti, diventa pertanto essenziale per garantire la crescita sostenibile e la competitività nel lungo termine di queste aziende.
In questo articolo, esploreremo l’importanza della strategia d’impresa per le imprese nel Settore dei Serramenti, mettendo in luce i dettagli del Piano Operativo e le varie fasi del progetto, e come queste pratiche strategiche possono contribuire al successo delle aziende di dimensioni ridotte.



L’importanza delle Strategie a Medio Termine

  • Visione a Lungo Termine
    Le aziende spesso operano in un ambiente altamente competitivo e volatile. La definizione di strategie a medio termine non deve essere intesa come un progetto al di fuori della loro portata e troppo impegnativo per la loro dimensione: al contrario, consente loro di guardare oltre le sfide quotidiane e di sviluppare una visione a lungo termine.
    Questa visione aiuta a:
    • Stabilire Obiettivi Chiari: le strategie a medio termine guidano la definizione di obiettivi specifici e misurabili. Ad esempio, un’azienda di serramenti potrebbe mirare a incrementare le vendite del 20%
      entro i prossimi due anni.
    • Allineare le Risorse: la pianificazione strategica consente di allocare in modo efficiente ed efficace tutte le risorse aziendali, come il personale, le disponibilità finanziarie e il tempo, potendosi concentrare su ciò che conta davvero per il loro successo.
  • Adattamento al Mercato
    Le condizioni di mercato cambiano speditamente. Le strategie a medio termine consentono alle aziende di:
    • Monitorare le Tendenze: Analizzare costantemente il mercato e adattarsi o, meglio, anticipare le nuove tendenze è essenziale.
      Ad esempio, l’adozione di tecnologie digitali per la promozione dei nuovi prodotti potrebbe essere una strategia a medio termine per un’azienda di serramenti.
    • Capitalizzare le Opportunità Emergenti: Le aziende agili possono reagire prontamente ai cambiamenti, catturando e capitalizzando le opportunità emergenti. Ad esempio, lo sviluppo in nuovi mercati geografici potrebbe essere una strategia a medio termine.
    • Espansione in Nuovi Mercati: Le aziende, per la loro ridotta dimensione e la carenza di risorse, faticano a pensare di potersi avvicinare ai mercati internazionali dove si evidenziano maggiori opportunità: ma è proprio così impossibile? Sono veramente mercati inavvicinabili?

Obiettivi Operativi per lo Sviluppo

  • Diversificazione del Portafoglio
    Le aziende di serramenti per mantenersi competitive devono diversificare il loro portafoglio di prodotti e servizi.
    Alcuni esempi di strategie operative includono:
    • Nuovi Materiali: Investire nella ricerca e nello sviluppo di materiali sostenibili per finestre, porte ed altre produzioni. Questo può migliorare la qualità dei prodotti e attirare nuovi clienti.
    • Servizi Aggiuntivi: Offrire servizi di installazione, manutenzione o consulenza personalizzati. Questo può creare fonti di reddito aggiuntive e fidelizzare la clientela.
  • Efficienza Operativa
    L’ottimizzazione dei processi operativi è cruciale per le aziende. Alcune strategie operative includono:
    • Gestione degli Stock: Ottimizzare gli stock di materiali e prodotti finiti per ridurre gli sprechi e migliorare la redditività.
    • Automazione: Investire in tecnologie che automatizzano processi ripetitivi, come la gestione dei preventivi, degli ordini, delle commesse o la fatturazione.
  • Marketing Mirato
    Le strategie di marketing e comunicazione mirate possono aiutare le aziende a raggiungere il loro pubblico di riferimento.
    Alcune attività realizzabili includono:
    • Digital Marketing: Utilizzare il marketing digitale per raggiungere specifici segmenti di clientela interessati ai serramenti. Ad esempio, campagne mirate su piattaforme social o annunci Google.
    • Collaborazioni Locali: Collaborare con altre aziende locali per promuovere i prodotti. Ad esempio, una partnership con studi di architettura o rivenditori di mobili.

Da dove partire: Il Piano Operativo

Dopo aver definito gli obiettivi operativi a medio termine, l’attività successiva riguarda la progettazione e la stesura di un Piano Operativo, che dovrà guidare l’imprenditore verso la crescita sostenibile, attraverso il monitoraggio ed il raggiungimento degli obiettivi stabiliti.
Lo sviluppo del progetto si articola in attività precise, ben definite e sequenziali, sviluppate attraverso un programma dettagliato, che evidenzia le opportunità da cogliere ed i rischi di una mancata implementazione.
Vediamo quale può essere un crono-programma efficace:


Fase 1: Analisi del Contesto di Mercato: il fondamento della strategia.
La prima fase fondamentale per lo sviluppo di una strategia d’impresa vincente è l’analisi approfondita del contesto di mercato:
a. Condurre ricerche di mercato studiate a fondo, per capire i comportamenti degli acquirenti.
b. Comprenderne a fondo ed anticipare le tendenze, le esigenze dei clienti e la concorrenza.
c. Analizzare le strategie dei concorrenti per sviluppare una propria strategia efficace che risponda alle esigenze del settore e alle aspettative dei clienti.


I COSTI DEL NON FARE
✔ Senza una strategia chiara e definita, si rischia di essere sopraffatti
dalla concorrenza e di perdere quote di mercato.
✔ Senza una comprensione precisa del contesto di mercato, le decisioni
aziendali possono essere prese sulla base di informazioni poco
approfondite e inefficaci, portando di conseguenza a intraprendere
investimenti sbagliati e a subire pesanti perdite finanziarie.


Fase 2: Definizione degli Obiettivi Operativi a Medio Termine.
Una volta completata l’analisi del contesto di mercato, occorre stabilire obiettivi operativi chiari e misurabili a medio termine:
a. Questi obiettivi devono essere in linea con la visione e la missione dell’azienda.
b. Devono cogliere le opportunità e le sfide identificate durante l’analisi del mercato.
c. Possono includere il miglioramento della qualità del prodotto, l’espansione del mercato, la riduzione dei costi operativi o l’ottimizzazione dei processi aziendali.
d. Devono risultare realistici, raggiungibili, misurabili e in grado di guidare le azioni dell’azienda nel breve e medio termine.

I COSTI DEL NON FARE
✔ Senza obiettivi chiari, le aziende rischiano di rimanere stagnanti o di non sfruttare appieno le opportunità di crescita.
✔ Inoltre, senza obiettivi operativi ben definiti, le aziende sono costrette a lottare quotidianamente per mantenere il focus e la coerenza nelle proprie attività, compromettendo ulteriormente non solo le loro chance di successo ma soprattutto la loro sopravvivenza.


Fase 3: Sviluppo del Piano Operativo: dettagli e implementazione.
Una volta definiti gli obiettivi operativi, è necessario sviluppare un piano operativo dettagliato che delinei le azioni specifiche necessarie per raggiungere tali obiettivi:
a. Includere una serie di attività ben definite e dettagliate.
b. Assegnare responsabilità chiare e stabilire tempi e risorse necessarie per l’implementazione dello stesso. c. Ad esempio, se l’obiettivo è quello di migliorare la qualità del prodotto, il piano operativo deve prevedere l’implementazione di nuovi processi di controllo qualità, la formazione del personale e l’adozione di tecnologie innovative.
d.
Definire le attività specifiche da svolgere per la ricerca e l’ottenimento di contributi, quale occasione per reperire risorse finanziarie aggiuntive da utilizzare per il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Questo può includere:

  • Identificare i bandi e gli incentivi a livello regionale, nazionale o europeo più adatti alle esigenze dell’azienda.
  • Preparare la documentazione necessaria per la presentazione delle domande.
  • Gestire le relazioni con gli enti erogatori dei contributi.
  • Accedere ad Incentivi fiscali dedicati a specifici investimenti o attività.
  • Aderire a Programmi di sostegno offerti da camere di commercio, associazioni di categoria o incubatori di impresa.
  • Ottenere un finanziamento a fondo perduto per l’implementazione di un nuovo progetto di ricerca e sviluppo.
  • Accedere a un credito agevolato per l’acquisto di nuovi macchinari o tecnologie.

e. La definizione di un piano dettagliato con attività, tempi e responsabili permette di attuare una strategia efficace per il reperimento di risorse finanziarie esterne.

I COSTI DEL NON FARE
✔ Senza un piano operativo dettagliato e ben strutturato, si rischia di non tradurre efficacemente la strategia in azioni concrete e misurabili.
✔ Un piano operativo insufficiente può portare a una cattiva allocazione delle risorse, a ritardi nell’implementazione e a una mancanza di coordinamento tra le varie funzioni aziendali.
✔ Questo si traduce in inefficienze operative, ritardi nei progetti e, alla fine, danni alla reputazione e alla redditività dell’azienda.


Fase 4: Monitoraggio e Valutazione dei Risultati.

Una volta avviata l’implementazione del piano operativo, è essenziale monitorare costantemente i progressi e valutare i risultati ottenuti:
a. Definizione ed il monitoraggio di particolari indicatori prestabiliti e controllati nel corso del progetto, chiamati KPI (Key Performance Indicators).
b. Analisi dei dati ottenuti.
c. Identificare tempestivamente eventuali deviazioni dal piano e apportare eventuali correzioni di rotta necessarie.
d. Valutazione dei risultati per stabilire l’efficacia delle strategie adottate e apportare eventuali miglioramenti per il futuro.


I COSTI DEL NON FARE
✔ Senza un monitoraggio costante dei progressi e una valutazione regolare dei risultati, le aziende rischiano di non riconoscere tempestivamente le sfide emergenti o di non capitalizzare le opportunità di crescita.
✔ Senza dati concreti e misurabili, le decisioni aziendali saranno basate su intuizioni anziché su evidenze reali, aumentando il rischio di errori strategici.
✔ Senza un sistema di monitoraggio e valutazione efficace, si rischia di perdere di vista gli obiettivi e non essere in grado di apportare le correzioni necessarie per rimanere competitive nel mercato dei serramenti.


Le risorse da coinvolgere

Una volta definito il Piano Operativo, è necessario definire le risorse da coinvolgere, assegnando loro ruoli e responsabilità.

■ Risorse interne:

  • essenziali per definire la visione e la direzione da seguire; coinvolgimento del personale aziendale chiave in tutte le fasi della pianificazione e della realizzazione del progetto;
  • investire nella formazione continua per migliorare le competenze del team.

■ Esperti esterni:

  • Consulenti di strategia esperti per poter avere una visione esterna ed imparziale;
  • Analisti di mercato per elaborare approfondite dinamiche di settore;
  • Utilizzo delle tecnologie avanzate per ottimizzare processi e migliorare prodotti.

Qualche esempio di obiettivi e azioni concrete:

Incrementare le vendite del 15% entro 2 anni:

  • Ampliare la gamma di prodotti e servizi offerti, introducendo nuove soluzioni innovative e rispondenti alle esigenze del mercato.
  • Espandere la presenza su nuovi mercati geografici, sia a livello nazionale che internazionale.
  • Migliorare le strategie di marketing e comunicazione, investendo in campagne mirate e utilizzando i canali digitali in modo efficace.

Ridurre i costi di produzione del 10% entro 1 anno:

  • Ottimizzare i processi produttivi, identificando inefficienze e implementando soluzioni per ridurre gli sprechi e i tempi di lavorazione.
  • Investire in nuove tecnologie e macchinari che permettano di aumentare la produttività e ridurre i costi di produzione.
  • Negoziare accordi più vantaggiosi con i fornitori, sfruttando il potere contrattuale e la capacità di acquisto.

Migliorare la soddisfazione dei clienti del 20% entro 6 mesi:

  • Migliorare la soddisfazione dei clienti del 20% entro 6 mesi:
  • Offrire un servizio clienti eccellente, garantendo risposte rapide, tempestive e soluzioni efficaci alle richieste e ai problemi dei clienti.
  • Raccogliere e analizzare i feedback dei clienti attraverso sondaggi, interviste e recensioni online.
  • Implementare azioni di miglioramento continuo, basandosi sui feedback dei clienti e sui dati raccolti.

Considerazioni aggiuntive

La ricerca di contributi a sostegno dello sviluppo d’impresa è un’attività complessa che richiede competenze specifiche e conoscenze approfondite del panorama dei finanziamenti disponibili.
Per questo motivo, può essere utile avvalersi della collaborazione di esperti esterni, come consulenti o professionisti specializzati in materia di finanziamenti alle imprese.
È fondamentale ricordare che i contributi pubblici non sono un’elargizione gratuita, ma sono soggetti a specifici requisiti e condizioni che devono essere attentamente valutati prima di presentare qualsiasi
domanda.

L’inserimento del tema relativo alla ricerca di contributi a sostegno dello sviluppo d’impresa all’interno del Piano Operativo permette di definire una strategia strutturata e organizzata per il reperimento di risorse finanziarie addizionali esterne.
Tuttavia, è importante sottolineare che la ricerca di contributi è solo uno degli elementi che compongono una strategia di sviluppo aziendale efficace. Per avere successo, è necessario combinare questa attività con altre strategie di marketing, produzione e innovazione, in modo da creare un piano completo e coerente che guidi l’azienda verso il raggiungimento dei suoi obiettivi a medio termine.
Il tuo percorso verso il successo In sintesi, la definizione di strategie a medio termine e l’implementazione di obiettivi operativi sono elementi essenziali per il successo delle aziende nel Settore Serramenti.
È necessario definire un piano operativo dettagliato, che comprenda tutte le fasi del progetto e metta in luce l’importanza strategica di ciascuna di esse, per indirizzare l’azienda verso il successo e la sostenibilità nel lungo termine.
La chiave per mantenere la competitività e guidare la crescita aziendale nel lungo periodo è quella di investire tempo e risorse nella definizione e nell’implementazione di una strategia d’impresa solida.
Investire in un piano strategico non è solo una scelta, è una necessità per chi vuole non solo sopravvivere ma prosperare nel settore dei serramenti.
Con il giusto impegno interno e il supporto esterno, il piano non solo sarà realizzabile, ma sarà anche la chiave per il successo a lungo termine.

Ricorda che questo è solo un punto di partenza. La strategia d’impresa deve essere personalizzata e adattata alle esigenze specifiche, al contesto di mercato e agli obiettivi aziendali.
Non esitate a modificare, integrare e personalizzare questa guida per creare un piano d’impresa che rifletta la visione e la ambizione dell’azienda proiettate nel futuro

DR. ROBERTO BOTTANI
Business Export Manager Internazionalizzazione e Sviluppo d’Impresa
Partner di CNA Lombardia Partner di CNA Bergamo



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