BREEAM e la Garderie: il doposcuola della Commissione Europea primato italiano
Eleonora Sablone
Ingegnere edile attiva nel settore della progettazione integrata e sostenibile
Tra qualche giorno mi troverò di fronte a sessanta studenti del primo anno di Architettura della Università D’Annunzio, spiegando loro cosa sono i materiali sostenibili.
In assoluta onestà aprirò il workshop con una doccia fredda: non ci sono materiali sostenibili a priori ma solo progetti sostenibili. La mia fortuna è che questi ragazzi sono già introdotti ad un pensiero sistemico ed olistico dell’architettura grazie all’entusiasmo con cui il Prof. Antonio Basti riesce a rendere accessibili per loro concetti complessi come il Life Cycle Assessment.
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In tre ore e mezza di workshop, però, vorrei accompagnarli nella costruzione di una sintetica mappa mentale – da accrescere in futuro con lo studio e con la pratica professionale – che li guidi nella progettazione di interventi effettivamente sostenibili.
Non mi dispiacerebbe chiudere l’intervento con un “SI PUO’ FARE!” con occhio sgranato come Gene Wilder, ma dubito che questa platea ventenne coglierebbe la citazione di Franckestein Junior.
Resta il fatto che non solo si può fare ma è già stato fatto in numerosi interventi, da ultimo nel caso del “Building 12P” del JRC (Joint Research Centre) della Commissione Europea a Ispra in provincia di Varese.
Il progetto in questione, pensato per il doposcuola dei figli dei dipendenti del JRC, ha ottenuto il 7 Marzo 2023 il Certificato BREEAM di Interim Design con rating EXCELLENT.
Di fatto, la Garderie rappresenta un primato: in Italia è il primo progetto certificato BREEAM nella tipologia “EDUCATION” ed ha il secondo più alto punteggio, quello di 83.1%, mai raggiunto sul territorio nazionale.
Rimando ai box per i dettagli della certificazione, del progetto e del team e, con le parole dell’Ing. Livio Radini, vi conduco al focus di questa riflessione:
“È stata una esperienza molto importante per il nostro gruppo di lavoro che ci ha fatto apprezzare una nuova modalità di progettazione. Ringrazio tutti i progettisti che hanno partecipato, in particolare il BREEAM AP Ing. Eleonora Sablone e il Project Team Manager Arch. Eftychia Moskachlaidi. A partire dalle richieste del Centro JRC di Ispra per la progettazione della Nuova Garderie, seguire il protocollo BREEAM ha portato ad una progettazione di alta qualità, alla realizzazione di ambienti molto confortevoli sia per i futuri utenti che per la gestione della manutenzione dell’edificio oltre ad essere un progetto sostenibile da tutti i punti di vista e con particolare attenzione all’ambiente”.
Nella sostanza, il protocollo BREEAM ha rappresentato una metodologia applicativa a supporto dei tecnici e della Committenza nel dare un peso ambientale, sociale ed economico ad ogni scelta progettuale, di fatto obbligando ad una integrazione costante e iterativa tutti i responsabili delle diverse discipline (architettura, strutture, impianti, acustica, ecologia, ecc.) con anche i referenti della gestione manutentiva e della conduzione operativa (responsabili scolastici, della mensa, dei servizi accessori e di trasporto).
È infatti la cooperazione dei diversi stakeholder e la capacità di gestire il progetto in termini di Life Cycle Cost e Life Cycle Assessment, tramite anche il BREEAM, ciò che ha maggiormente colpito la Project Manager Eftychia Moskachlaidi:
“I servizi della Commissione Europea, e in particolare il JRC, rispettano lo schema EMAS. In questo contesto, anche i progetti di nuovi edifici ad ampia scala, sono sviluppati con il protocollo BREEAM. Il progetto si allinea anche con il Nuovo Bauhaus Europeo, iniziativa varata nel 2020 dalla stessa Commissione, per contribuire alla realizzazione del Green Deal europeo, che combina i valori di sostenibilità, accessibilità ed estetica. Il contributo dei futuri utenti (corpo docente della Garderie) e le procedure già in essere dei diversi servizi interni di gestione del Sito di Ispra (manutenzione, gestione impianti, verde, sicurezza e rifiuti) è stato fondamentale, in quanto ci ha permesso di ottenere risultati oltre i nostri obiettivi iniziali su diverse categorie e raggiungere il massimo dei crediti previsti per la sezione Management del protocollo BREEAM.
Questa metodologia, sebbene impegnativa, si dimostra ricompensante portandoci verso costruzioni sempre più sostenibili”.
Tramite alcune best practice proprie del protocollo, sono stati applicati i macro concetti della sostenibilità sia alle scelte dei materiali che al design ed alla programmazione del cantiere.
Da una parte, infatti, si è definito un Sustainable Procurement Plan ovvero una selezione sostenibile dei materiali, incentrata sui concetti basilari della triple bottom line ovvero Planet, People e Profit.
La selezione per tanto è avvenuta ponendo attenzione
- agli aspetti ambientali in termini di uso delle risorse ed economia circolare (materiali ad alto contenuto di riciclato, con performance di durabilità superiori), in termini di responsabilità del produttore (materiali derivanti da processi certificati EMAS, ISO 14001, FSC, PEFC, CSC, etc) ed anche in termini di impatti e trasparenza (EPD, C2C, etc);
- agli aspetti sociali in riferimento agli effetti sulla sicurezza in fase di posa ma anche in riferimento alla salubrità e sicurezza nel tempo, ovvero vietando le sostanze pericolose e imponendo materiali con bassa emissività VOC e trasparenza degli ingredienti certificata;
- ed infine anche alle ricadute economiche in termini di durabilità, manutentabilità e garanzie.
Come anticipato, un progetto, se pur costituito di soli materiali a basso impatto ambientale, salubri e durevoli, non può dirsi sostenibile a meno che anche il design non sia stato sviluppato sui medesimi concetti e con il supporto di analisi iterative di Life Cycle Costing (LCC) e Life Cycle Assessment (LCA).
Gli impatti ambientali dell’opera sono stati ridotti al minimo a partire dalla progettazione funzionale degli spazi, quindi in fase di concept, quando l’Architetto ha indagato il quadro esigenziale insieme al corpo docente della Garderie. In piena conformità ad alcuni criteri del protocollo BREEAM, il piano terra, e l’insieme di tutte le funzioni che lo compongono, ruota intorno a due concetti di permeabilità degli spazi, che si concretizza nella facilità di raggiungere ogni ambiente, e di flessibilità degli stessi, che si manifesta nella possibilità di generare una grande agorà intorno alla chiostra interna grazie alla movimentazione di pareti mobili impacchettabili tra la sala lettura ed il laboratorio di teatro.
Inoltre, le aule di piano sono separate a blocchi di due con pareti mobili in modo da poterle unire secondo le necessità didattiche.
Infine, il grande open space, connettivo dell’interno piano, potrà essere utilizzato sia per le attività ludiche dei bambini che come mensa.
Quanto sopra ha garantito un gran risparmio di superficie costruita e quindi di impatti ambientali ed economici associati, assicurando comunque tutte le funzioni richieste dalla utenza.
Lo sforzo progettuale è andato oltre la fase di concept e, nel definitivo e nell’esecutivo, sono state indagate diverse soluzioni costruttive e tecnologiche sia in termini di carbon footprint che di costi di costruzione, gestione e manutenzione.
Il team ha abbracciato i temi della economia circolare, della riduzione del consumo di risorse, andando a garantire scelte finali valutate anche in termini di “material efficiency” ed di disassemblabilità.
Gli spazi, se pur pensati per la totale flessibilità, garantiscono il massimo grado di qualità ambientale interna, partendo certamente dagli aspetti di “view out” ovvero di connessione visiva con l’esterno, di illuminamento naturale, di acustica. Per questa ragione, le aule si affacciano principalmente sul lato sud-ovest dove, pur garantendo ai bambini un affaccio sulla distesa di verde prospiciente, l’irraggiamento solare soprattutto estivo può essere mitigato facilmente con elementi frangisole orizzontali.
Anche le soluzioni impiantistiche hanno seguito la medesima logica. L’Ing. Andrea Piazzini, infatti, afferma: “Per la prima volta mi sono approcciato come progettista al protocollo di certificazione BREEAM, un’esperienza che posso giudicare estremamente positiva.
Il mercato italiano è ancora scarsamente abituato al monitoraggio delle prestazioni globali dell’edificio; prestazioni che non devono riguardare strettamente i consumi energetici ma anche tutto l’approccio di gestione dell’energia, la salute e benessere, i trasporti, l’uso dei materiali, del suolo, la gestione dei rifiuti, la manutenzione, ecc. Un edificio certificato BREEAM risulta sicuramente più economico nella gestione rispetto a quelli non certificati. La certificazione BREEAM consente non solo un risparmio energetico, ma anche un approccio alla sostenibilità ambientale a 360°, una garanzia di benessere delle persone e della conservazione delle risorse naturali”.
Nella fattispecie, l’edificio è dotato di sistemi che oltre la massima efficienza ed una importante produzione di energia da fonti rinnovabili tramite fotovoltaico, permettono la massima flessibilità e di fatto sono pronti anche gli effetti a lungo termine del cambiamento climatico e dell’innalzamento delle temperature di cui saremo testimoni, nostro malgrado, nei prossimi decenni.
La climatizzazione invernale è gestita tramite sistema radiante a pavimento alimentato da pompa di calore idronica, realizzato con collettori di distribuzione ognuno dei quali dotato di testina termostatiche per la regolazione ambiente per ambiente.
La climatizzazione nel periodo estivo sarà assicurata da un sistema ad espansione diretta, a volume di refrigerante variabile a recupero di calore. Il VRV sarà dotato di circuito secondario idronico con modulo intermedio ad alta temperatura gas/acqua, che permetterà di avere a disposizione acqua tecnica ad alta temperatura utile per la produzione di acqua calda sanitaria e per le batterie di post riscaldamento delle due centrali di trattamento aria.
I due impianti sono pensati come back-up l’uno dell’altro. In caso di blocco o mal funzionamento della pompa di calore, oppure in caso di esigenze estreme, è prevista sia la possibilità di utilizzare il circuito idronico del VRV per produrre acqua calda per il radiante, sia la possibilità di utilizzare direttamente il sistema VRV come impianto di riscaldamento.
In estate, invece, qualora sia fermo il sistema VRV o in aggiunta ad esso in caso di ondate di calore anomale, potrà essere utilizzata la pompa di calore tramite il radiante per effettuare un raffrescamento degli ambienti, con controllo di umidità attribuito alle centrali di trattamento aria.
Tale soluzione, studiata da tutto il team di lavoro anche in termini di ricadute economiche, garantisce il massimo comfort anche in situazioni estreme. Sottolinea l’ing. Paolo Sarti che “ il BREEAM è uno strumento che favorisce il confronto fra i progettisti per l’individuazione della miglior scelta costi-benefici da prendere nei diversi aspetti che richiede una corretta progettazione”.
Torno di nuovo a pensare agli studenti che incontrerò a giorni e a come potrò spiegare loro che il mercato dell’edilizia ha bisogno non solo di soluzioni, strategie e materiali innovativi ma anche di grande trasparenza. La sfida climatica che ci troviamo ad affrontare è tale da obbligare tutti gli stakeholder a fornire evidenza dell’impegno e dell’efficacia delle soluzioni che vengono proposte con lucidità, semplicità e con dati quantitativi certificati.
Ed è sul tema della trasparenza, della “assurance” anche di parte terza, della quantificazione tramite metodologie strutturate internazionali che la riflessione sui materiali si sovrappone perfettamente alla riflessione sul progetto. Nel caso della Garderie, infatti, sono richiesti materiali con prestazioni ambientali trasparenti e certificate, quindi dotati di EPD – Enviromental Product Declaration.
E, sempre nel medesimo caso, tutte le soluzioni progettuali, dalla fase di concept fino all’esecutivo sono state valutate in termini di LCA e LCC.
La sintesi di questa esperienza, è nelle parole dell’Arch. Elisabetta Palumbo:
“L’applicazione degli strumenti Life Cycle Assessment (LCA) e LCC (Life Cycle Costing) secondo il BREEAM è stata un’opportunità estremamente utile per dimostrare come l’implementazione di protocolli energetico-ambientali possa rappresentare uno strumento di aiuto e indirizzo volto a effettuare scelte consapevoli, per i progettisti, per la committenza, e per tutti gli stakeholder coinvolti nel processo progettuale.
Questo vale soprattutto in contesti complessi come quello dell’edilizia, e nello specifico di un progetto di spazi condivisi per la formazione.
Il caso della Garderie ha confermato che strumenti di calcolo degli impatti ambientali ed economici nel ciclo di vita della costruzione, quali LCA e la LCC, possono e dovrebbero configurarsi come mezzi di “miglioramento” delle performance ambientali ed economiche già nelle fasi iniziali del progetto, prima ancora di essere valutazioni analitiche e di verifica. La possibilità di applicare tale tipologia di analisi in una fase progettuale iniziale, come è stata la Garderie, ha confermato, in linea con la letteratura, che l’ottimizzazione e lo sviluppo di strategie per migliorare la sostenibilità ambientale ed economica di un manufatto risulta efficace solo se condotta a un simile livello di conoscenza del progetto.
Inoltre, in condivisione con la committenza JCR, la valutazione è stata estesa al confronto con il framework europeo Level(s) sviluppato dalla stessa Commissione Europea con il fine di armonizzare l’applicazione dei metodi Life Cycle-based in ambito europeo. La comparazione tra gli esiti dal protocollo BREEAM a quello con Level(s) ha messo in luce la grande assonanza tra i due sistemi, evidenziando come il sistema di origine UK utilizzi e si basi su un robusto approccio LCA e LCC”.
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